Si è spento l’11 settembre il prof. Tullio Spagnuolo Vigorita, docente di Storia del diritto romano. Classe 1941, il professore si era laureato in Giurisprudenza nel 1964, alla Federico II. Ottenne il primo incarico nel 1972, presso l’Università di Messina. Nel 1989 divenne ordinario a Napoli, esercitando la professione che tanto amava, nella Facoltà in cui era stato studente. Quarant’anni trascorsi fra le aule universitarie, il prof. Spagnuolo Vigorita era amatissimo fra gli studenti. Tutti ricordano la sua verve a lezione, la sua disponibilità, il sorriso stampato sulla bocca. “Il prof. Spagnuolo Vigorita non ha mai saltato un giorno di corso – dice il Preside Lucio De Giovanni – Solo di fronte a motivi gravi non era presente in aula, altrimenti lo trovavi sempre lì, fra gli studenti, attento e preciso”. Un docente dalla battuta pronta, mai stanco, sempre dedito allo studio: “Abbiamo perso un grande studioso, che ha inaugurato un nuovo modo di fare il diritto romano. Un collega carissimo soprattutto sotto il profilo umano, sempre vitale, con grandi progettualità, amico di tutti”. E poi ricorda il Preside: “Il professore era una persona di estrema franchezza. Quello che pensava lo diceva apertamente, dote non comune e, soprattutto, non sempre facile da trovare”. In prima linea: “Vigile a lezione, si preoccupava che gli argomenti fossero realmente acquisiti. Non si limitava a semplici spiegazioni, faceva di tutto per rendere interessante lo studio. Tutti ricordano gli esempi e gli aneddoti che amava raccontare in aula. In questo modo insegnava ai ragazzi che lo studio potesse essere anche divertente”. Un lutto incolmabile: “Il dolore per la perdita di questo caro amico sarà sempre vivo”. Un ultimo pensiero: “Lo ricordo sorridente, una persona alla mano, si preoccupava di tutti, elargendo, qualora richiesto, consigli preziosissimi. Tullio – conclude il Preside – era una persona disinteressata. Ti veniva a trovare solo per sapere come stavi, senza chiedere mai nulla per se stesso. Anche adesso che sarebbe dovuto andare in pensione, era coinvolto nella vita universitaria, preoccupandosi che tutto procedesse bene”.