Nasce il M.U.S.A., il Museo delle Arti e delle Scienze della Seconda Università. Inaugurato l’11 dicembre presso il Complesso di S. Patrizia, a Napoli, è una rete di strutture museali di Ateneo che rappresenta uno strumento prezioso di ricerca scientifica e sviluppo culturale e turistico. Nella stessa giornata, taglio del nastro anche per il secondo Convivio nazionale sui Musei di Anatomia, un momento celebrativo della decorrenza decennale di riapertura del Museo di Anatomia.
“Il MUSA nasce da un’idea del prof. Raffaele Martone, Pro-rettore agli Affari interni, e del prof. Vincenzo Esposito, direttore del Museo di Anatomia – ha affermato il Rettore Francesco Rossi nel corso della cerimonia inaugurale– il cui scopo è creare una rete tra i musei dell’Ateneo. E nell’ambito di una politica culturale del nostro Ateneo, sono stati messi in rete tre Musei: Anatomia, Farmacologia e Stomatologia. Il Musa rappresenta un collegamento tra la grande tradizione culturale e storica e il futuro”.
La rete museale si articola in varie sezioni, ciascuna finalizzata alla cura di una singola collezione o al perseguimento di una specifica finalità: la sezione di Anatomia, quella di Farmacologia, quella di Stomatologia, la sezione bibliografica e quella artistica. Tutte ricche collezioni di strumenti e reperti di notevole interesse storico e documentario. L’obiettivo del network è proprio quello di ordinare, custodire e valorizzare il patrimonio di interesse museale in ambito scientifico, storico e artistico, disponibile presso l’Ateneo e ampliarlo attraverso l’individuazione di nuove collezioni e reperti non ancora classificati e l’acquisizione di nuovo materiale. “Abbiamo ritenuto – spiega il prof. Martone – che valesse la pena concentrare gli sforzi per l’organizzazione di un network, piuttosto che operare in tante piccole strutture. E il Musa nasce anche sotto la spinta politica della Conferenza dei Rettori (CRUI), che preme per la valorizzazione dei musei universitari. C’è da dire che la Seconda Università dispone di alte conoscenze tecniche e scientifiche, e riteniamo indispensabile la custodia e la valorizzazione delle nostre ricchezze. Opereremo con grande apertura verso le altre esperienze nazionali, oltre ovviamente che con tutta la comunità accademica e studentesca dell’Ateneo”.
Dunque, con il sistema museale d’Ateneo, diventerà possibile promuovere interazioni con enti e soggetti esterni, istituzioni pubbliche o private, finalizzate al raggiungimento dei propri fini. Presente, all’inaugurazione, anche il prof. Filippo Bencardino, Rettore dell’Università del Sannio. “Mi complimento con la Sun: in un periodo non facile per l’Università in generale, ha avuto il coraggio di investire in cultura”. La CRUI ha istituito una Commissione musei. “E’ stata costituita nel 1999 ed è presieduta da Vincenzo Milanesi, Rettore dell’Università di Padova, – afferma il prof. Augusto Garucci, ProRettore dell’Università di Bari che ne è il Vice Coordinatore- con lo scopo principale di pervenire all’elaborazione di un programma di interventi per la valorizzazione complessiva del patrimonio culturale conservato nei musei universitari. E gli Atenei italiani dispongono di una ricchezza che documenta la storia della ricerca svolta in passato”.
Il fiore all’occhiello del Musa è il Museo di Anatomia, aperto al pubblico, presso il Complesso di S. Patrizia. Accoglie una collezione di preparazioni anatomiche che costituiscono un patrimonio di ineguagliabile valore didattico e storico, sia per l’elevato numero di campioni che espone, sia per le varie tecniche di preparazione e conservazione utilizzate, sia ancora per la copiosa raccolta di variazioni e anomalie. Il prof. Vincenzo Esposito, direttore del Museo e docente di Anatomia, ne ripercorre le vicende storiche. Dalle origini, nel 17esimo secolo, quando l’Anatomia era in pieno sviluppo e gli anatomisti avvertirono la necessità di preparare e conservare pezzi anatomici a scopo didattico, fino ai giorni nostri. “E’ all’inizio degli anni Novanta che i musei vengono presi in considerazione – afferma Esposito – Solo dopo un paziente lavoro di sistemazione e riordino durante il quale sono state messe in luce anche collezioni ormai dimenticate, il museo di Anatomia viene riaperto al pubblico nel 1997”.
