“Il mio obiettivo era fare il giornalista, quindi ho pensato che Scienze Politiche fosse la scelta adatta, poi mi sono appassionato alla politica”, afferma Vincenzo Strino, iscritto al terzo anno di Scienze Politiche e prossimo alla laurea. “Seguire i corsi, partecipare alla vita universitaria – il consiglio di Vincenzo che è presidente dell’associazione Asu – Magari inizialmente non si sa di avere passione per un determinato settore, seguendo e vivendo la Facoltà si scopre, poi, un interesse che prima non si conosceva”. Una Facoltà, Scienze Politiche, che lascia spazio al contributo e alla voce degli studenti. “Insieme ad altri studenti abbiamo lavorato alla calendarizzazione degli esami. Il risultato è stato soddisfacente. Siamo l’unica Facoltà di tutto il Sud ad avere otto appelli ordinari (ai corsi cui seguono gli esami). Questo incentiva gli studenti a seguire le lezioni perché subito dopo possono sostenere gli esami. Dato che questa è una Facoltà che offre pochi sbocchi lavorativi, abbiamo puntato al raggiungimento della laurea, sia Triennale che Magistrale, in tempi brevi”. Anche sul fronte didattica, Vincenzo si mostra soddisfatto: “La Facoltà offre una buona formazione che tocca più ambiti disciplinari (Economia Politica, Diritto Pubblico e Privato, Politica Economica) ed anche il settore delle lingue è ben strutturato e consolidato, soprattutto per francese e spagnolo. Siamo scoperti solo per l’area anglofona, ma ci stiamo lavorando perché c’è molta richiesta da parte degli studenti”.
“Mi sono iscritto a Scienze Politiche perché è una Facoltà interdisciplinare: permette di diventare sia manager d’azienda che giornalista o impiegato della pubblica amministrazione. Si tratta di una formazione ampia; la paura di tutto e niente non deve scoraggiare”, racconta Vincenzo Tafuri, iscritto al primo anno della Magistrale in Scienze Politiche dell’Amministrazione e rappresentante degli studenti. La Magistrale “è più accattivante e stimolante, riceviamo una formazione più specifica: si fa lavoro di gruppo, si organizzano incontri con esponenti della politica o di altri settori che, con la loro esperienza concreta, danno il senso di quello che si potrebbe fare dopo”. Interessante anche il post-laurea: “ci sono corsi di perfezionamento, di alta formazione, che conferiscono un valore aggiunto all’offerta formativa della Facoltà, sono un quid in più che consente a noi studenti di avvicinarci al mondo del lavoro grazie anche a stage e convenzioni stipulate con aziende e strutture varie”.
Massimo Iaquinangelo, secondo anno della Magistrale in Scienze Politiche dell’Europa e Strategie di Sviluppo, ribadisce il carattere interdisciplinare della formazione: “Questa Facoltà consente di sviluppare una forma mentis più ampia rispetto ad altre, ti dà una conoscenza di base che investe più settori e offre maggiori opportunità di lavoro”. Per alcuni studenti, però, l’interdisciplinarità “può rappresentare una difficoltà, perché ogni esame si differenzia dall’altro”. Il carico didattico, rassicura Iaquinangelo, è sostenibile, “anche se i professori di alcune materie sono più esigenti come, ad esempio, avviene per Diritto Internazionale”. Tafuri ritiene che si tratti “di maggiore o minore approfondimento richiesto dalla disciplina (è il caso di Economia Aziendale), non di difficoltà”. E poi suggerisce di “seguire i corsi al primo anno, soprattutto discipline come Statistica”. Strino aggiunge: “Non esistono esami non affrontabili, se si studia tutto è superabile; di certo gli esami non sono regalati”. Seguire i corsi per gli studenti non è solamente poter affrontare con serenità gli esami, ma acquista un significato diverso, un significato che fa appello alla sfera dell’humanitas: “è importante soprattutto per creare legami e fare vita universitaria”, asserisce Iaquinangelo, membro di New Politik, associazione che promuove diverse iniziative di tipo seminariale. Per Tafuri: “È importante instaurare rapporti con i colleghi di Facoltà, stimolare il confronto e far affiorare le dinamiche di gruppo”.
(Va. Pa.)
“Mi sono iscritto a Scienze Politiche perché è una Facoltà interdisciplinare: permette di diventare sia manager d’azienda che giornalista o impiegato della pubblica amministrazione. Si tratta di una formazione ampia; la paura di tutto e niente non deve scoraggiare”, racconta Vincenzo Tafuri, iscritto al primo anno della Magistrale in Scienze Politiche dell’Amministrazione e rappresentante degli studenti. La Magistrale “è più accattivante e stimolante, riceviamo una formazione più specifica: si fa lavoro di gruppo, si organizzano incontri con esponenti della politica o di altri settori che, con la loro esperienza concreta, danno il senso di quello che si potrebbe fare dopo”. Interessante anche il post-laurea: “ci sono corsi di perfezionamento, di alta formazione, che conferiscono un valore aggiunto all’offerta formativa della Facoltà, sono un quid in più che consente a noi studenti di avvicinarci al mondo del lavoro grazie anche a stage e convenzioni stipulate con aziende e strutture varie”.
Massimo Iaquinangelo, secondo anno della Magistrale in Scienze Politiche dell’Europa e Strategie di Sviluppo, ribadisce il carattere interdisciplinare della formazione: “Questa Facoltà consente di sviluppare una forma mentis più ampia rispetto ad altre, ti dà una conoscenza di base che investe più settori e offre maggiori opportunità di lavoro”. Per alcuni studenti, però, l’interdisciplinarità “può rappresentare una difficoltà, perché ogni esame si differenzia dall’altro”. Il carico didattico, rassicura Iaquinangelo, è sostenibile, “anche se i professori di alcune materie sono più esigenti come, ad esempio, avviene per Diritto Internazionale”. Tafuri ritiene che si tratti “di maggiore o minore approfondimento richiesto dalla disciplina (è il caso di Economia Aziendale), non di difficoltà”. E poi suggerisce di “seguire i corsi al primo anno, soprattutto discipline come Statistica”. Strino aggiunge: “Non esistono esami non affrontabili, se si studia tutto è superabile; di certo gli esami non sono regalati”. Seguire i corsi per gli studenti non è solamente poter affrontare con serenità gli esami, ma acquista un significato diverso, un significato che fa appello alla sfera dell’humanitas: “è importante soprattutto per creare legami e fare vita universitaria”, asserisce Iaquinangelo, membro di New Politik, associazione che promuove diverse iniziative di tipo seminariale. Per Tafuri: “È importante instaurare rapporti con i colleghi di Facoltà, stimolare il confronto e far affiorare le dinamiche di gruppo”.
(Va. Pa.)