Alla guida del Dipartimento di Medicina Sperimentale, il prof. Liberato Berrino. Ordinario di Farmacologia, Presidente del Corso di Laurea Triennale in Informatore medico scientifico dal ’99 e, fino allo scorso anno, segretario del Consiglio di Facoltà, è stato uno dei primi ricercatori assunti presso la Seconda Università, al momento della nascita dell’Ateneo. “Ormai è cambiato il ruolo del Dipartimento che, oltre all’attività di ricerca, si occuperà di didattica, attività assistenziale, programmazione dei ruoli”, afferma Berrino, già Direttore del Dipartimento di Medicina sperimentale da febbraio scorso, quando la prof.ssa Maria Antonietta Tufano è stata collocata in quiescenza. “E’ una bella realtà – continua il docente – numericamente, uno dei Dipartimenti più corposi dell’Ateneo: siamo oltre 250 unità e, a mio avviso, la ricchezza sta proprio nelle persone che ne fanno parte. Il lavoro scientifico è frutto di collaborazione e sinergia tra vari gruppi, non si può pensare di fare da soli altrimenti non cresceremo mai in qualità”. La partecipazione va cercata anche negli studenti. “In primis, va migliorato il tempo da dedicare ai ragazzi, la disponibilità in ordine di tempo e di ascolto per dar vita ad un bel rapporto basato sul rispetto reciproco. Poi, andrebbe preso in considerazione anche l’aspetto relativo agli spazi e alle strutture non sempre accoglienti”. Il Dipartimento abbraccia molteplici discipline dell’area clinica e di quella pre-clinica. “Il nostro obiettivo è quello di potenziare ancor più l’attività di ricerca, per offrire importanti servizi al mercato e alla società, anche perché, con l’autonomia finanziaria, riusciremo ad essere attrattori di risorse solo se avremo la capacità di metterci al servizio del sistema produttivo”. L’unico dubbio, secondo Berrino, “è che non conosciamo bene il funzionamento di questo nuovo meccanismo. Dobbiamo imparare, è una novità per tutti, ma il lavoro da fare è tanto, di certo non ci annoieremo”.