Patrizio Smiraglia: dalle simulazioni processuali vissute con timidezza alla satira irriverente di ‘Lercio’

Alzi la mano chi, imbattendosi in una ‘folle’ notizia della testata satirica “Lercio”, non abbia staccato la spina concedendosi una grossa risata! Potere del web e della fantasia di 25 ragazzi i quali, da sei anni, raccontano la realtà divertendo. Studenti universitari che si sono improvvisati giornalisti e hanno dato vita a titoloni fantasiosi che accarezzano sempre un fondo di verità, seppur amaro. Tra questi ragazzi c’è un laureando di Giurisprudenza.  È Patrizio Smiraglia, 39 anni e tanto timore (“e un po’ di vergogna”) nel raccontarsi ad Ateneapoli. “Sono uno studente di 39 anni, cosa mai potrei raccontare alle giovani generazioni?”.
Partiamo dall’inizio, dall’iscrizione all’Università. “Mi sono iscritto a Giurisprudenza a 30 anni. Dopo il diploma, non avevo alcuna intenzione di studiare, a 18 anni non mi sentivo pronto per mettere la testa a posto”. Trascorre tanto tempo: “lavoravo in un call center, ripetevo sempre le stesse cose, era avvilente. Così ho deciso di rimettermi a studiare. Giurisprudenza mi è sempre piaciuta e l’ho scelta. Sono stato uno studente modello i primi anni, in regola con gli esami”. Smiraglia, che ha terminato gli esami tre anni fa, a breve concluderà la tesi e conta di laurearsi ad aprile. “Il prof. Alberto Lucarelli, mio relatore, è stanco di aspettarmi. All’inizio l’Università era per me una cosa serissima. Poi, quando, grazie a Lercio, ho iniziato a girare l’Italia, le cose si sono un po’ rallentate”.
Ma come fa uno spirito libero ad amare ciò che molti credono statico: il diritto ed il suo mondo? “Ritengo il diritto molto vivo e per niente statico in quanto vive di interpretazioni, le sue dinamiche interne sono in continua evoluzione. Il diritto si trasforma, cambia. Le leggi mi appassionano, mi danno energia positiva e non cambierei con nessun altro percorso quello giuridico”. L’esame più difficile: “Forse Procedura Penale per la lunghezza del programma. Quello che però mi ha dato più filo da torcere è stato Diritto Internazionale. Sono stato bocciato due volte, anche se ogni volta ero convinto di essere preparato”. Questa non è stata l’unica bastonata. “Anni fa partecipai ad una simulazione processuale innanzi ad una fittizia Corte Costituzionale, con la cattedra del prof. Salvatore Prisco. I tempi di ‘Lercio’ erano ancora lontani ed io facevo parte di un gruppo di studenti ricorrenti, le cui memorie scritte furono bocciate dalla Corte. Quando fu il mio turno di parlare in pubblico tremavo per l’emozione. Ero consapevole di aver fatto un buon lavoro eppure non riuscii a dimostrarlo pienamente”. Le cose sono cambiate quando, invece, “ho iniziato a girare l’Italia e le Università per portare il nostro spettacolo satirico davanti ad un pubblico. Da ragazzino timido della simulazione, ora mi ritrovo a girare e a tenere lezioni dal vivo. Presto partiremo per Londra, una bella soddisfazione”.
La sicurezza acquisita l’ha poi aiutato a superare esami difficili come Procedura Civile. “Ho sempre seguito tutti i corsi, la scansione dei tempi mi aiutava a studiare quotidianamente. Mi vergogno un po’ a dirlo ma 9 giorni dopo aver terminato le lezioni di Procedura Civile ho sostenuto l’esame, passandolo al primo tentativo. C’erano studenti che provavano da mesi e non riuscivano. Racconto quest’episodio per dare un consiglio: occorre essere sempre presenti in aula”. Un po’ come raccomandano i docenti: “La lezione va al di là dei libri e si imparano tante cose, con molta meno fatica”. Inoltre: “Giurisprudenza mi ha insegnato che bisogna studiare prima di intervenire su determinati argomenti. Anche quando faccio satira politica, lo studio giuridico mi aiuta. Una cosa è parlare per sentito dire, un’altra è conoscere la materia, giudicare avendo le nozioni di base”.
Nel futuro imminente il traguardo laurea: “Non credo però di continuare il percorso giuridico. Mi sento vecchio per potermi inserire in questo mondo. Per ora ‘Lercio’ va bene ma le cose nate per scommessa non si sa mai quanto possano durare”. Dice un vecchio detto: impara l’arte e mettila da parte. “A pensarci bene, forse non posso precludere in toto la strada post laurea. Sono in là con gli anni per il tirocinio, ma Giurisprudenza è molto altro e sono sicuro saprà aprirmi, laddove cercassi, nuove strade. D’altronde la laurea l’ho inseguita per oltre dieci anni…”.
Susy Lubrano
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