Laurea honoris causa al prof. Jean Starobinski “una personalità speciale”

Una prima laurea in Lettere e, a seguire, quella in Medicina. Poi, alla veneranda età di ottantotto anni, il prof. Jean Starobinski ha ricevuto la diciassettesima honoris causa, da ‘L’Orientale’. Ad aprire la cerimonia del 19 dicembre il Rettore Lida Viganoni, la quale si è detta molto emozionata e soddisfatta di poter insignire di un titolo così prestigioso una personalità come quella di Starobinski. “La Laurea honoris causa in Filosofia, Politica e Comunicazione che si celebra oggi è la prima dall’inizio del mio mandato di Rettore. E il fatto di conferirla ad un uomo di cultura come il prof. Starobinski non può che suscitare in me una profonda partecipazione e un’autentica gioia. Egli ha il merito indiscutibile di rappresentare un punto di riferimento fondamentale nell’ambito della cultura del XX secolo, specialmente per tutti i suoi contributi nel campo della ricerca, della teoria della letteratura e degli studi sull’Illuminismo e sull’età moderna”, ha affermato la prof.ssa Viganoni 
Nato a Ginevra nel 1920 da genitori medici, dopo essersi laureato in Lettere, Jean Starobinski ha intrapreso a sua volta la carriera medica. Ha insegnato presso le Università di Basilea, Ginevra, Baltimora; è stato, inoltre, Presidente della società Jean-Jacques Rousseau dal 1967 al 1992. Il Rettore Viganoni ha ricordato alcune delle opere più celebri dello studioso svizzero: “Sono in pochi a poter vantare un curriculum come il suo. I suoi scritti, tradotti in svariate lingue, sono fondamentali per la critica contemporanea e hanno arricchito notevolmente il panorama della critica letteraria di nuove prospettive. Alcuni dei suoi saggi sono ormai divenuti dei classici. Sensibile, per formazione, alle suggestioni del metodo psicanalitico, egli realizza un’operazione critica che non si chiude in una metodologia dogmatica, ma lascia sempre nuovi spazi a sistemi differenti di indagine. Tra le opere di Jean Starobinski ricordiamo innanzitutto: ‘Montesquieu par lui-même’, ‘Jean-Jacques Rousseau. La transparence et l’obstacle’, nonché importanti studi sulla letteratura e l’arte del XVIII secolo, quali ‘L’invention de la liberté’ e ‘1789: Les emblèmes de la raison’”.   
“Quando mi è stato proposto di conferire la Laurea honoris causa al prof. Starobinski ne sono stata sin dal primo momento entusiasta – ha detto la Preside della Facoltà di Lettere, prof.ssa Amneris Roselli – La nostra Facoltà è l’erede di una lunga tradizione di studi dedicati alle lingue, alle letterature, alle archeologie, alle arti, alle religioni e alle filosofie orientali. L’Oriente e l’Occidente, il passato e il presente, si incontrano al fine di stabilire un dialogo, che noi dobbiamo tentare di attuare attraverso la ricerca e l’insegnamento. Malgrado le enormi difficoltà che si presentano giorno per giorno, che ci obbligano a ridisegnare i nostri percorsi, noi continuiamo a credere che la nostra identità e quella del nostro Ateneo non possono che trovarsi nella ricerca di un dialogo con le altre culture e attraverso la capacità di guardare lontano, sia nel tempo che nello spazio. E poiché noi siamo insegnanti, dobbiamo provare a guardare al futuro”.
A pronunciare la Laudatio Accademica il prof. Alberto Postigliola, docente di Storia della Filosofia, il quale ha dichiarato: “E’ difficile attribuire un’unica etichetta all’opera di Starobinski. Critico letterario? Critico d’arte? Storico? Comparatista? Teorico della Letteratura? Scrittore? Filosofo? Come è stato già detto di lui, nel suo lavoro non si occupa solamente di commentare le opere, né di svolgere una serie di ricerche tematiche più o meno ampie, ma soprattutto di una libera riflessione su ciò che nei testi rimanda ai nostri tempi. La figura intellettuale di Starobinski non è semplicemente il risultato della coesistenza di una serie di competenze. Ci troviamo in presenza di una personalità davvero speciale. All’inizio degli anni Quaranta del secolo scorso Starobinski, all’età di venti anni, aveva intrapreso i suoi studi in un’Europa in preda ai totalitarismi e ad una guerra che si presentava catastrofica sin dall’inizio. Rousseau, ricorda Starobinski, affronta la critica della società del suo tempo, a partire dai suoi ‘discorsi’. Una società ingiusta, frutto di un’esigenza di superare l’ostacolo. La stessa riflessione è il frutto avvelenato di questa catena ininterrotta che porta a riconoscere i problemi e gli ostacoli e a doverli risolvere”.
Dopo la consegna della pergamena di Laurea da parte del Rettore Viganoni, il prof. Starobinski ha preso la parola, ringraziando tutti i presenti e ricordando alcuni momenti trascorsi a Napoli: “L’ultima volta che sono stato qui, esattamente trenta anni fa, inaugurai la rivista ‘Studi Filosofici’ dell’Università L’Orientale. Sono contento di ritornare in una città in cui ritrovo cose e persone conosciute in passato. Questa è per me una città simbolo di tante amicizie, incontri, libri, musica e pensieri che mi danno emozione”. La Lectio Magistralis di Starobinski è stata dedicata a Jean-Jacques Rousseau, autore a lui caro: “Rousseau rimproverava all’amor proprio e alle sue preferenze di indurci a vivere al di fuori di noi stessi. Era ora! A questo punto propone di accentuare quanto uscire da se stessi fino a raggiungere ‘tutti’ con i quali il ‘ciascuno’ si pone in un rapporto di reciprocità. Così l’amor proprio e le preferenze si trovano in conflitto tra loro e producono il male, quando stabiliscono una relazione limitata, da un individuo all’altro. Viceversa, danno origine al regno del bene quando il percorso di ‘ciascuno’ è indirizzato a ‘tutti gli altri’, in maniera generalizzata. In questo modo viene postulata una generalizzazione nel rapporto tra ciascuno e tutti. Chi fa dono di sé alla comunità riceve una compensazione assoluta: essa risiede nel modo di ricevere se stesso come soggetto di diritto, come cittadino. La formula che concilia i due opposti si fonda sul superamento di una contraddizione: dare se stesso a tutti prediligendo se stesso, riceversi nel gruppo sociale per sentirsi riconosciuto nella propria esistenza individuale affamata e bisognosa”. 
Anna Maria Possidente
- Advertisement -




Articoli Correlati