Paolisso: percorsi di eccellenza per studenti brillanti, conti a posto, nuova sede a Caserta per Rettorato e Amministrazione

Le cerimonie in pompa magna le evita. Perché costano. Quantizza: tra i 10 e i 15 mila euro. Preferisce che quella cifra sia dedicata “ad altre iniziative dell’Università e possibilmente a favore degli studenti”. In tempi di magra, una scelta apprezzabile e che farebbero bene ad imitare anche in altri ambiti. Non si terrà, dunque, l’inaugurazione dell’anno accademico all’Università della Campania Luigi Vanvitelli. Lo annuncia ai nostri taccuini il Rettore Giuseppe Paolisso. Un momento di incontro ufficiale tra tutte le componenti dell’accademia e aperto al territorio lo prevede per il 2020, quando, a conclusione del suo mandato, tirerà le somme. Intanto, da qualche settimana ha prodotto una relazione sul primo triennio di Rettorato. Ma è tempo di guardare avanti. Procede l’accorpamento dei Dipartimenti, cavallo di battaglia in campagna elettorale. “Siamo partiti da 19 Dipartimenti, dal 1° gennaio si ridurranno a 16. Un accorpamento è già stato realizzato a Medicina, il prossimo riguarderà la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base che avrà un Dipartimento di Ingegneria, uno di Architettura, uno di Matematica e Fisica. Sarà più semplice per gli studenti identificarsi in un vero Polo Tecnologico”. Policlinico a Caserta: “una accelerazione dei lavori c’è stata, l’apertura alla didattica dovrebbe avvenire entro la fine del mio mandato”. Per la sede del Rettorato, sempre nel capoluogo di Terra di Lavoro, “è in corso l’appalto, si stanno valutando le proposte tecniche. Il cantiere sarà affidato entro marzo”. La location: i locali di viale Ellittico che si trasformeranno in un Polo Universitario “con i Dipartimenti di Studi politici e Psicologia, l’asilo, una palestra, il rettorato con tre aule a disposizione degli studenti e la Direzione Generale. Quindi nella stessa struttura ci saranno i Dirigenti dell’Amministrazione con il Direttore Generale ed il Rettore con il suo staff. Nell’attuale sede del Direttore Generale andrà altro personale, pensiamo a degli spostamenti per rendere più efficiente il sistema”. Trasporti per gli studenti: “stanno funzionando molto bene. Prima non c’era alcun servizio, oggi ci sono le navette e se ne chiedono di più. Abbiamo fatto un grande sforzo. Da settembre 2018 aumenteremo il numero delle navette, soprattutto nelle fasce mattutine quando c’è una maggiore richiesta. So che il servizio è utilizzato anche dai docenti. Il sistema, con l’app dedicata (c’è stata chiesta, perché ritenuta molto funzionale, e l’abbiamo data anche alla Federico II), sviluppato dal nostro Ateneo, sta avendo una serie di gratificazioni in tutt’Italia, abbiamo partecipato anche ad un concorso internazionale”. In crescita anche l’internazionalizzazione: “si è passati da 130 studenti in mobilità europea nel 2014 agli attuali 175 e da 134 a 450 per gli outcoming. Inoltre, 36 studenti hanno scelto, nel 2017, destinazioni extraeuropee. Ancora, abbiamo incrementato considerevolmente il numero dei posti messi a bando per Visiting Professor, delle borse di studio ai docenti, degli accordi internazionali”. Novità: partiranno Corsi di Laurea in lingua inglese per l’anno 2018/2019 nell’ambito delle Professioni Sanitarie, “saremo tra i primi in Italia”. Residenze: “è un problema dell’Adisu e non dell’Ateneo. So però che il Prorettore Nicoletti, che ha la delega del settore,  sta lavorando su un progetto per una residenza a Caserta di almeno un centinaio di posti letto. Si dovrebbero sbloccare entro il 2018 anche le due residenze già complete ad Aversa e Caserta di una ventina di posti ciascuna”.
