Le bellezze di Napoli raccontate da tre laureande ad un pubblico russofono

Descrivere il patrimonio culturale in lingua russa è l’obiettivo prefissato da tre laureande in Linguistica e Traduzione Specialistica de L’Orientale, che espongono ad un pubblico russofono il risultato del lavoro durante la conferenza ‘Napoli incontra la Russia’ il 9 ottobre nella sede dell’Associazione Culturale Maksim Gor’kij. “Ci siamo concentrate sui linguaggi specialistici: arte, storia e cultura, in vista di ciò che ci può servire nel post lauream per finalità d’impiego nel settore turistico. Io ho lavorato su Pompei: ‘Pompeij, gorod pogrebënnyj’ s’intitola il mio intervento. Il sito infatti ha avuto una notevole affluenza di turisti russi”, spiega Maria Chianese. Imparare il russo non è semplice: “oltre allo studio della lingua all’Università, abbiamo conseguito la certificazione TRKI, livello B2-C1. L’Orientale è l’unico posto nel Sud Italia dove si può richiedere. Io ho studiato anche l’inglese, il francese e lo spagnolo, ma la lingua russa mi appassiona molto in quanto possiede un alfabeto completamente diverso e una cultura distante da quella occidentale”, prosegue. Fiorenza Zurolo si è occupata invece della Cappella San Severo con l’intervento ‘Iskusstvo i tajna: Kapella San-Severo’: “ho scelto il russo soprattutto per le possibilità lavorative che offre a livello di scambi commerciali. I russi amano la nostra cultura e ci sono per noi opportunità d’impiego nella loro terra”. La presentazione è stato un modo di applicare praticamente il linguaggio specialistico acquisito: “in arte, pittura e scultura con strumenti multimediali. Abbiamo presentato una tesina all’esame di russo con la prof.ssa di Filippo. È stata notata dal prof. Ivan Marino il quale ci ha invitato a discutere all’Associazione Gor’kij”, sottolinea. Per imparare al meglio la lingua non sono bastati cinque anni di studio: “siamo state due volte in Russia per tre mesi, poiché un periodo superiore comporta problemi legati al visto. Abbiamo ricevuto borse di studio dall’Università, che ci hanno permesso di pagare la retta e le spese di soggiorno”, spiega Maria Rosaria Carrozzo. “La prima volta alloggiavamo a Tomsk, in Siberia, la seconda a Mosca. Qui abbiamo imparato davvero la lingua, grazie alle basi ricevute durante il percorso universitario, che per i russi è diverso: si iscrivono prima di noi all’Università, che consta di una quadriennale più due anni di Specialistica”. Maria Rosaria ha discusso sul tema delle Sette Opere di Misericordia di Caravaggio: ‘Karavadzo i Neapol’: Sem’ dejanij miloserdija’.
Coordinatrice degli interventi, la prof.ssa Marina di Filippo, docente di lingua russa: “sono tra le studentesse più brave che abbia mai avuto, e questo è il loro ultimo anno di russo. Portarle all’Associazione a discutere era un modo carino per tirare le fila del brillante percorso”, confida. I primi anni si studia prevalentemente la grammatica: “è un po’ noioso, più in là ci si esprime, ognuno ha un suo modo di farlo. Durante il corso, stimolo gli studenti a trovarlo. Le ragazze stavano preparando l’esame per l’abilitazione come Guida Turistica e abbiamo sfruttato questa occasione per dare sfoggio della loro preparazione culturale, unendola alla padronanza del russo”. Lingua che quest’anno registra un boom di immatricolazioni: “Siamo sui 200 studenti, corso più affollato subito dopo quello di tedesco. Alcuni lo percepiscono come moda, abbandonando dopo un po’, altri ne comprendono l’importanza e proseguono”. L’impiego è garantito nel settore commerciale: “se hai una buona base culturale e linguistica e la sovrapponi ad un Master, come a qualsiasi altra cosa, puoi imparare a fare tutto”.
Per chi fosse interessato a seguire corsi di russo di primo livello presso l’Associazione, può recarsi in via Nardones 17 il mercoledì dalle 17.00 alle 19.00. A novembre partiranno i quattro livelli avanzati.
Allegra Taglialatela
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