L’Indonesia attraverso le immagini di un fotografo di National Geographic

Sono 17mila le isole che compongono l’arcipelago indonesiano e il 23 maggio a L’Orientale gli studenti hanno avuto modo di visitarne qualcuna. Il merito è della prof.ssa Antonia Soriente, docente di Lingua e Letteratura Indonesiana, promotrice dell’incontro con il fotografo di National Geographic Feri Latief tenutosi a Palazzo Corigliano. Originario proprio di Jakarta, Latief ha girato per due anni l’Indonesia fotografando feste, persone e luoghi. La sua difficoltà più grande? A parte i problemi di trasporto da un’isola all’altra, la lingua. Infatti, in Indonesia esistono una grande varietà di dialetti e quindi la difficoltà a comunicare non è cosa di poco conto. Latief mostra la cerimonia in occasione della Pasqua. Un’enorme processione che comincia in mare e alla quale partecipano anche i musulmani in segno di fratellanza religiosa. È una festa che dura tutta la notte. Poi foto di zone come Aceh, devastate dallo tsunami del 2010. Aceh è un territorio sull’estremità settentrionale dell’isola di Sumatra. Prima della catastrofe naturale che l’ha colpita, la sua economia si basava quasi interamente sul turismo. Latief spiega che uno dei motivi per cui ha deciso di fare questo reportage è proprio per rivalutare la bellezza di alcune zone che fino ad un anno fa erano grandi attrattive per i visitatori. Ad Aceh si possono trovare dell’ottimo caffè e la tipica tigre di Sumatra. Il documentario ha mostrato come procede la ricostruzione di strade ed edifici. Ma anche un modo di vivere completamente estraneo agli occidentali. In Indonesia, gli effetti dell’urbanizzazione sono ancora evidenti. Molti contadini hanno lasciato le loro case per trasferirsi in città come Jakarta. Adesso vivono coltivando le terre di nessuno ai margini della capitale. Per cui la scena immortalata dalla foto ritrae persone che durante la notte ancora lavorano nei campi con uno sfondo di palazzi e luci tipico delle zone urbanizzate. Ancora, in altre foto, sono ritratti il mercato di Paya Kumbuh, dove è possibile ordinare le canzoni, la cerimonia della cremazione di Bali e il cimitero scavato nella pietra di Torajad. Interessante anche il mercato sul fiume di Kalimantan, l’isola più grande dell’arcipelago. “Il mercato dura solamente dalle 5 alle 8 e 30 della mattina”, spiega la prof.ssa Soriente. Il viaggio immaginario termina a Papua, una società sulla strada dell’istruzione. Infatti, proprio in questa zona, il governo ha deciso di rendere la scuola completamente gratuita: dalla divisa ai libri. “A conclusione di un anno accademico, mostrare l’Indonesia attraverso le immagini reali di un fotografo professionista mi sembrava interessante”, afferma la Soriente. Presente all’evento anche il console generale di Indonesia a Napoli, Giuseppe Testa.  “Sono iniziative che dovrebbero essere sempre ripetute – dichiara – vanno supportate oltre che dall’Orientale anche dagli organi locali per sviluppare, insieme con le istituzioni, la conoscenza di questa cultura”.
Un ulteriore evento per gli studenti della cattedra: il 9 giugno sono invitati a visitare un bazar indonesiano presso l’Ambasciata a Roma. 
Marilena Passaretti
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