Il 2017 è l’anno delle nozze d’argento tra Napoli ed il Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Ateneo Federico II. “Fu istituito – ricorda la Direttrice Maria Rosaria Ghiara, docente di Mineralogia – nel 1992, quando si riunirono in una unica struttura i vari Musei, che fino a quel momento erano divisi tra i vari Dipartimenti universitari. Per festeggiare il quarto di secolo di attività, sto pensando ad una serie di eventi e manifestazioni che potrebbero svolgersi in autunno, tra settembre ed ottobre. Intanto ci prepariamo alle aperture straordinarie previste, anche questa volta, nell’ambito del Maggio dei Monumenti, ed all’undicesima edizione di ‘Collezionare la Natura’, che dovrebbe svolgersi a giugno e che avrà, come già è accaduto in passato, un ospite di punta nell’ambito del settore della divulgazione scientifica: Alberto Angela”. Sono 5 le esposizioni permanenti che fanno parte del Centro Musei dell’Ateneo federiciano: il Real Museo Mineralogico, il Museo Zoologico, il Museo di Antropologia, il Museo di Paleontologia, il Museo di Fisica. Sono tutti in via Mezzocannone 8. Il primo custodisce, tra l’altro, minerali raccolti nelle più importanti miniere europee di fine Settecento ed Ottocento. Tra esse le manganiti, originarie della Sassonia, le fluoriti del Cumberland, le calciti del Derbyshire e della Sassonia. Il Museo Zoologico è un vero e proprio archivio della biodiversità. Espone, tra gli altri, uno scheletro completo di Balena Franca Boreale ed un esemplare di Foca Monaca proveniente dal Golfo di Napoli. Nella esposizione di Antropologia spiccano, tra i vari reperti, due crani di età preistorica, quattro mummie peruviane, lo scheletro umano del Paleolitico inferiore che proviene da Grotta Romanelli, in Puglia. Nel Museo di Paleontologia una delle grandi attrattive è l’Allosaurus fragilis, un dinosauro carnivoro
che fu rinvenuto negli Stati Uniti e che fu acquistato nel 1996 dalla Federico II. Reperto spettacolare e di grande interesse scientifico, perché in gran parte completo. Il Museo di Fisica, che è stato istituito nel 2000, raccoglie circa settecento strumenti, gran parte dei quali di origine ottocentesca. “Sono circa 35 mila – quantifica la prof.ssa Ghiara – i visitatori dei nostri musei in un anno. Prevalentemente studenti delle scuole ed universitari. I primi pagano un biglietto, sia pure molto contenuto, i secondi entrano gratuitamente. Potenzialmente le nostre esposizioni sarebbero in grado di attrarre molte più persone, ma scontiamo l’handicap di non essere aperti, salvo eventi e manifestazioni particolari, quali per esempio il Maggio dei Monumenti, durante il fine settimana”. Nei giorni, vale a dire, durante i quali i musei federiciani potrebbero essere una meta appetibile per le famiglie, per i turisti che arrivano a Napoli nel fine settimana. Un limite non da poco. “Ne sono più che consapevole – prosegue la Direttrice – ma non è certamente colpa della Federico II. Per garantire per tutto l’anno l’apertura dei musei nel fine settimana servirebbero risorse aggiuntive per pagare gli straordinari ad almeno una decina dei tredici dipendenti, i quali dovrebbero garantire il servizio di sorveglianza nelle sale. Ad oggi queste risorse non ci sono. Nel corso degli anni, più volte, ho personalmente ascoltato impegni e promesse da parte di autorevoli rappresentanti delle istituzioni cittadine e regionali, i quali pubblicamente promettevano
di destinare ai nostri musei qualche risorsa aggiuntiva per migliorarne la fruibilità, a beneficio dei napoletani e dei turisti. Di tanti impegni, ad oggi, nulla si è concretizzato. Sarebbe utile, per esempio, un finanziamento vincolato che ci consentirebbe di accogliere gratuitamente i ragazzi delle scuole. È vero che pagano poco, ma a me piacerebbe che non pagassero nulla, proprio come i loro colleghi più grandi che frequentano il nostro Ateneo. Non meno utile sarebbe se Comune o Regione distaccassero qualche unità di personale presso di noi, in modo da rinforzare l’organico e permettere ai musei di aprire il fine settimana. Non è arrivato nulla, finora. Continuiamo ad andare avanti solo grazie ai finanziamenti dell’Ateneo ed agli introiti che riceviamo dai biglietti che pagano i visitatori”. Nei Musei federiciani non si fa solo divulgazione, precisa la prof. ssa Ghiara. “Svolgono – sottolinea – anche una importante attività didattica. Un esempio? I docenti di Zoologia portano i loro studenti nelle sale espositive e gli universitari sostengono anche tirocini, tesi di laurea triennali e specialistiche studiando i reperti custoditi”. Non meno significativa, prosegue, “è l’attività di ricerca. Ad esempio, analisi condotte su minerali della Collezione dei Tufi Campani hanno permesso di riconoscere che la identificazione di un minerale come fluosiderite era sbagliata a causa della mancanza di tecnologie di analisi adeguate. Un altro esempio: il progetto ‘La biodiversità animale nei Parchi e nelle Aree Protette della Provincia di Napoli’, alla luce delle Collezioni Museali, ha consentito di redigere un documentato elenco dei mammiferi e degli uccelli presenti nelle principali aree protette della Provincia di Napoli, corredato da reperti originali ottenuti sul campo, da dati faunistici della letteratura e da dati museologici”. Nello stesso ambito, ricorda, “sui reperti, poi, sono effettuati anche studi genetici per mezzo di sofisticate tecniche biomolecolari. Il DNA antico estratto da esemplari di importanti specie custodite nel Museo, come la Lince, il Lupo, la Balena Franca Boreale, sono stati e sono tuttora analizzati presso laboratori italiani e stranieri, per individuarne l’esatta sistematica”. Si affianca a queste attività la promozione di congressi, seminari e conferenze. “Mi piace, infine, sottolineare – conclude Ghiara – che operano in collaborazione con il Centro Musei alcune associazioni costituite da giovani laureati che effettuano visite guidate. Siamo aperti alla città, al territorio, agli studenti e desideriamo continuare ad esserlo. Il migliore augurio che ci si possa fare, in occasione delle nozze d’argento con Napoli, è di proseguire lungo il cammino intrapreso, a dispetto di difficoltà e problemi che non mancano”.
