Più difficile lo scritto di Fisiologia I e II

Meno promossi e voti più bassi alle prove scritte di Fisiologia I e II. Lo segnalano gli studenti di Medicina. “Abbiamo variato un po’ la formulazione delle domande e alcuni studenti si sono trovati spaesati. Ma la situazione si è normalizzata: all’appello di febbraio si sono presentati in 180. Circa 130 di loro sono passati allo scritto con un voto tra il 25 e il 28”, afferma il prof. Antonio Colantuoni, titolare della cattedra. Una maggiore articolazione dei quesiti avrebbe dovuto rendere la prova più accessibile, invece i ragazzi si sono lamentati di non avere tempo a sufficienza per leggere le domande. In effetti, dover risolvere 30 quesiti a risposta plurima in 30 minuti significa non poter dedicare più di 60 secondi a ciascuno di essi. Il professore si è reso conto della difficoltà degli studenti ed ha deciso che dall’appello di marzo i minuti a disposizione saliranno a 40. Le domande, però, rimarranno nell’attuale formulazione: “Cerchiamo di agevolare la preparazione degli allievi, anche in vista del progress test che è caratterizzato da una maggiore articolazione dei quesiti. Abbiamo interesse che i ragazzi risultino preparati”.
Il voto minimo per superare lo scritto è 18 ma la Commissione è abbastanza elastica con il 17: “Il voto dello scritto non fa media. Il vero esame è l’orale. Se lo studente è preparato ha tutte le possibilità di andare bene”.
Un’altra notazione degli studenti intervistati è che nel compito spesso compaiono domande di Anatomia. “Servono a conoscere il grado di preparazione degli studenti – risponde il professore – La Fisiologia è una scienza che presuppone tutta una serie di conoscenze. Le basi anatomiche sono propedeutiche. Spesso gli studenti studiano a compartimenti stagni, invece il progresso della conoscenze richiede continuità”. Il professore sottolinea come agevolare l’apprendimento sia compito dei docenti: “Cerchiamo di non creare difficoltà. Se gli studenti non passano gli esami è anche colpa nostra perché significa che non li abbiamo stimolati abbastanza. Quando invece hanno una buona preparazione sono il nostro vanto”. Ed infine ricorda che l’interesse del docente coincide con quello dello studente: “Non esiste professore che tragga vantaggio dal bocciare. Vogliamo preparare i giovani alla vita, garantire loro una preparazione adeguata ad essere competitivi a livello internazionale”.
Manuela Pitterà
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