Il Preside: “Prepariamo la classe dirigente di domani, non possiamo fare sconti”

È una delle più prestigiose Facoltà giuridiche d’Italia. Quella in cui hanno studiato il Presidente della Repubblica, il Presidente della Corte Costituzionale, il Primo Presidente della Corte di Cassazione. Insomma, una fucina di cariche istituzionali e alti funzionari, oltre che di studiosi illustri. La Facoltà di Giurisprudenza della Federico II ha una grande tradizione alle spalle e continua a proporsi come luogo di formazione del giurista e non semplicemente del tecnico del diritto. Il Preside, prof. Lucio De Giovanni, ama ripeterlo spesso: “Siamo una Facoltà di Giurisprudenza e non di Legge”. Vuol dire che tra le sue aule si formano giovani in grado di interpretare il diritto. La futura classe dirigente del Paese. “E’ questa la caratteristica che più di ogni altra differenzia la nostra offerta formativa rispetto a quella di altre Facoltà giuridiche”, dice il Preside, “ed è per questo che il nostro percorso di studi è particolarmente rigoroso. Prepariamo la classe dirigente di domani, non possiamo fare sconti”. 
Il Corso di Laurea è quello Magistrale a ciclo unico quinquennale in Giurisprudenza. 27 esami più una idoneità in lingua straniera. Le lezioni si tengono negli edifici di via Porta di Massa n. 32 e di via Marina n. 33, dove si trova anche la Segreteria Studenti. Per informazioni e consigli ci si può rivolgere al Centro di Orientamento e Tutorato, al primo piano della sede di via Porta di Massa. Ma quest’anno molte neomatricole arriveranno più preparate all’appuntamento con la Facoltà. Lo scorso anno, infatti, 120 istituti superiori di Napoli e provincia hanno avuto incontri di orientamento con la Facoltà, curati dai professori Francesco Santoni, delegato all’orientamento, Angelo Puglisi e Cristina Vano. Il Preside è molto soddisfatto del lavoro svolto, per la prima volta incentrato “su un orientamento meno generico e più capillare”. Orientare significa, però, anche informare in maniera approfondita sui possibili sbocchi occupazionali del laureato in Giurisprudenza, oggi non più scontati come un tempo. I 3.000 e passa immatricolati dello scorso anno quanto sono consapevoli della problematicità che presenta il mercato del lavoro per i dottori in Giurisprudenza? Se è vero che le classiche professioni forensi restano i principali approdi, è anche vero che per raggiungerli è necessario molto tempo, molta pazienza e tanto studio dopo la laurea. Una volta laureati, si deve ancora studiare e sottoporsi ad esami prima di tagliare il traguardo della realizzazione professionale e dell’indipendenza economica. Scuola biennale di specializzazione per chi vuole partecipare al concorso in magistratura; praticantato, Scuola ed esame di Stato per chi vuole diventare avvocato; praticantato, Scuola e concorso se si vuol fare il notaio. Dalla laurea trascorrono altri due o tre anni, se va bene, prima di vedere i frutti dei propri sacrifici. Cosa dire a chi vorrebbe inserirsi più celermente? “Non abbiamo la palla di vetro”, risponde il prof. De Giovanni, “nessuno è in grado di dire cosa succederà tra cinque anni a livello economico e sociale, e la crisi della Pubblica Amministrazione sta creando nuovi problemi. Attualmente vengono banditi sempre meno di frequente i concorsi di livello medio che un tempo consentivano l’assorbimento di tanti laureati in Giurisprudenza. Come Facoltà dobbiamo cercare un raccordo sempre più stretto con il mondo delle attività produttive, con i sindacati, con le associazioni professionali, per capire di volta in volta quali sono gli sbocchi intorno ai quali può esserci richiesta di giuristi. Manterremo la nostra tradizione basata sulla cura dei fondamentali del diritto e della trasmissione di un metodo critico, ma avendo sempre un occhio sul mondo del lavoro”. Dunque, mai come in questo caso, del doman non v’è certezza. E proprio per questo è importante prepararsi ad acquisire una professionalità ancora più rimarcata. E’ avvantaggiato chi ha curiosità culturale “perché Giurisprudenza è una Facoltà umanistica”, e chi ha interesse per il sociale. “Oggi essere un giurista significa vivere anche il pubblico”, dice il prof. De Giovanni, “ogni volta che inizia il corso dico ai ragazzi che devono seguirlo non solo per sé, ma anche per il proprio Paese. Uno studente di Giurisprudenza non può rinchiudersi in se stesso, deve aprirsi agli altri”. Partire con il piede giusto è fondamentale, anzi quest’anno si inizierà un po’ prima con degli incontri introduttivi che si terranno durante l’ultima settimana di settembre. Protagonisti saranno illustri esponenti delle professioni che racconteranno con semplicità la loro esperienza agli studenti. Dopodiché, si partirà con le lezioni. Il segreto per riuscire bene agli esami senza restare indietro è seguirle. Il primo anno prevede insegnamenti basilari: Istituzioni di diritto romano, Diritto costituzionale e Filosofia del diritto al primo semestre; Istituzioni di diritto privato, Storia del diritto medievale e moderno e Storia del diritto romano al secondo. Il Preside, che insegna Storia del diritto romano e gli studenti del primo anno li conosce bene, raccomanda di non lasciarsi scoraggiare dalle eventuali difficoltà. “Chiedo ai ragazzi di essere determinati, forti. Noi attiveremo un tutoraggio serio per assisterli al meglio. Il Preside e la Facoltà cercheranno di essere il più accoglienti possibile”.
Sara Pepe
- Advertisement -




Articoli Correlati