Lettere e Beni Culturali vola in Germania. L’occasione: un convegno sulla terracotta architettonica che si terrà dal 19 al 20 gennaio presso l’Università Humboldt di Berlino. Il progetto, che nasce da un’idea della dott.ssa Natalie Wagner – dottoranda tedesca in cotutela con la Vanvitelli – è volto a fare il punto sugli esiti delle ricerche condotte sulla terracotta architettonica: “Ho avuto modo di mettermi in contatto, grazie alla borsa di studio, con esperti americani, tedeschi e di varie parti del mondo del mio stesso oggetto di ricerca. Mi sono allora detta: perché non promuovere un simposio tra tutte queste persone? Volevo creare un ponte tra tutti noi ed è riuscito perfettamente”. La ricercatrice ha conosciuto così anche il prof. Carlo Rescigno, docente di Archeologia presso la Vanvitelli, che si è subito attivato affinché tutto andasse per il meglio. “Il professore mi ha aiutato nella scelta dei temi e degli interventi – spiega la Wagner – in quanto ritengo che l’organizzazione sia molto importante e nulla vada lasciato al caso in queste occasioni”. Da qui, l’incontro internazionale tra il Dipartimento di Lettere e quello di Architettura e la Humboldt. “Si tratta di un’iniziativa che il nostro Dipartimento ha potuto realizzare grazie ai fondi stanziati dall’Università di Berlino alla nostra dottoranda, che ha deciso di organizzare un seminario su tutte le tesi di studenti e studiosi affini. È un evento importante – asserisce il prof. Rescigno – in quanto stiamo vivendo un cambio generazionale da un vecchio modello ad uno nuovo e tutti questi studi di approfondimento rischiavano di andare perduti. Soprattutto questi specialismi di conoscenza, che, sebbene non risolvano la completa acquisizione del mondo antico, sono utili per comprendere cosa sia emerso da un dato scavo. Ma la scoperta più interessante è stata constatare che anche in aree geografiche lontane da noi viene approfondito lo studio delle decorazioni dei templi dell’Italia e della Grecia precedenti alla romanizzazione. In questo periodo venivano impiegati il legno e altri materiali meno durevoli, tra cui anche la terracotta. Su di essa venivano riprodotte immagini di divinità, satiri, menadi e così via. Una tradizione che caratterizza questa parte del mondo mediterraneo, unendo Grecia, Etruria e Magna Grecia”.
Un’opportunità importante, soprattutto per laureati, dottorandi e specializzandi che saranno il fulcro dell’intero convegno. “Le tesi degli studenti della Vanvitelli verteranno sulle decorazioni di un santuario in Magna Grecia, nel Metaponto, mentre un altro gruppo disquisirà su Cuma. Molto verrà detto anche su Capua etrusca, che nella fase arcaica utilizzava delle maestranze provenienti dalle città greche. Ci avvarremo anche di realtà tridimensionali, importantissime per noi che lavoriamo su un patrimonio fatto di frammenti. Strumenti che spesso vengono utilizzati per la divulgazione, e che noi impieghiamo come ausilio allo studio”. Ilaria Cangiano, specializzanda della Vanvitelli, aggiunge: “È un convegno a cui contribuiremo attraverso la terracotta architettonica di età ellenistico-romana, finora mai studiata, inedita. Cercheremo così di presentare un quadro di sintesi dei modelli e dei fenomeni di evoluzione dalla grande architettura fino ad arrivare a fenomeni inferiori”. Ospiti anche studenti di altre Università nel mondo che lavoreranno su siti della Grecia, di Roma, della Turchia, dell’Etruria, provenienti dall’Università di Amsterdam, di Bonn e della Pennsylvania. “È una grandissima opportunità di crescita, che non si presenta tutti i giorni, la possibilità di confrontarsi in ambito internazionale con specialisti del settore – asserisce Giulia Francavilla, laureata Magistrale in Archeologia della Vanvitelli – I nostri interventi saranno su argomenti sviluppati in occasione della seduta di laurea. Si parlerà di più regioni, dunque alla base vi è pure un discorso topografico, oltre che archeologico in sé”. Andrea Averna, Samantha Frese, Valentina Vecchio, Igor Pappone, Ida Campanile e Valentina Sannino: gli altri membri del team campano.
Maria Teresa Perrotta
Un’opportunità importante, soprattutto per laureati, dottorandi e specializzandi che saranno il fulcro dell’intero convegno. “Le tesi degli studenti della Vanvitelli verteranno sulle decorazioni di un santuario in Magna Grecia, nel Metaponto, mentre un altro gruppo disquisirà su Cuma. Molto verrà detto anche su Capua etrusca, che nella fase arcaica utilizzava delle maestranze provenienti dalle città greche. Ci avvarremo anche di realtà tridimensionali, importantissime per noi che lavoriamo su un patrimonio fatto di frammenti. Strumenti che spesso vengono utilizzati per la divulgazione, e che noi impieghiamo come ausilio allo studio”. Ilaria Cangiano, specializzanda della Vanvitelli, aggiunge: “È un convegno a cui contribuiremo attraverso la terracotta architettonica di età ellenistico-romana, finora mai studiata, inedita. Cercheremo così di presentare un quadro di sintesi dei modelli e dei fenomeni di evoluzione dalla grande architettura fino ad arrivare a fenomeni inferiori”. Ospiti anche studenti di altre Università nel mondo che lavoreranno su siti della Grecia, di Roma, della Turchia, dell’Etruria, provenienti dall’Università di Amsterdam, di Bonn e della Pennsylvania. “È una grandissima opportunità di crescita, che non si presenta tutti i giorni, la possibilità di confrontarsi in ambito internazionale con specialisti del settore – asserisce Giulia Francavilla, laureata Magistrale in Archeologia della Vanvitelli – I nostri interventi saranno su argomenti sviluppati in occasione della seduta di laurea. Si parlerà di più regioni, dunque alla base vi è pure un discorso topografico, oltre che archeologico in sé”. Andrea Averna, Samantha Frese, Valentina Vecchio, Igor Pappone, Ida Campanile e Valentina Sannino: gli altri membri del team campano.
Maria Teresa Perrotta