“Lo studente migliore è quello motivato”

“Una scelta della Facoltà motivata e non residuale”. Per il prof. Giovanni Leone, docente di Diritto Processuale Amministrativo, occorre partire da qui. “Per troppi anni Giurisprudenza è stata la Facoltà di chi non aveva particolari attitudini, una scelta residuale che aveva come unico fine laurearsi. Questo è il primo errore che fanno i neo iscritti, si rischia di rimanere parcheggiati in Facoltà senza scoprire mai la bellezza di fare qualcosa che piace veramente”, spiega il Presidente della Commissione Didattica. Ed allora come deve essere uno studente di Giurisprudenza? “Non esiste il prototipo della matricola perfetta – dice il professore – Lo studente migliore risulta quello motivato, quello che sceglie la Facoltà animato da un forte sentimento di giustizia e che davanti alle prime difficoltà non si arrende, va avanti senza scoraggiarsi. Credo che la buona volontà sia la dote primaria per cercare di emergere, non solo negli studi, ma anche nella vita. La passione per il diritto cresce man mano e deve essere stimolata ogni giorno attraverso la voglia di fare. La scelta giusta è quindi quella che si sente all’inizio nella pancia, una forte emozione che poi matura attraverso la frequentazione dei corsi”. Perché cosa fondamentale è seguire fin da subito le lezioni. “Le aspettative degli studenti si fanno chiare seguendo i corsi. Se dopo il primo mese di lezioni ci si rende conto che il diritto non rientra nei propri canoni, meglio rivolgere il proprio interesse altrove che ostinarsi a fare qualcosa che non va”. In effetti le difficoltà si riscontano già nei primi giorni. “Al primo anno è il linguaggio giuridico a destare maggiori preoccupazioni, i concetti che debbono essere acquisiti risultano poco chiari perché alla base non vi è la conoscenza tecnica. Per questo motivo mi piacerebbe promuovere un nuovo insegnamento che preveda la risoluzione di queste difficoltà attraverso l’esplicazione di principi generali”. Leggende metropolitane raccontano però che a Giurisprudenza sopravvive solo chi è più forte. “Racconti che non hanno alcun fondo di verità. Consiglio sempre ai nuovi iscritti di vivere personalmente ogni singola esperienza. L’università è una scelta che si vive in modo soggettivo e nessuno studente vive le stesse sensazioni di un altro. La disponibilità c’è e deve essere ricercata in modo intelligente”. Ed allora come si sopravvive? “Studiando. Giurisprudenza non è una Facoltà semplice: ha 31 esami all’attivo per 5 anni di corso e quindi l’impegno che si richiede è notevole. Nel percorso di studi si trovano esami da 1200 pagine ed è qui che è richiesta la maggiore disponibilità a mettersi in gioco. Del resto chi si iscrive in questa Facoltà troverà ottimi docenti e una preparazione altamente professionalizzante”. Il segreto è “assimilare giornalmente. L’esperienza sul campo è la prima alleata di ogni nuovo iscritto. Seconda regola: mai perdersi d’animo, anche se nel primo semestre si svolgono solo 2 esami su 3, non bisogna scoraggiarsi, ma occorre trovare il metodo giusto che permetta di rimettersi in carreggiata”. 
Susy Lubrano
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