La scomparsa del prof. Salvatore Vinci, illustre meridionalista

Il prof. Salvatore Vinci, originario di Siracusa, laureato a Catania, docente di Economia e meridionalista, ha insegnato alla Federico II, alla Sapienza di Roma e alla Parthenope. E’ approdato in Campania subito dopo la laurea, per frequentare il Centro di specializzazione e ricerche economico-agrarie per lo sviluppo del Mezzogiorno di Portici, fondato da Manlio Rossi Doria. Vinci può essere ritenuto uno degli artefici della trasformazione dell’Istituto Navale di Napoli in Università Parthenope, come sottolinea il Rettore, prof. Gennaro Ferrara. “Senza il suo contributo di equilibrio e di saggezza, la Parthenope oggi non sarebbe com’è”, dice. “L’ultima volta che ci siamo visti mi ha lasciato un messaggio che considero una specie di testamento, dandomi dei suggerimenti per passare a una nuova modalità di governo dell’ateneo, che coinvolga i docenti più giovani per agevolare il passaggio da una generazione a un’altra”. Il riferimento è alla bozza di revisione dello Statuto di Ateneo, cui nell’ultimo anno il prof. Vinci aveva lavorato intensamente, raccogliendo le sollecitazioni espresse dallo stesso Rettore in tema di cambiamento dell’assetto della governance. Il prof. Riccardo Marselli, Direttore del Dipartimento per gli Studi economici, conferma il grande impegno di Salvatore Vinci per l’università nell’ottica della valorizzazione di tutte le potenzialità che essa esprime. “E’ stato fautore di un importante passaggio generazionale, attuato con la convinzione da parte sua che le istituzioni potessero arricchirsi con l’attribuzione di maggiori responsabilità a ciascuno, anche a chi si era sempre occupato soltanto di ricerca. Ha valorizzato le esperienze sia di singoli che di gruppi coinvolgendoli in compiti anche gestionali, contribuendo a rendere più viva l’istituzione universitaria. Aveva una personalità molto ricca, le sue competenze non erano solo scientifiche”. Il prof. Antonio Garofalo, che con il prof. Vinci si è laureato e dottorato, rievoca i primi incontri, in aula a lezione. “I suoi corsi erano sempre affollati. Mi affascinava la semplicità con cui sapeva spiegare argomenti anche molto complessi. Sapeva rendere attuali gli argomenti di studio, appassionando gli allievi. Ed è sempre stato molto vicino agli studenti: mai una volta che saltasse un ricevimento, sia da docente che da preside”. Salvatore Vinci, infatti, è stato il Preside sotto la cui guida è nata e cresciuta la Facoltà di Giurisprudenza di Nola. Quando, nel 2007, la presidenza è stata assunta dal prof. Federico Alvino, la Facoltà era già nel periodo di piena espansione. La prof.ssa Mariarosaria Carillo, che insegna Economia politica proprio a Nola, è stata sua stretta collaboratrice. Una frequentazione prima scientifica e poi umana di vecchia data: lo aveva conosciuto al Centro di studi sul Mezzogiorno di Portici, dove lei aveva ottenuto una borsa di studio. “Due sono le caratteristiche fondamentali dell’operato del prof. Vinci”, dice, “il senso altissimo dell’istituzione accademica e l’impegno sociale. Il professore aveva ben chiaro il significato del suo essere docente e Maestro: mai mi ha chiesto di sostituirlo a una lezione o a un ricevimento, diceva che noi ricercatori dovevamo studiare. Si faceva pienamente carico dei suoi compiti, ecco il senso dell’accademia. Inoltre, ci ripeteva che i professori non sono solo docenti, ma anche operatori sociali con un ruolo importante nello sviluppo del territorio, che devono fare scelte virtuose per l’accademia che siano portatrici di una sana crescita locale. Lavorare per uno sviluppo sano ed equilibrato della provincia di Nola, convogliandovi le energie migliori era un impegno importantissimo per lui”. Il prof. Vinci è stato il coordinatore di ben due PRIN (Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale) finanziati dal Miur, aventi ad oggetto tematiche riguardanti il Mezzogiorno. La prof.ssa Carillo è tra i collaboratori del progetto, illustrato in un convegno che si è tenuto a novembre e che ha visto anche la partecipazione di autorità politiche. “Contavamo di organizzare un convegno finale”, dice la Carillo, “siamo rimasti senza guida, ma lo organizzerò lo stesso, soprattutto a memoria del professore. E’ stata una morte inattesa, io ancora non ci credo. Il prof. Vinci mancherà molto a tutti noi, era il nostro punto di riferimento”. 
Sara Pepe
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