Sul fronte della didattica, di notevole interesse è il programma Valere, un “percorso di eccellenza all’interno del Corso di Laurea in Medicina, rivolto a dieci studenti brillanti – ottima posizione nelle graduatorie di accesso al Corso, un voto medio ponderato del primo anno che non potrà comunque essere inferiore al 28 – ai quali chiederemo 60 crediti formativi in più (420 in totale). Questi ragazzi non pagheranno le tasse universitarie ed avranno una borsa di studio mensile di 1.000 euro (12 mila euro per anno). Dal secondo anno già saranno inseriti in un percorso di ricerca, dovranno, però, conservare sempre una media minima del 28 in tutta la carriera. Avranno la possibilità di svolgere e pubblicare ricerche, sempre a spese dell’Università, di frequentare centri di ricerca in Italia e all’estero”. Un vanto: “in Italia solo noi e Torino abbiamo questa tipologia di percorso”. Già “finanziato il II, III e IV anno”. E, sottolinea il Rettore, “sono pronto a finanziare anche gli altri Dipartimenti”.
Segnali incoraggianti dalla ricerca: “nel 2017 abbiamo speso 10 milioni e 200 mila euro. Per la prima volta in questo Ateneo ci sono stati 51 posti da ricercatore, il prossimo anno prevediamo di spendere 14 milioni sulla ricerca. Naturalmente sono investimenti su tutto ciò che serve per fare ricerca”. Però, resta inteso, bisogna trovare il sistema per generare fondi. Una via: il risparmio. Cita un esempio, la riduzione dei costi dei servizi: “prima si spendevano 2,5 milioni di euro per l’energia elettrica. Così abbiamo investito nel fotovoltaico e nell’ottimizzazione dell’uso dell’energia e la spesa è scesa a 1,7 milioni l’anno. Si prevedono ulteriori risparmi con investimenti in corso a S. Maria Capua Vetere e a Capua. La previsione: nel 2019 saremo vicino a 1,2 milioni di spesa massima”. Conti sul pallottoliere anche sul versante personale docente: “Abbiamo ottimizzato le prese di servizio, questo abbassa il costo di 600 mila euro l’anno. Tutti prendono servizio solo dal 1° novembre, che si faccia il concorso a gennaio o a luglio”. Valutazione: “abbiamo avuto una performance importante, fornendo regole precise a tutti i docenti per quanto riguarda la VQR. Siamo passati da -17 come valore a -7, una delle performance migliori in Italia. Dato che ci ha permesso di avere una premialità particolare, che è stata intorno ai 6 milioni di euro. Siamo passati da un bilancio in entrata di circa 114 milioni ad uno di 124 milioni. Unicamente grazie a regole precise e maggiori controlli. Questo è coinciso anche con il raggiungimento di uno degli obiettivi economici previsti dal Ministero: il rapporto tra assegni fissi e entrate (stipendi e entrate). Rapporto che nel 2014 era di circa l’84%, cioè fuori controllo, perché l’Università deve stare sotto l’80%. Attualmente è al 73%. Altro indice che ci serve per valutare l’affidabilità dell’Università era di minimo 1: è passato da 0,97 all’attuale 1,12”. Il piano di rientro “ci ha permesso di essere considerati un Ateneo Virtuoso, da quando eravamo tra gli ultimi della classifica. Di conseguenza, abbiamo potuto utilizzare anche punti organico che vanno ben oltre il minimo concesso”. Abbattute anche “le spese intermedie, ossia tutto ciò che serve per portare avanti l’università. Ho il costo di tutte le operazioni ed interventi che devo autorizzare, con questa procedura automaticamente si taglia”. Il bilancio, ribadisce Paolisso, “è solido e la situazione finanziaria buona, dobbiamo continuare a fare investimenti oculati. Siamo in una situazione di tranquillità”.
Obiettivi del prossimo triennio: “mantenere la stabilizzazione del cambio aumentando qualitativamente alcuni punti. Punteremo di più su eccellenza e merito investendo in modo significativo”. “Spingeremo molto per la creazione di start up e brevetti che rendono due volte, al ricercatore nella fase di contrattazione economica e all’università perché è considerato qualitativamente nella VQR. Da zero siamo già arrivati a 10 brevetti registrati, è una buona partenza. Quest’attività facilita inoltre un percorso di ricaduta tecnologica su territorio, lavoro e sviluppo”.
Un rammarico: “con i Dipartimenti disseminati sul territorio c’è indubbiamente una difficoltà di gestione e comunicazione. L’aspetto più grave è che non si riesce a creare massa critica. Un economista, ad esempio, quando può parlare con un medico se non si incontrano mai? L’università, invece, dovrebbe continuamente creare contaminazione culturale perché è da questa che nasce un’idea. Da noi è quasi impossibile”.
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