Lutto a Sociologia per la scomparsa del prof. Di Costanzo

Scienze Sociali in lutto per l’improvvisa scomparsa del prof. Giuseppe Di Costanzo, ordinario di Storia della Filosofia e Filosofia della Comunicazione e della Narrazione. “Era un grande  professore”, questo il pensiero di molti studenti che l‘hanno conosciuto. “Ho sostenuto il suo esame durante la Triennale – ricorda Matteo, iscritto alla Magistrale in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica – presi trenta. È stato davvero un buon professore. Era sempre a disposizione degli studenti”. Lo ricordano come quello che si fermava un’ora dopo le lezioni per rispondere alle domande dei suoi ragazzi. Professionale come pochi, il Dipartimento ha subito una grande perdita. “Diversi colleghi mi hanno scritto e tra le cose che sono state dette di lui ricorre questa idea della sua signorilità – dichiara la prof.ssa Enrica Amaturo, Direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali – della sua gentilezza. Era innamorato del suo lavoro e cercava sempre un’opportunità per proporre cose nuove”. Di Costanzo amava anche la scrittura. Tra i suoi libri, la Amaturo ricorda in particolare “Tutto tranne l’amore”. “Quando organizzammo la presentazione del libro – testimonia la professoressa – mi colpì particolarmente la partecipazione dei suoi studenti. Lui teneva un laboratorio di scrittura molto frequentato”. “Si sentirà la sua mancanza”, afferma Angela, altra studentessa che, quasi commossa, racconta: “Per me era molto di più che un professore. Quando ho cominciato a seguire il corso avevo dei problemi con la sua materia, diciamo che non la amavo particolarmente. Ma lui è stato capace di trasmettermi la sua passione”. “Un uomo distinto, a volte sembrava quasi scostante – dice invece Mirco, studente al secondo anno della Magistrale in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica – Non ho frequentato il corso perché ritenevo di poter studiare a casa quindi non lo conoscevo bene, ma so che era molto apprezzato dai miei colleghi”. Racconta uno studente che ha sostenuto il suo esame durante la Triennale in Culture Digitali: “era luglio, e io ero l’ultimo candidato. Di Costanzo era solito avvalersi dell’aiuto di un’altra docente per gli esami, io fui interrogato da entrambi. Al termine dell’esame, che durò un’ora, eravamo tutti e tre stremati. Voleva darmi 29, ma notò che il mio libro era pieno di note. Cominciò a leggerle e si rese conto che non era nulla di più di quello che lui diceva a lezione. Quando capì che avevo seguito tutto il corso decise di darmi 30, perché voleva premiare il mio impegno. Lui era così, era una persona che ti incoraggiava”. Insomma, chi più e chi meno, tutti stimavano il prof. Di Costanzo. Dalle parole dei suoi studenti si delinea chiaramente il ritratto di una persona dedita al suo lavoro e giusta con chi lo meritava. “Un italiano con il cuore di un tedesco”, qualcuno l’ha definito. Un docente che vivrà per sempre nei cuori e nei ricordi dei suoi studenti.
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