A testimonianza di una buona organizzazione di un sistema museale, l’intervento del prof. Gianmario Molin, direttore del Centro di Ateneo per i Musei dell’Università di Padova. “Lo SMA (Sistema Museale d’Ateneo) è nato con l’obiettivo di salvaguardare ed incrementare il patrimonio storico, artistico e scientifico dell’Ateneo”, dice Molin, che annuncia l’intenzione del suo Ateneo di concentrare i suoi quattro musei (Geologia, Paleontologia, Zoologia ed Antropologia) presso Palazzo Cavalli, sede storica e centrale della città padovana.
La Seconda Università, che si estende su un territorio che va da Napoli a Capua, dispone anche, potremmo dire, di un museo all’aperto, costituito dai palazzi storici sedi delle dieci Facoltà, che saranno presto oggetto di un volume in fase di preparazione. Curatrici le professoresse Giosi Amirante, docente ad Architettura, e Rosanna Cioffi, Preside di Lettere. “La Sun dispone di sedi dallo straordinario interesse – dice la prof.ssa Amirante – e da sempre ha puntato al recupero di vecchi edifici, sedi delle Facoltà. Si potrebbe dire che si è surrogata al Ministero dei Beni Culturali, nel recupero di queste strutture con risultati, in alcuni casi, eccellenti, anche perché c’è stata una continuità della funzione nei siti”. Un patrimonio millenario che comprende anche beni storico-artistici, come gli affreschi presenti presso Palazzo Spinelli, attuale sede del Rettorato, in via Costantinopoli. “I lavori di restauro dell’edificio –spiega la prof.ssa Cioffi – hanno portato alla luce degli stupendi affreschi di Giuseppe Cammarano e Domenico Mondo…”.
Nei due giorni seguenti all’inaugurazione, si è svolto un convegno di respiro internazionale dal titolo ‘La nascita di Musa: il sistema museale della Sun. L’invenzione del corpo’.
Maddalena Esposito
“Il MUSA nasce da un’idea del prof. Raffaele Martone, Pro-rettore agli Affari interni, e del prof. Vincenzo Esposito, direttore del Museo di Anatomia – ha affermato il Rettore Francesco Rossi nel corso della cerimonia inaugurale– il cui scopo è creare una rete tra i musei dell’Ateneo. E nell’ambito di una politica culturale del nostro Ateneo, sono stati messi in rete tre Musei: Anatomia, Farmacologia e Stomatologia. Il Musa rappresenta un collegamento tra la grande tradizione culturale e storica e il futuro”.
La rete museale si articola in varie sezioni, ciascuna finalizzata alla cura di una singola collezione o al perseguimento di una specifica finalità: la sezione di Anatomia, quella di Farmacologia, quella di Stomatologia, la sezione bibliografica e quella artistica. Tutte ricche collezioni di strumenti e reperti di notevole interesse storico e documentario. L’obiettivo del network è proprio quello di ordinare, custodire e valorizzare il patrimonio di interesse museale in ambito scientifico, storico e artistico, disponibile presso l’Ateneo e ampliarlo attraverso l’individuazione di nuove collezioni e reperti non ancora classificati e l’acquisizione di nuovo materiale. “Abbiamo ritenuto – spiega il prof. Martone – che valesse la pena concentrare gli sforzi per l’organizzazione di un network, piuttosto che operare in tante piccole strutture. E il Musa nasce anche sotto la spinta politica della Conferenza dei Rettori (CRUI), che preme per la valorizzazione dei musei universitari. C’è da dire che la Seconda Università dispone di alte conoscenze tecniche e scientifiche, e riteniamo indispensabile la custodia e la valorizzazione delle nostre ricchezze. Opereremo con grande apertura verso le altre esperienze nazionali, oltre ovviamente che con tutta la comunità accademica e studentesca dell’Ateneo”.
