Microeconomia, l’esame “impossibile”

È una materia del secondo semestre del primo anno ed è quella che miete il maggior numero di vittime. Molti abbandonano il corso, registra il più basso tasso di successo al primo anno e, fino a quando non sono state abolite le propedeuticità, bloccava le carriere degli studenti per anni. Si tratta dell’esame di Microeconomia, una materia analitica, molto impegnativa dal punto di vista logico-formale, che studia la teoria del consumatore. “È il primo esame che segnala agli studenti che non hanno esperienza nella ricerca economica quali concrete possibilità abbiano. Le reazioni nella platea sono molto differenziate, dipende dalla formazione degli studenti che è molto eterogenea. Alcuni si appassionano, altri invece fuggono”, spiega il prof. Riccardo Martina. Un consiglio importante: considerare il corso come un’occasione per capire l’indirizzo che si vuole dare agli studi in Economia. “Dobbiamo fornire contenuti che rispettino gli obiettivi della Facoltà, tenendo anche conto della possibilità di fornire degli incentivi agli studenti migliori. È un corso molto articolato, con una caratterizzazione a sé stante rispetto agli altri proposti, con un elevato contenuto di tipo logico-formale, che richiede un alto grado di concentrazione, ma in fondo applica concetti di logica elementare”. Molte matricole, soprattutto quelle che al primo semestre non riescono a dare esami, abbandonano il corso e cercano di riprendere la materia in seguito, intimorite dalla voce di corridoio in base alla quale l’esame ‘è impossibile’. “Una cosa abbastanza importante da segnalare è quanto sia falsato il tessuto comunicativo. Abbiamo docenti di primissimo livello, che le più grandi università del mondo ci invidiano”. Un consiglio prezioso, non trascurare l’esame di Matematica al primo semestre perché aiuta a crearsi la giusta forma mentis. “Gli studenti medi sono mediamente poco abituati alla logica formale ed un’altra difficoltà è l’eterogeneità del progetto formativo che certamente stimola gli studenti maturi, ma risulta difficile per gli altri. Proprio per questo deve essere importante mantenere un elevato tasso di impegno e rigore”, conclude il prof. Martina.
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