Le testimonianze di ricercatori e studenti

Le testimonianze di giovani ricercatori e studenti brillanti che raccontano la loro esperienza di vita durante l’Open Day. “Se non si sa bene cosa fare, Economia offre molte opportunità”, dice Carla Guerriero, ricercatrice di Economia Sanitaria al Demi, la quale, dopo la Laurea Triennale in Economia alla Federico II, ha trascorso nove anni a Londra, studiando alla London School of Economics. È rientrata da due anni a Napoli per scelta: “Mi sono specializzata in un settore che contribuisce a risollevare la mia terra. Anche se è importantissimo andare fuori e confrontarsi con gli altri, è altrettanto importante portare a casa quello che si è appreso e vale assolutamente la pena anche tornare”. Se dovesse dare un consiglio: “suggerirei di scegliere per emozione e non per paura”. L’università “non è un posto per accumulare voti e medie, ma per costruire rapporti. Io
lavoro ma sono ancora con persone con cui ho studiato”. Grandi sacrifici “ma anche un luogo nel quale ho trovato grandi mentori. C’è una sana competizione perché si cresce e si va avanti tutti insieme. Solo chi non ha pretese o aspettative non ha delusioni”, sottolinea Rosanna Spanò, ricercatrice di Economia Aziendale al Demi. Francesco Botti, 20 anni, sta per laurearsi in Economia Aziendale. Gli preme ‘sfatare i falsi miti’ sull’università: “appena iscritto mi sono reso conto che i docenti sono al servizio degli studenti e, anche se in aule da duecento posti, sono sempre disponibili. A gennaio ho finito gli esami e mi sono rivolto all’ufficio stage per un tirocinio. Adesso lavoro al settore contabile della Kerr, un’azienda statunitense specializzata in materiale tecnico per ospedali, che ha a Napoli la propria sede europea”. A chi ha già le idee chiare consiglia di fare subito il  test di ammissione – “per disporre
di un maggior numero di posti” – di non temere per la provenienza scolastica – “io ho fatto il Classico e non ho mai avuto problemi con la Matematica” – e di partecipare al programma Erasmus – “sono stato cinque mesi in Svezia, vicino Malmö. Il confronto con persone da tutto il mondo è impagabile, aiuta a stringere contatti internazionali importanti per il futuro, migliorare l’inglese e permette di valorizzare la nostra formazione accademica perché il metodo di studio italiano è molto competitivo”.
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