Oltre 40 le lingue che è possibile studiare

È il nucleo più antico di tutto l’Ateneo e per questo motivo ha in un nutrito corredo di lingue e letterature straniere la sua peculiarità. Russo, slavo, sloveno, macedone, serbo, croato, indiano, cinese, giapponese, swahili, ecc., le circa quaranta lingue insegnate nella Facoltà di Lettere de L’Orientale. “Una Facoltà – dichiara il suo Preside, Riccardo Maisano – adatta a chi desidera avere una conoscenza non solo linguistica, ma anche storico-culturale delle nuove realtà dell’Europa e del Mediterraneo”. E non basta. “Siamo gli unici – aggiunge il Preside – a contemplare questo stesso tipo di formazione per le lingue dell’Europa orientale, Asia ed Africa”.
Quasi novecento le matricole dello scorso anno accademico, per un totale di tremilacinquecento iscritti. Cinese, giapponese, russo ed arabo, le lingue maggiormente scelte dagli studenti della Facoltà. Che si è data una regola ben precisa: “nei Corsi di Laurea (CdL) triennale in Lingue e culture comparate e in Lingue, culture ed istituzioni dei Paesi del Mediterraneo gli studenti devono scegliere due lingue, purché una afferisca all’area europea o americana, l’altra al settore africano o dell’Europa orientale”. Lettere, inoltre, è anche l’unica Facoltà italiana “dove ebraismo ed islamismo riescono a coesistere”. Consistente la presenza di studenti stranieri “prevalentemente polacchi, russi, bulgari, adesso anche romeni”, riferisce Maisano. Una ricchezza per gli studenti italiani, che possono confrontarsi direttamente con civiltà e culture tanto diverse.
Un rapporto favorevole docenti/studenti, il punto di eccellenza della Facoltà. “Abbiamo molti docenti per un numero ristretto di studenti. Un buon rapporto non solo numerico, ma anche personale, nutrito da forte entusiasmo da entrambe le parti”. Resta da lavorare, però, sull’organizzazione: “purtroppo – ammette il Preside – da noi non c’è ancora gioco di squadra; i colleghi restano individualisti e questa situazione non consente di redigere un calendario di corsi armonico”.
Quale il peso di una laurea in Lettere nell’attuale mercato del lavoro? “Non dimentichiamo che le possibilità d’impiego cambiano col tempo – fa notare Maisano – Pertanto, preferiamo offrire formazione, mettendo così i nostri laureati in condizione di sostenere qualsiasi tipo di lavoro”. Insegnamento, ma anche industria culturale (giornalismo, editoria, comunicazione) e strutture della Pubblica Amministrazione che operano nel settore dei beni culturali (archivi, biblioteche, musei soprintendenze, ecc.), gli sbocchi tipici dei corsi attivati dalla Facoltà. 
Beni archeologici occidentali ed orientali, Filosofia e comunicazione, Lettere, Lingue, culture e istituzioni dei Paesi del Mediterraneo, Lingue e culture comparate, Lingue e culture dell’Asia e dell’Africa, l’offerta formativa triennale per il prossimo anno accademico, cui si aggiunge la novità di Mediazione culturale con l’Europa orientale, interfacoltà con Lingue. Quattro, poi, le lauree Specialistiche: Archeologia, Filologia moderna, Filosofia e comunicazione, Letterature e culture comparate.
Volete diventare archeologi? Beni archeologici occidentali ed orientali è il Corso giusto per voi. “La laurea di primo livello – spiega il Preside – mette gli studenti in grado di approfondire lo studio dell’archeologia sia sul piano teorico che pratico. Moltissime, infatti, le campagne di scavo che proponiamo, nell’area mediterranea come pure – e siamo i soli a farlo – nel vicino, medio ed estremo Oriente”. Due i curricula a scelta dello studente, occidentale ed orientale. Di assoluto prestigio il corpo docente: “il corso annovera archeologi di fama mondiale. Tra le nostre stelle, Emanuele Greco, che attualmente dirige la Scuola di Archeologia di Atene, Rodolfo Fattovich, il maggior archeologo per l’Etiopia, Alessandro De Maigret, esperto dello Yemen, Bruno D’Agostino ed altri ancora”.
Una riflessione sulla lingua, oltre alla sua pratica, è ciò che offre il CdL triennale in Filosofia e comunicazione. “Si tratta di un percorso diretto a quanti vogliano approfondire le tecniche di comunicazione non solo dal punto di vista pragmatico, ma anche teorico, con un’attenzione particolare all’analisi dei fenomeni linguistici. Una volta laureati, ci si potrebbe dedicare al giornalismo intelligente, quello colto, penso alla saggistica, per esempio”. 
Corsi di laurea in Lettere ci sono un po’ ovunque. “Il nostro – afferma il docente – si caratterizza per l’approfondimento dedicato alle culture e civiltà antiche e moderne secondo una prospettiva interculturale”. Lettere antiche e lettere moderne, i due curricula. Lingue, culture e istituzioni dei Paesi del Mediterraneo è un Corso che si contraddistingue “per la molteplicità di approcci con cui s’intende conoscere l’area del Mediterraneo, indagata non solo in chiave linguistico-letteraria, ma anche socio-economica”. Particolare attenzione è data “agli scambi tra le sponde del Mediterraneo, in particolare tra Europa, vicino Oriente ed Africa”. Due le lingue impartite, di cui una obbligatoriamente non occidentale. Stessa regola per il CdL triennale in Lingue e culture comparate, “un percorso che riprende la tradizione linguistico-letteraria de L’Orientale e che si focalizza sulla comparazione di lingue di aree diverse: Europa occidentale ed America, Europa orientale, Asia ed Africa”.
In Lingue e culture dell’Asia e dell’Africa “sono racchiuse le nostre principali specificità – riporta il Preside – Gli studenti, infatti, si troveranno a studiare lingue e culture dell’estremo, medio e vicino Oriente e dell’Africa, tra cui iranistica, indologia, iamatologia, sinologia”. Insieme a Lingue, culture e istituzioni dei Paesi del Mediterraneo, è il corso più affollato della Facoltà, “per la ricchezza dell’offerta didattica e per i molteplici sbocchi occupazionali”. Ultimo arrivato di Lettere, Mediazione culturale con l’Europa orientale, unico Corso del genere nel centro-sud d’Italia, “si concentra sugli scambi commerciali, culturali e sociali con gli Stati dell’Est europeo”. Un percorso di studi che consente “di entrare in contatto con le lingue e le culture di Paesi già membri dell’Unione europea – o in procinto di esserlo – quali Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria, Russia, Bielorussia, Ucraina, senza dimenticare tutte le realtà dell’area balcanica”.
Paola Mantovano
- Advertisement -




Articoli Correlati