Napoletano doc, cinquantotto anni, decano nel settore delle Telecomunicazioni, il prof. Luigi Paura è il nuovo Direttore del Dipartimento di Ingegneria Biomedica Elettronica e delle Telecomunicazioni (Dibet). Incarico accettato “per spirito di servizio verso le istituzioni. In passato sono stato Presidente di Corso di Laurea. Sono stato incoraggiato dai colleghi a cimentarmi in questa nuova esperienza anche se avevo delle perplessità, perchè ho assunto questo nuovo mandato senza abbandonare i precedenti”-(è Consigliere di amministrazione del Centro regionale di competenze ICT e del CNIT -Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni- e referente della Campania per l’ICT Sud, la rete dei consorzi meridionali-).
“La mia ambizione più grande –afferma il professore- è quella di riuscire a dimostrare ancora una volta che, grazie alle sinergie, è possibile continuare ad ottenere importanti risultati. Quindi continuerò a lavorare per eliminare gli steccati tra i settori scientifici disciplinari, credo di poterci riuscire perché c’è grande sintonia con i colleghi. Inoltre, l’inserimento del settore Biomedico nel Dipartimento, accanto a quelli maggiormente consolidati, è di grande importanza, sia dal punto di vista culturale, sia di quello didattico, perché è uno dei Corsi con il maggior numero di iscritti”. La collaborazione con il DIS, il Dipartimento di Ingegneria e Sistemistica (“per concepire insieme nuovi progetti nel settore dell’ICT nei settori delle telecomunicazioni e dell’Informatica”), rappresenta un altro punto importante del programma del nuovo Direttore.
Paura racconta di essere stato costretto a scegliere gli studi di Ingegneria: “avrei preferito iscrivermi a Medicina, ma avevo conseguito un diploma dell’istituto tecnico e allora non c’era altra scelta. Poi ho avuto la fortuna di incontrare il prof. Corti, un docente singolare per l’epoca, di sinistra, che mi affascinò molto. Ho avuto una delle più grandi fortune che si possano avere nella vita: fare un lavoro che mi piace, tanto che non mi sembra nemmeno di lavorare”. Ha scelto la ricerca per “avere contatto con i giovani e scegliere le persone con cui lavorare anche se, in realtà, sono gli studenti a scegliere noi”. Attualmente si occupa di reti wireless, settore nel quale applica le conoscenze acquisite nella risoluzione di problemi relativi alla trasmissione numerica dei segnali. “Di recente ho cominciato ad interessarmi alle reti, un settore più vicino all’informatica”. Si dice molto preoccupato per il futuro della ricerca. “È l’attività di maggiore interesse non solo per la comunità scientifica, ma anche per quella economica, eppure non raccoglie l’interesse né dello Stato, né dell’industria. È una vecchia storia, ma stavolta il futuro lo vedo veramente male e non perché manchino i giovani bravi. Anzi più passa il tempo, più le persone diventano brave”.
Simona Pasquale
“La mia ambizione più grande –afferma il professore- è quella di riuscire a dimostrare ancora una volta che, grazie alle sinergie, è possibile continuare ad ottenere importanti risultati. Quindi continuerò a lavorare per eliminare gli steccati tra i settori scientifici disciplinari, credo di poterci riuscire perché c’è grande sintonia con i colleghi. Inoltre, l’inserimento del settore Biomedico nel Dipartimento, accanto a quelli maggiormente consolidati, è di grande importanza, sia dal punto di vista culturale, sia di quello didattico, perché è uno dei Corsi con il maggior numero di iscritti”. La collaborazione con il DIS, il Dipartimento di Ingegneria e Sistemistica (“per concepire insieme nuovi progetti nel settore dell’ICT nei settori delle telecomunicazioni e dell’Informatica”), rappresenta un altro punto importante del programma del nuovo Direttore.
Paura racconta di essere stato costretto a scegliere gli studi di Ingegneria: “avrei preferito iscrivermi a Medicina, ma avevo conseguito un diploma dell’istituto tecnico e allora non c’era altra scelta. Poi ho avuto la fortuna di incontrare il prof. Corti, un docente singolare per l’epoca, di sinistra, che mi affascinò molto. Ho avuto una delle più grandi fortune che si possano avere nella vita: fare un lavoro che mi piace, tanto che non mi sembra nemmeno di lavorare”. Ha scelto la ricerca per “avere contatto con i giovani e scegliere le persone con cui lavorare anche se, in realtà, sono gli studenti a scegliere noi”. Attualmente si occupa di reti wireless, settore nel quale applica le conoscenze acquisite nella risoluzione di problemi relativi alla trasmissione numerica dei segnali. “Di recente ho cominciato ad interessarmi alle reti, un settore più vicino all’informatica”. Si dice molto preoccupato per il futuro della ricerca. “È l’attività di maggiore interesse non solo per la comunità scientifica, ma anche per quella economica, eppure non raccoglie l’interesse né dello Stato, né dell’industria. È una vecchia storia, ma stavolta il futuro lo vedo veramente male e non perché manchino i giovani bravi. Anzi più passa il tempo, più le persone diventano brave”.
Simona Pasquale