La nuova avventura del ‘sostituto’ Esposito partorita dalla penna del prof. Carravetta

Un’anziana donna, che fa parte del gruppo delle Parenti di San Gennaro, le più vicine al culto del Santo, scompare. La sua vicenda si intreccia con altri casi, apparentemente privi di legame. C’è materia per una nuova indagine del sostituto Esposito, operatore ecologico che fa l’investigatore per hobby pescando indizi nei bidoni della spazzatura, interrogando chi incontra per strada durante il lavoro, sguinzagliando colleghi e amici per la città di Napoli. Un personaggio partorito dalla fantasia del professore Armando Carravetta, docente di Idraulica ad Ingegneria della Federico II, che con questa è alla sua quarta avventura letteraria. Come i libri che lo hanno preceduto, “La Parente di San Gennaro” è edito da Ateneapoli. Professore Carravetta, come
definirebbe in poche battute il sostituto Esposito? “È un buon osservatore. Ama immergersi nella realtà napoletana e probabilmente vede il mondo dal basso. Caratteristica, questa, che credo oggi rappresenti una virtù”. Quali sono i suoi modelli letterari? “Ho letto molto e mi piacciono in particolare i gialli. Specialmente quelli di atmosfera. Preferirei non indicare modelli letterari, perché potrei sembrare immodesto e presuntuoso. Diciamo che amo Camilleri,
Simenon e tante parti della tradizione napoletana del teatro e del cinema. Prendo sempre un po’ spunto dalle tradizioni napoletane e le ambiento nel contesto attuale”. Il libro del cuore? “Come lettore non so risponderle, perché in ogni momento della vita si apprezzano libri differenti. Borges, Simenon, i grandi classici, solo per citarne alcuni. Se si riferisce, invece, ai libri che ho scritto, certamente ricordo con particolare affetto Addio mammina!, il vincitore della seconda edizione di “Inchiostro Digitale”, il concorso letterario organizzato da Ateneapoli e dal Coinor (Centro di Ateneo per la Comunicazione e
l’Innovazione Organizzativa dell’Università Federico II). Risale al 2014 ed è stato l’esordio del sostituto Esposito”. Dove trova il tempo per dedicarsi
alla scrittura? “Sono piuttosto rapido nello scrivere libri ed anche abbastanza incosciente da non dedicare troppo tempo alla rifinitura. Anche quando
non posso materialmente scrivere, creo mentalmente il contesto, l’intreccio e le situazioni. Una volta che ho la storia in testa, metterla su carta è l’ultima fase e non porta via troppo tempo. Completo il lavoro in breve e riesco a conciliare questa mia passione con l’attività di docenza e di ricerca e con la famiglia”. I suoi studenti universitari sono al corrente della sua attività di scrittore? “No. Magari, però, sospettano qualcosa perché all’inizio del corso di Idraulica li spiazzo sempre. Una delle prime cose che dico loro è di leggere un bel po’ di libri. Magari non se lo aspettano, ma io non posso farne a meno. Poi, frequentando il mio studio, qualcuno scopre il mio segreto e deve farsi una ragione che il suo professore di Idraulica è pure il papà letterario del sostituto Esposito”. Quanto è importante per un allievo di Ingegneria leggere libri che non siano solo quelli di esame? “Innanzitutto è piacevole, è bello per tutti leggere. Poi, se proprio vogliamo impostare il discorso in termini di utilità, credo che sia essenziale continuare a leggere durante gli anni universitari. Per un ingegnere la capacità di esprimersi bene ed in maniera corretta è essenziale in ogni momento della vita professionale. Purtroppo mi accorgo che, quando si tratta di preparare la tesi di laurea, non pochi studenti sono decisamente in difficoltà nell’elaborare un testo scritto. Hanno, per questo, problemi seri nel preparare la tesi”.
Fabrizio Geremicca
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