Le sfide e la passione di Lidia Curti

E’ un tributo che l’intera comunità accademica de L’Orientale ha voluto renderle. Perché lei, Lidia Curti, il massimo riferimento in Italia per gli studi culturali, anima dell’Ateneo, prorettore per tanti anni, dal 1° novembre 2005 è andata in pensione, ma la sua opera continua a vivere nelle centinaia di studiosi che ha formato. Con questo spirito il Rettorato de L’Orientale, tre Dipartimenti della Facoltà di Lingue (di Studi americani, culturali e linguistici, di Studi comparati, di Studi letterari e linguistici dell’Europa), il Cila e la Banca Popolare di Ancona hanno sponsorizzato una due giorni a lei dedicata, in programma il 16 e il 17 giugno nell’aula 1.1 del Palazzo del Mediterraneo, trasmessa in diretta on line sul sito dell’Ateneo, www.iuo.it/cilaweb. “Sfida e passione” è il titolo del convegno, una scelta affatto casuale perché “Lidia Curti è sfida e passione, nel senso che è donna di forza e determinazione, capace di comunicare le sue passioni, ispirando una quantità di studenti e studiosi che non ha eguali”, ricorda la prof.ssa Silvana Carotenuto, docente di Letteratura inglese e membro del comitato scientifico della manifestazione, insieme con le professoresse Anna Maria Cimitile e Marina Vitale. 
Napoletana, ordinaria di Letteratura inglese contemporanea, specializzata al Centre for Contemporary Cultural Studies di Birmingham in Inghilterra, la Curti è nota per aver introdotto nell’accademia italiana gli studi culturali, sul post-coloniale e sulle donne. Due le sue creature nate tra le mura de L’Orientale: la laurea Specialistica in Culture e letterature di lingua inglese e il relativo dottorato di ricerca. Insomma, “quello a Lidia Curti è un omaggio dovuto per l’impegno didattico e scientifico profuso nel nostro Ateneo”, il parere di Domenico Silvestri, Preside di Lingue.
Il congresso si aprirà alle 9 del 16 giugno con i saluti del Rettore, Pasquale Ciriello, del Preside di Lingue, Domenico Silvestri, e dei direttori dei tre Dipartimenti che hanno organizzato la manifestazione, i docenti Simonetta de Filippis, Vittorio Marmo e Jocelyne Vincent. L’incontro si snoderà attraverso una sezione denominata “Studi indisciplinati”, “per via delle nuove discipline introdotte da Lidia Curti in accademia, quali gli studi sulle donne, sulle minoranze, sulla cultura giovanile e, soprattutto negli ultimi tempi, sul post-coloniale”, spiega la prof.ssa Carotenuto. Nel primo pomeriggio si proseguirà con “Visioni fantasmatiche”, durante cui saranno proiettati alcuni video. “La Curti – riferisce la Carotenuto – ha lavorato molto col visivo, soprattutto con gli studenti agli ultimi anni di corso, cui affidava il compito di produrre filmati”. Isaac Julien, Trinh T. Minh-ha, Annamaria Morelli sono solo alcuni dei relatori che daranno il loro contributo, tra cui la stessa Silvana Carotenuto: “Gli oratori sono tutti amici e colleghi di Lidia Curti, molti sono addirittura suoi allievi, come nel mio caso. Personalmente, il mio incontro con la docente è avvenuto in ambito teatrale, perché la Curti è anche un’esperta di teatro d’avanguardia, in particolare del teatro inglese contemporaneo e di Shakespeare”. Immancabile, quindi, nell’omaggio alla Curti, una rappresentazione teatrale in scena alle 19.30 del 16 giugno dal titolo “Le nostre donne: i capelli e il velo”, curata da Wanda Monaco.
La giornata del 17 giugno sarà poi dedicata al “Sublime femminile”, una serie di incontri sulla produzione letteraria della Curti, concentratisi prevalentemente sul femminismo, post-coloniale e letteratura anglo-indiana. Interverranno anche gli studenti della Specialistica in Culture e letterature di lingua inglese, mostrando un blog a lei intitolato. Infine, la presentazione della sua nuova fatica letteraria, “Ai confini: donne, straniere, scritture”, ad opera di Anna Nadotti e Luisa Capelli e il commento della stessa Lidia Curti. 
A fare da contorno all’intera manifestazione, una postazione fissa ubicata al Palazzo del Mediterraneo dove colleghi e amici potranno registrare saluti e pensieri. Tra questi, ci saranno sicuramente quelli di Homi Bhabha, tra i massimi esperti sul post-coloniale, e di sua moglie Jacqueline, importante avvocato in difesa dei diritti umani, come pure quelli di Richard Dyer, docente inglese di cinema. 
Paola Mantovano
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