Nasce ASPE, associazione degli studenti di Scienze Gastronomiche

È realtà già da alcuni mesi e il 28 febbraio è stata ufficializzata anche dal  Dipartimento: è nata ASPE, Associazione Scientifico Produttiva Enogastronomica. Vede uniti i 63 studenti di Scienze Gastronomiche Mediterranee e degli altri Corsi del Dipartimento di Agraria. Nasce “dalle esperienze pregresse di ogni singolo studente che vi partecipa. Nel nostro Corso ci sono molti esperti del settore come pasticceri, cuochi, c’è chi viene da famiglie che gestiscono un ristorante, chi ha seguito corsi di comunicazione e critica enogastronomica. Abbiamo unito professionalità e contatti, curando ogni dettaglio, sentendo il bisogno di attivarci per il Dipartimento, ma anche per il nostro futuro, con opportunità di approfondimento, momenti laboratoriali pratici e possibilità di stage lavorativi”, spiega il presidente Enrico Marciano, professione cuoco e studente proprio del nuovo Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche Mediterranee. L’ASPE nasce da una scelta consapevole e ben studiata: “Credo nell’associazionismo. Appena iscritto all’università sono entrato a far parte delle associazioni studentesche del nostro Dipartimento. A fine novembre ho proposto agli altri ragazzi di fondare un’associazione che pensasse ad eventi ad hoc per noi e per i tecnologi alimentari. Dopo l’approvazione dell’Ateneo ci iscriveremo anche alla Camera di Commercio e opereremo all’esterno dell’università convogliando esperti della regione”.
Quali sono gli obiettivi dell’ASPE? “In aula condividiamo un’ideologia. Abbiamo notato come, a volte, alcuni portali e giornali enogastronomici facciano, anche per esigenze di mercato, una comunicazione non corretta. Noi vorremmo, invece, una comunicazione scientifica pulita che sfati, ad esempio, i miti sulle proprietà miracolose di alcuni alimenti e fornisca informazioni corrette sulla stagionalità degli alimenti”. Qualche esempio per intenderci: “La parmigiana di melanzane a febbraio? Non è stagione. Tutti bevono il caffè, ma non tutti sanno che ci sono paesi che deforestano per le coltivazioni intensive o dove i lavoratori sono sfruttati e sottopagati o non c’è rispetto per il prodotto durante tutta la filiera. Lo stesso vale per la cioccolata”. Teoria e pratica vanno a braccetto: “Avremo stage, corsi di formazione, workshop, convegni. Con noi anche enti privati e pubblici del settore enogastronomico e della produzione animale e vegetale che condividono i nostri ideali, ma anche i nostri docenti e gli chef stellati che ci faranno lezione durante il corso. Grazie ai terreni del Dipartimento o di aziende esterne proporremo dei progetti che riguarderanno tutta la filiera, dalla nascita del prodotto alla degustazione e al suo utilizzo in cucina. Tutto quello che facciamo è rivolto agli studenti, per supportarli nella didattica e per stringere contatti con aziende, così da agevolarli una volta usciti dall’università”.
1600 followers in un mese per la rubrica 
‘So’ piatti nostri’
L’associazione ha già anche un logo e un marchio che verrà registrato: “Il logo si compone con le quattro lettere ASPE. La A ricorda un po’ quella del logo del Dipartimento di Agraria, ma è fatta con una forchetta, un coltello e un cucchiaino. Sulla E c’è un cavatappi che ricorda un accento. Abbiamo voluto dare al nostro logo una connotazione partenopea – il cavatappi trasforma la sigla ASPE in “aspe’”, resa in napoletano dell’imperativo “aspetta”, e che è l’espressione di stupore degli studenti ascoltando inesattezze e luoghi comuni che a volte incontrano nel mondo dell’enogastronomia – Il marchio, invece, è solo la A con un cerchio rosso come sfondo. Abbiamo usato lo stesso rosso delle pettorine che ci ha dato il Dipartimento per il nostro Corso. Tra le aziende che nel settore enogastronomico fanno una comunicazione e divulgazione pulita dando apporti scientifici abbiamo notato, inoltre, che si da uso del rosso e del bianco”. 
Aspe avrà sede presso la palazzina Bettini dove il Dipartimento ha messo a disposizione degli studenti le aule attrezzate dotate di televisori e supporti multimediali. “Abbiamo creato anche una pagina Instagram. In un solo mese abbiamo ricevuto un bollino blu di qualità per la nostra attività di divulgazione. Con la rubrica ‘So’ piatti nostri’, dove gli studenti hanno postato foto di prodotti realizzati da loro, siamo arrivati a quasi 1600 followers in un mese. Anche alcune aziende hanno cominciato a seguirci e ora abbiamo anche una pagina Facebook”. Collaborazione sarà la parola d’ordine: “Le nostre iniziative sono aperte a tutti, non ci sono limiti allo studio. Anzi, speriamo nella collaborazione con gli studenti degli altri Dipartimenti. Ad esempio, con gli studenti di Medicina nel campo della nutraceutica”. 
Infine un bilancio del primo semestre di Scienze Gastronomiche Mediterranee. “La nostra risposta è stata molto positiva. La classe è varia, si va dai 18 ai 50 anni. I professori sono disponibili, aperti, e supportano gli studenti lavoratori. Ci hanno sostenuto nella nascita di questa associazione e ci spingono ad essere sempre curiosi”, afferma Enrico. E conclude: “Io sono di Castellammare di Stabia e ho il doppio diploma scientifico e alberghiero. Dopo il diploma ho scelto di continuare nel campo che è per me una passione. Ho studiato in questo settore, ma cercavo un Corso che fosse riconosciuto anche dal Ministero. La nascita di Scienze Gastronomiche Mediterranee è stata una grande opportunità”, conclude Enrico.
Carol Simeoli
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