Poli al voto il 20 e 21 settembre

(P.I.) Elezioni alla Presidenza del Polo delle Scienze e delle Tecnologie. Chi vincerà? Il “carro armato” Ovidio Bucci, che in poco più di due mesi di campagna elettorale, ha contattato tutti i 1.200 votanti tra professori, ricercatori, personale tecnico e studenti, il più elitario Luciano De Menna il quale anche in questa campagna non rinuncia al “suo stile”, privilegiando gli incontri con le categorie (i dipartimenti, gli associati, i ricercatori) ed un percorso lento ma incessante, o l’ex “giovane” Filippo Vinale (era giovane 7 anni fa quando si candidò alla Presidenza di Facoltà), come De Menna in continuità con Nicolais, una continuità più incessante, con minori mediazioni? Si va al voto il 20 (dalle 9.00 alle 18.00) il primo giorno e 21 settembre (dalle 9.00 alle 14.00 il secondo) come negli altri due Poli, e gli schieramenti sono tuttora molto serrati e compatti. L’idea di andare ad una semplificazione, con due soli candidati contrapposti, finora non ha trovato né gli schieramenti né i candidati d’accordo. Il pericolo di un Polo che possa in futuro spaccarsi, per l’influenza anche delle elezioni rettorali è un pericolo che tutti vorrebbero scongiurare. Ma c’è anche un confronto fra visioni: meglio una università più autonoma, federale, articolata su Poli (De Menna e Vinale), o un ateneo che continua ad avere un centro forte ed una Universitas Studiorum dal forte ruolo politico e di indirizzo (posizione Bucci)? Il prof. Luciano De Menna afferma di essere l’unico dei tre contendenti a poter garantire “la necessaria mediazione e sintesi e l’unità del Polo” e perciò chiede di essere eletto. Bucci e Vinale rappresentano le due spinte opposte. Difficilmente il Presidente sarà eletto in prima votazione quando occorre la maggioranza qualificata. La seconda votazione si terrà il 28 settembre, e qui i candidati potrebbero essere due o uno solo. Dipenderà dall’esito del primo scrutinio. 
Polo delle Scienze e delle Tecnologie della Vita. Guido Rossi, 60 anni ad ottobre, 6 anni vissuti da Preside di Medicina, 21 da Vice Preside a studiare da “numero uno” con Zannini prima e Gaetano Salvatore poi, è il candidato unico di un Polo che vanta una forte affinità scientifica, raggruppando le Facoltà di Medicina, Farmacia, Veterinaria ed Agraria, pur avendo in Medicina un centro forte, per dimensioni, denaro, strutture, ruolo internazionale. Ma Guido Rossi, studioso equilibrato ed uomo di gran classe (il che non guasta), fa della garanzia e pluralità di gestione e del “rispetto per le piccole facoltà” uno dei suoi punti di forza programmatici. Al voto andranno in 2000 fra docenti, ricercatori (circa 500) e 100 unità di personale tecnico.
Polo delle Scienze Umane e Sociali. Qui è scontro fratricida, fra salernitani, culturalmente e politicamente di sinistra: Giuseppe Cantillo (candidatosi da un anno) e Francesco Barbagallo, 60 anni il primo, 55 il secondo, studiosi, politici accademici e direttori di dipartimento di lungo corso. Entrambi espressione della Facoltà di Lettere, filosofo il primo, storico il secondo, chiedono di essere eletti anche dalle altre quattro facoltà del Polo: Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economia e Sociologia. Probabilmente l’elezione sarà sul filo di lana. Da tutti sono considerate due eccellenti candidature ed è parere unico: “chiunque sarà eletto, saremo in mani sicure e l’istituzione accademica non potrà che averne un benefico effetto”.

La chiamano: “la sindrome del ProRettore”. Ovvero, l’impossibilità, finora, da parte di chiunque abbia ricoperto l’incarico di ProRettore del Federico II, di candidarsi e vincere una qualsiasi competizione accademica: sia per la Presidenza di una facoltà che per il rettorato. Nessuno di loro è mai andato da nessuna parte. Da almeno 43 anni. È accaduto anni fa con il prof. Alberto Varvaro (ProRettore con Carlo Ciliberto) studioso ed accademico stimato, stoppato nella sua corsa alla Presidenza della Facoltà di Lettere da Giovanni Polara. Anche di Giuseppe Palma, anch’egli Prorettore per 6 anni, di cui pure si erano tracciati possibili scenari futuri non se n’è fatto nulla. Di Ovidio Bucci si era parlato di una candidatura alla Presidenza di Ingegneria 4 anni fa, in concorrenza con il terzo mandato a Gennaro Volpicelli. Anche in quel caso non se ne fece nulla e Volpicelli fu rieletto, nonostante le forti critiche di Carlomagno, Bucci ed altri. Poi, negli ultimi due anni, si è molto parlato della candidatura rettorale di Bucci che però, in un presondaggio in facoltà di fine ‘99, è stata accolta molto freddamente, al punto da spostare il professore ed una parte dei suoi supporter verso l’appoggio al candidato Labruna nella corsa rettorale per il 2001; forse con l’idea di diventare il Prorettore più longevo del Federico II (8 anni con Tessitore e 5 con Labruna, superando anche i 12 anni di rettorato di Ciliberto).
Scientificamente molto quotato, professore ordinario a 32 anni, Bucci ora tenta quindi la carta della Presidenza del Polo, non essendo riuscito in altri incarichi politico-accademici di vertice. Chiede un voto sulla sua storia personale e sull’impegno massiccio realizzato nell’interesse dell’università. 
Gli scenari
Questa consultazione potrebbe: o sancire, in caso di elezione, la consacrazione di Bucci, finalmente come numero 1, in un importante organo di governo accademico, battendo anche la scaramanzia; oppure, rappresentare una conta -quanti voti potrà spostare su Labruna, voti da far pesare il più possibile nella trattativa con il candidato a Rettore e che potrebbero essere determinanti-.
Di certo, la discesa in campo del ProRettore mette in grande imbarazzo l’altro candidato al rettorato, il Preside Trombetti e la facoltà di Scienze. Un assaggio di una competizione che non sarà certo indolore. Trombetti, in questo momento, è in difficoltà: una sua presa di posizione ufficiale, a favore di un candidato o dell’altro, potrebbe diventare un referendum nel Polo scientifico, pro o contro la sua candidatura nel 2001; dunque, nella consultazione settembrina, è costretto a stare quasi fermo. Anche se tutti sanno bene come la pensa. Stessa difficoltà ce l’ha Scienze, la facoltà pur volendo fermamente una propria candidatura al rettorato, non può permettere che si vada ad una spaccatura del Polo, a forti frizioni e con il rischio di trovarsi dei nomi non a lei vicini, né alla Presidenza di un Polo in cui crede moltissimo, né al futuro rettorato. Inoltre, Bucci, con la sua idea di discontinuità con Nicolais e di ridiscussione complessiva delle funzioni e del ruolo dei Poli, è visto a Scienze come il fumo negli occhi. A meno ché, “i moderati di Scienze”, non vogliano sperare in un ripensamento di Bucci rispetto alle elezioni del 2001, casomai vincolando il loro appoggio al Polo su 2-3 punti pragmatici e la nomina concordata di alcune figure “sicure” in posti chiave della gestione del Polo. Ma gli scienziati di sinistra, che si fidano poco di Bassolino, si fideranno mai di Bucci?
Lo sapremo il 21 settembre a schede scrutinate.
Paolo Iannotti
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