Matematica e Fisica, i primi scogli da affrontare per gli studenti di Ingegneria

Ingegneria: una delle Facoltà dove, a detta di molti, si studia tanto. Primo scoglio: la prova di autovalutazione, che, specifichiamo, non è obbligatoria. Anche coloro che non vi hanno partecipato possono comunque iscriversi ad Ingegneria. Ma cosa aspetta questi aspiranti ingegneri? Come sarà il loro primo anno? Ci proiettiamo nella realtà accademica delle neo matricole, guidati dalle prof.sse Lucilla De Arcangelis e Anna Maria Piccirillo, docenti rispettivamente di Fisica e Matematica, i due insegnamenti più temuti del primo anno. Una precisazione: coloro che hanno deciso di non partecipare alla prova di autovalutazione o che non hanno raggiunto il punteggio minimo per il superamento del test, al termine del primo semestre, dovranno sostenere una prova scritta di Matematica e una di Fisica per mostrare di essere in possesso dei requisiti minimi richiesti,  propedeutica a tutti gli altri esami. Dunque un aspirante ingegnere deve avere una buona preparazione almeno in Matematica e Fisica? “Un ragazzo che si accinge a frequentare questo corso di laurea, pur non avendo appreso le basi della conoscenza comune (per esempio non conosce il teorema di Pitagora, un’equazione algebrica o un logaritmo), deve sapere che sarà necessario un lavoro non indifferente –spiega la De Arcangelis – D’altra parte uno studente, con un background limitato in Aritmetica, Algebra e Geometria, non disposto a fare il minimo sforzo, che ingegnere potrà essere?”. Dunque: impegno, motivazione ed energia le caratteristiche richieste da questo percorso di studi. Inutile ribadire che seguire i corsi è fondamentale. “Nella prima parte del corso di Fisica – dice la De Arcangelis – inizio da zero con un riepilogo di Geometria piana, anche se non è strettamente nella programmazione del corso. Pongo attenzione alle difficoltà delle matricole che, purtroppo, arrivano dalle superiori con una scarsa preparazione e con l’abitudine di studiare in relazione alle interrogazioni programmate…”. Ansia diffusa anche per la prova di Matematica. “Durante il corso, che è di 12 crediti formativi ed ha durata annuale (come d’altronde anche Fisica), lo studente incontra i concetti cardine dell’Analisi che lo accompagneranno durante l’intero corso di studi ed è quindi facile immaginare come una comprensione corretta e limpida dei contenuti di questo corso possa agevolarlo nel percorso futuro. – spiega la Piccirillo – Inoltre è ancora studiando l’Analisi Matematica che lo studente acquisisce il metodo di studio più valido per affrontare le questioni ingegneristiche”.
Le prove scritte di Matematica e Fisica, per coloro che non hanno superato i test di autovalutazione, rappresentano solo un terzo dei rispettivi esami e, dopo aver seguito il corso con impegno, solo una percentuale del 10% dei ragazzi non riesce a colmare il debito. Sono esami corposi e impegnativi per lo studio dei quali è necessario acquisire il metodo giusto. E allora in che modo bisogna approcciarsi a queste materie? “Sicuramente, il metodo di studi non deve essere mnemonico. Imparare a memoria è la cosa più sbagliata che gli studenti possano fare, in quanto lo scopo dei nostri insegnamenti non è solo fare in modo che apprendano le nozioni, piuttosto fornire un modo di pensare e un metodo per affrontare i più svariati problemi… molti studenti hanno problemi di comprensione e difficoltà a correlare ciò che leggono con i dati di tipo scientifico. Questo richiede una forma mentis, oltre che perseveranza e motivazione”.
Dalla parte dello studente, docenti disponibili, pronti ad accogliere le  matricole. Dice la De Arcangelis: “gli studenti vengono seguiti durante tutto il percorso di studi”.
Maddalena Esposito
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