Premi Nobel e seminari divulgativi al Dipartimento di Fisica

Conferenze con importanti ospiti internazionali a Fisica ma anche seminari divulgativi, attività cardine nella mission del Dipartimento. “La Commissione Outreach e divulgazione, coordinata dal prof. Umberto Scotti di Uccio, organizza numerose manifestazioni. Il 7 novembre è partito il ciclo di seminari I giovedì della Fisica, una delle tante iniziative sul fronte della divulgazione scientifica e della formazione rivolta agli studenti delle scuole”, spiega il prof. Leonardo Merola, Direttore del Dipartimento. Sei gli incontri, uno al mese, che sono il frutto della collaborazione tra il Dipartimento, il Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche diretto dal prof. Piergiulio Cappelletti e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) sezione di Napoli. Si tengono presso il Museo di Fisica (in via Mezzocannone 8). Coordinatore degli eventi, il prof. Scotti di Uccio, curatrice la dott.ssa Rosanna Del Monte. Qualche dato: “Circa 160 gli studenti dei licei classici e scientifici che hanno partecipato al primo incontro accompagnati dai loro docenti”, informa il prof. Scotti Di Uccio. Attualità e approfondimento, le parole chiave degli incontri: “Abbiamo parlato e parleremo ancora di onde gravitazionali, cosmologia, data science. Temi attuali, di fisica contemporanea. La nostra finalità non è strettamente di orientamento, piuttosto vogliamo disseminare il pensiero scientifico soprattutto nel contesto scolastico in cui, talvolta, i temi della fisica moderna sono un po’ sacrificati”. Ecco i prossimi appuntamenti per i quali si ripeterà il medesimo schema con il momento divulgativo a cura di un docente del Dipartimento e, a seguire, la visita al Museo di Fisica. “Visione, Intelligenza Artificiale e Big Data” (5 dicembre, prof. Giuseppe Longo), “Le Radiazioni Ionizzanti: quando c’è da averne paura?” (16 gennaio, prof. Lorenzo Manti), “La Relatività Generale, le catastrofi stellari e le Onde Gravitazionali” (13 febbraio, prof. Fabio Garufi), “La Cosmologia: dal Mito alla Scienza” (12 marzo, prof. Salvatore Capozziello), “Perché il nostro DNA non è come un piatto di spaghetti” (9 aprile, prof. Mario Nicodemi).
Evento d’eccezione quello che si è tenuto il 12 novembre, presso l’Aula Rossa, con il Nobel per la Fisica nel 2015 Arthur McDonald (lo studioso canadese che, insieme al giapponese Takaaki Kajita, ha dimostrato che i neutrini hanno una massa) che ha tenuto l’VIII Antonio Barone Lecture. “La conferenza è stata intitolata Understanding our Universe from Deep Underground – racconta il prof. Giuseppe Longo, responsabile delle Antonio Barone Lectures (ciclo di conferenze pubbliche organizzate dal Dipartimento per celebrare il fisico napoletano Antonio Barone) – Arthur McDonald ha parlato degli esperimenti attualmente in corso che intendono rivelare le particelle che costituiscono la materia oscura. Il fisico è stato qui a Napoli nell’ambito del meeting internazionale della DarkSide Collaboration, che si è svolto dall’11 al 15 novembre nel Complesso dei Santi Marcellino e Festo”. DarkSide Collaboration, una collaborazione internazionale in cui la Federico II riveste un ruolo di grande importanza, “nasce nel 2017 dall’unione dei gruppi che, nel mondo, erano attivi nella ricerca della materia oscura con una particolare tecnologia basata sull’argon liquido. L’esperimento, che si terrà nel 2022 nei laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sotto il Gran Sasso, prevede l’utilizzo di un rivelatore basato su una grande massa bersaglio di argon liquido. Ad oggi, questa collaborazione vede la partecipazione di più di 350 ricercatori da 14 Paesi”, spiega la prof.ssa Giuliana Fiorillo, docente del Dipartimento, responsabile italiano e deputy spokeperson della Darkside Collaboration. La Federico II è attiva a pieno titolo, non soltanto con il Dipartimento di Fisica (con un gruppo di fisici delle particelle, astrofisici, fisici atomici, fisici nucleari), ma anche con i Dipartimenti di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale e di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione. Prosegue la docente: “L’argon, per intenderci il gas che c’è nelle lampadine, si estrae dall’atmosfera liquefacendo l’aria. Noi, però, abbiamo bisogno di argon radiopuro, cioè senza impurità radioattive. Così, invece, di prenderlo dall’aria, lo estraiamo dalle profondità della terra, dal mantello terrestre, da una sorgente di anidride carbonica in Colorado. Provvede a questa estrazione l’impianto Urania la cui progettazione è diretta dal gruppo del Dipartimento di Ingegneria Chimica”. DarkSide-20k ha ricevuto importanti finanziamenti governativi e regionali in virtù del suo impatto sull’economia del territorio: “Dopo l’estrazione in Colorado, l’argon arriva in Italia, in Sardegna, per la purificazione. Per questa operazione c’è l’impianto Aria, una colonna alta 350 metri in una miniera di carbone nel Sulcis, che, se non fosse stata riconvertita per l’esperimento, sarebbe stata chiusa e che ha ricevuto un gran sostegno dalla Regione Sardegna”. E ancora, l’esperimento prevede l’utilizzo di rivelatori al silicio “la cui produzione avviene in Italia, in Abruzzo, anche in questo caso con il sostegno della Regione. Saranno prodotti dalla fonderia LFoundry e assemblati nella Nuova Officina Assergi realizzata da INFN e Regione Abruzzo. Appena saranno pronti, verranno inviati al nostro Dipartimento dove saranno testati in un laboratorio allestito con il contributo di INFN e Regione Campania”.
Carol Simeoli
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