che fu rinvenuto negli Stati Uniti e che fu acquistato nel 1996 dalla Federico II. Reperto spettacolare e di grande interesse scientifico, perché in gran parte completo. Il Museo di Fisica, che è stato istituito nel 2000, raccoglie circa settecento strumenti, gran parte dei quali di origine ottocentesca. “Sono circa 35 mila – quantifica la prof.ssa Ghiara – i visitatori dei nostri musei in un anno. Prevalentemente studenti delle scuole ed universitari. I primi pagano un biglietto, sia pure molto contenuto, i secondi entrano gratuitamente. Potenzialmente le nostre esposizioni sarebbero in grado di attrarre molte più persone, ma scontiamo l’handicap di non essere aperti, salvo eventi e manifestazioni particolari, quali per esempio il Maggio dei Monumenti, durante il fine settimana”. Nei giorni, vale a dire, durante i quali i musei federiciani potrebbero essere una meta appetibile per le famiglie, per i turisti che arrivano a Napoli nel fine settimana. Un limite non da poco. “Ne sono più che consapevole – prosegue la Direttrice – ma non è certamente colpa della Federico II. Per garantire per tutto l’anno l’apertura dei musei nel fine settimana servirebbero risorse aggiuntive per pagare gli straordinari ad almeno una decina dei tredici dipendenti, i quali dovrebbero garantire il servizio di sorveglianza nelle sale. Ad oggi queste risorse non ci sono. Nel corso degli anni, più volte, ho personalmente ascoltato impegni e promesse da parte di autorevoli rappresentanti delle istituzioni cittadine e regionali, i quali pubblicamente promettevano
di destinare ai nostri musei qualche risorsa aggiuntiva per migliorarne la fruibilità, a beneficio dei napoletani e dei turisti. Di tanti impegni, ad oggi, nulla si è concretizzato. Sarebbe utile, per esempio, un finanziamento vincolato che ci consentirebbe di accogliere gratuitamente i ragazzi delle scuole. È vero che pagano poco, ma a me piacerebbe che non pagassero nulla, proprio come i loro colleghi più grandi che frequentano il nostro Ateneo. Non meno utile sarebbe se Comune o Regione distaccassero qualche unità di personale presso di noi, in modo da rinforzare l’organico e permettere ai musei di aprire il fine settimana. Non è arrivato nulla, finora. Continuiamo ad andare avanti solo grazie ai finanziamenti dell’Ateneo ed agli introiti che riceviamo dai biglietti che pagano i visitatori”. Nei Musei federiciani non si fa solo divulgazione, precisa la prof. ssa Ghiara. “Svolgono – sottolinea – anche una importante attività didattica. Un esempio? I docenti di Zoologia portano i loro studenti nelle sale espositive e gli universitari sostengono anche tirocini, tesi di laurea triennali e specialistiche studiando i reperti custoditi”. Non meno significativa, prosegue, “è l’attività di ricerca. Ad esempio, analisi condotte su minerali della Collezione dei Tufi Campani hanno permesso di riconoscere che la identificazione di un minerale come fluosiderite era sbagliata a causa della mancanza di tecnologie di analisi adeguate. Un altro esempio: il progetto ‘La biodiversità animale nei Parchi e nelle Aree Protette della Provincia di Napoli’, alla luce delle Collezioni Museali, ha consentito di redigere un documentato elenco dei mammiferi e degli uccelli presenti nelle principali aree protette della Provincia di Napoli, corredato da reperti originali ottenuti sul campo, da dati faunistici della letteratura e da dati museologici”. Nello stesso ambito, ricorda, “sui reperti, poi, sono effettuati anche studi genetici per mezzo di sofisticate tecniche biomolecolari. Il DNA antico estratto da esemplari di importanti specie custodite nel Museo, come la Lince, il Lupo, la Balena Franca Boreale, sono stati e sono tuttora analizzati presso laboratori italiani e stranieri, per individuarne l’esatta sistematica”. Si affianca a queste attività la promozione di congressi, seminari e conferenze. “Mi piace, infine, sottolineare – conclude Ghiara – che operano in collaborazione con il Centro Musei alcune associazioni costituite da giovani laureati che effettuano visite guidate. Siamo aperti alla città, al territorio, agli studenti e desideriamo continuare ad esserlo. Il migliore augurio che ci si possa fare, in occasione delle nozze d’argento con Napoli, è di proseguire lungo il cammino intrapreso, a dispetto di difficoltà e problemi che non mancano”.