Dunque, con il sistema museale d’Ateneo, diventerà possibile promuovere interazioni con enti e soggetti esterni, istituzioni pubbliche o private, finalizzate al raggiungimento dei propri fini. Presente, all’inaugurazione, anche il prof. Filippo Bencardino, Rettore dell’Università del Sannio. “Mi complimento con la Sun: in un periodo non facile per l’Università in generale, ha avuto il coraggio di investire in cultura”. La CRUI ha istituito una Commissione musei. “E’ stata costituita nel 1999 ed è presieduta da Vincenzo Milanesi, Rettore dell’Università di Padova, – afferma il prof. Augusto Garucci, ProRettore dell’Università di Bari che ne è il Vice Coordinatore- con lo scopo principale di pervenire all’elaborazione di un programma di interventi per la valorizzazione complessiva del patrimonio culturale conservato nei musei universitari. E gli Atenei italiani dispongono di una ricchezza che documenta la storia della ricerca svolta in passato”.
Il fiore all’occhiello del Musa è il Museo di Anatomia, aperto al pubblico, presso il Complesso di S. Patrizia. Accoglie una collezione di preparazioni anatomiche che costituiscono un patrimonio di ineguagliabile valore didattico e storico, sia per l’elevato numero di campioni che espone, sia per le varie tecniche di preparazione e conservazione utilizzate, sia ancora per la copiosa raccolta di variazioni e anomalie. Il prof. Vincenzo Esposito, direttore del Museo e docente di Anatomia, ne ripercorre le vicende storiche. Dalle origini, nel 17esimo secolo, quando l’Anatomia era in pieno sviluppo e gli anatomisti avvertirono la necessità di preparare e conservare pezzi anatomici a scopo didattico, fino ai giorni nostri. “E’ all’inizio degli anni Novanta che i musei vengono presi in considerazione – afferma Esposito – Solo dopo un paziente lavoro di sistemazione e riordino durante il quale sono state messe in luce anche collezioni ormai dimenticate, il museo di Anatomia viene riaperto al pubblico nel 1997”.
A testimonianza di una buona organizzazione di un sistema museale, l’intervento del prof. Gianmario Molin, direttore del Centro di Ateneo per i Musei dell’Università di Padova. “Lo SMA (Sistema Museale d’Ateneo) è nato con l’obiettivo di salvaguardare ed incrementare il patrimonio storico, artistico e scientifico dell’Ateneo”, dice Molin, che annuncia l’intenzione del suo Ateneo di concentrare i suoi quattro musei (Geologia, Paleontologia, Zoologia ed Antropologia) presso Palazzo Cavalli, sede storica e centrale della città padovana.
La Seconda Università, che si estende su un territorio che va da Napoli a Capua, dispone anche, potremmo dire, di un museo all’aperto, costituito dai palazzi storici sedi delle dieci Facoltà, che saranno presto oggetto di un volume in fase di preparazione. Curatrici le professoresse Giosi Amirante, docente ad Architettura, e Rosanna Cioffi, Preside di Lettere. “La Sun dispone di sedi dallo straordinario interesse – dice la prof.ssa Amirante – e da sempre ha puntato al recupero di vecchi edifici, sedi delle Facoltà. Si potrebbe dire che si è surrogata al Ministero dei Beni Culturali, nel recupero di queste strutture con risultati, in alcuni casi, eccellenti, anche perché c’è stata una continuità della funzione nei siti”. Un patrimonio millenario che comprende anche beni storico-artistici, come gli affreschi presenti presso Palazzo Spinelli, attuale sede del Rettorato, in via Costantinopoli. “I lavori di restauro dell’edificio –spiega la prof.ssa Cioffi – hanno portato alla luce degli stupendi affreschi di Giuseppe Cammarano e Domenico Mondo…”.
Nei due giorni seguenti all’inaugurazione, si è svolto un convegno di respiro internazionale dal titolo ‘La nascita di Musa: il sistema museale della Sun. L’invenzione del corpo’.
Maddalena Esposito