Le aziende: “abbiate grinta, mordete e stringete la presa tra i denti, perché avete soft skills innate”

A spiegare in cosa consiste effettivamente il Corso di Alta Formazione in Export Manager, la Coordinatrice Michela Matarazzo, Associato di Economia e Management delle Imprese Internazionali nell’Università ‘Gugliemo Marconi’ di Roma: “Perché International Business Academy? Perché così gli allievi possono acquisire le competenze più richieste dal mondo delle imprese, con un programma formativo dinamico e aggiornato alle esigenze di mercato. Dal canto loro, le imprese acquisiscono risorse qualificate tramite stage dei ragazzi e contribuiscono alla loro formazione. Il profilo in uscita è quello di export manager, che non deve solo vendere il prodotto all’estero, ma deve avere capacità relazionali, da acquisire in tre mesi in aula e tre mesi di stage. Puntiamo molto sulle soft skills: team building, self empowerment, theatre lab, in modo da diventare attori della propria carriera. Alcune delle nostre aziende partner: Coelmo, De Matteis, Caputo, Petrone Group, Desmon”. Le aziende leader nella nostra regione danno testimonianza della realtà cui si affacciano i giovani professionisti. Inizia Amedeo de Nigris del Consorzio Tradizione Italiana: “siamo 13 aziende, con 26 siti produttivi e 4000 contratti a tempo indeterminato. Produciamo un miliardo e mezzo di export con un’unica matrice: la family company. Multinazionali tascabili sono la forza motrice del nostro paese. Infatti non è tutto oro quello che luccica nelle grandi multinazionali, dove bisogna dar conto solo agli azionisti. Questo non succede per le piccole aziende in rete. Abbiamo bisogno del mondo universitario e avremmo bisogno anche della politica per dare visibilità alle nostre aziende. In due anni abbiamo selezionato 18 ragazzi del Sud a livello nazionale, che oggi lavorano con noi. Abbiate grinta, mordete e stringete la presa tra i denti, perché avete soft skills innate”, rivolto agli studenti presenti all’incontro. È la volta di Carlo Palmieri del gruppo Yamamay-Carpisa: “tredici anni fa esistevano due brand con due progetti. Oggi siamo un gruppo con successo internazionale. Prima era una conquista arrivare a Bologna, oggi siamo nel mondo con collaboratori diretti al di sotto dei 27 anni. Abbiamo bisogno di voi, vogliamo accogliervi e crescere insieme”. Prosegue, sempre rivolto alla platea di giovani, Paolo Scudieri dell’Adler Group: “dovete essere imprenditori di voi stessi, poiché oggi l’approccio è con un mondo competitivo, per cui serve un turbo in più. La teatralità è molto importante nell’ambiente; i mercati si conquistano anche gesticolando con sapienza. Possediamo il made in Italy per cultura acquisita, il che ci avvantaggia rispetto ad altre realtà. Questo ci deve spingere a superare le difficoltà nel fare impresa in Italia. Da meridionale ne ho avute tante prima di affermarmi nel mondo, a partire dalle istituzioni bancarie tedesche, che non vedevano di buon occhio la nostra presenza come soci di maggioranza sul loro territorio. La perseveranza e la professionalità hanno pagato. Sentitevi ambasciatori delle iniziative imprenditoriali italiane nel mondo e fate sistema”. Conclude la carrellata di piccoli-grandi imprenditori la giovanissima Susanna Moccia, che, oltre ad essere il Presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Napoli, è anche Export Manager per la Fabbrica della pasta di Gragnano: “mi sono laureata in queste aule qualche anno fa e tante cose sono cambiate da allora. I giovani ora non sono soli, l’Università prima non parlava così assiduamente con gli imprenditori. Oggi i docenti hanno capito che bisogna voltare pagina e bussano loro alle porte delle aziende con le start up. La mia azienda è stata selezionata all’Expo, nel padiglione Italia. Quando su un prodotto è scritto Italy, non sempre vuol dire sia prodotto qui. La contraffazione è una realtà con cui dobbiamo aver a che fare e i ragazzi che si stanno formando devono sapersi mettere in gioco e rappresentare al meglio l’immagine dell’azienda”.
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