A Giurisprudenza sono iniziate le lezioni. Emozione e spaesamento nelle parole degli studenti del primo anno “Quando si è aperto il cancello ho pensato… ci siamo. Vivere l’emozione del primo giorno da matricola è stato qualcosa di indescrivibile. Mi aspettavo il caos e il caos è stato. Un delirio di studenti allo sbaraglio, ma la voglia di scoprire il diritto vince su tutto”, commenta Elena Piccioni. Sensazione condivisa da altri suoi compagni di corso. “Il primo giorno è stato infernale – afferma Maria Rita De Meo, matricola – A chiunque ho chiesto un’informazione, la risposta è stata sempre la stessa: abituati a cavartela da sola, Giurisprudenza non è per tutti, se conti sulle tue forze allora puoi farcela. Queste parole non sono state per niente il benvenuto che mi aspettavo”. “Spazi troppo affollati e studenti dappertutto – dichiara Mirko Lo Giudice – Nessuno a cui chiedere informazioni, mi sono sentito lasciato a me stesso e non mi è piaciuto. Al liceo, provengo dal classico, l’ambiente era più ovattato. Se questo è il Dipartimento, non ci siamo proprio”. Perplesso Ignazio Guidi: “Gli studenti che arrivano già in giacca e cravatta il primo giorno che problemi hanno? Sono una matricola e già è un miracolo se sono riuscito a capire dove sedermi, a ricordare il nome del docente e far finta di prendere appunti. Oggi ho visto ragazzi ‘atteggiarsi’ a grandi avvocati. Mi chiedo se ho fatto bene
ad iscrivermi”. C’è anche qualcuno che, indeciso sul da farsi, frequenta i corsi alla ricerca di un’ispirazione. “Prima di compiere il passo definitivo mi sono dato 15 giorni di frequenza – spiega Antonio Fiore – Sono indeciso tra gli studi giuridici e quelli economici che mi sembrano più concreti. Non ho mai studiato diritto. Se quello a cui assisterò in questi giorni non dovesse piacermi, rivolgerò il mio interesse altrove. D’altronde, non essendoci iniziative di orientamento mirate, dovrò fare un po’ da me”. Parole di conforto arrivano dagli studenti di anni successivi. “Giurisprudenza è molto meglio di come appare – dice Giulia Baronti, studentessa al IV anno – Le settimane più brutte sono le prime, poi ci si abitua al movimento, alla folla, si inizia a conoscere l’ambiente e si dimentica tutto. I nuovi iscritti sono fortunati, troveranno un Dipartimento in trasformazione. Rispetto a quando mi sono iscritta io, il Corso di Laurea è diventato più moderno e ci sono tantissime iniziative pratiche. L’importante è non scoraggiarsi mai, se la folla spinge per entrare ad occupare il primo posto, occorre imparare a seguire anche nell’ultima fila, nonostante le avversità”. “Quest’anno ho la sensazione che ci siano più iscritti – commenta Danila Barbato, studentessa al V anno – Era da un po’ di tempo che non vedevo un tale sovraffollamento. Però a lezione ci sono anche molti studenti degli anni successivi. Per fortuna sono all’ultimo anno, ad un certo punto non sopporti più le prime settimane d’accoglienza”. Un consiglio da esperta: “I primi giorni trovate un amico, un alleato, qualcuno con cui condividere prima paure ed ansie e poi il percorso – suggerisce Nadia Scotto di Tella, studentessa al V anno – Gettate le basi per il futuro le prime settimane, gennaio arriverà prestissimo, non vale la pena perdere tempo. Chi inizia da subito a studiare, avrà
maggiori possibilità di non restare indietro. Da matricola, dopo la prima lezione, comprai subito i libri di testo. A fine sessione d’esame, a marzo, ero una dei pochi ad averne sostenuti due su tre”. Questi dati però non devono scoraggiare: “ogni percorso è diverso – conclude la studentessa – ed ognuno, a suo
modo, trova una strada. Però ho visto tanti ragazzi perdersi al primo anno, solo perché hanno sbagliato approccio allo studio. Per questo mi sento di consigliare di studiare già dal secondo giorno, non c’è tempo per adattarsi all’ambiente e al diritto. Giurisprudenza è una corsa, se si parte con il giusto impegno, il traguardo lo si raggiunge”. Così è stato per Vincenzo Guida: “Oggi mi sono sentito per la prima volta vecchio – ammette lo studente al V anno – Tante matricole mi chiedevano informazioni su corsi, docenti e difficoltà delle discipline. Ad un certo punto, mi sono trovato anche ad accompagnare qualcuno che si era perso. Ho ricordato le mie ansie da matricola, a giugno mi laureo e ho rivisto il mio percorso, fatto solo ed esclusivamente di sacrifici”. Il diritto non è rock ma un lento… dove “piano piano si arriva alla meta ma prima occorre imparare a ballare. Meglio farlo da subito. Il rischio? Perdere gli anni migliori della formazione ed iniziare a lavorare tardi. La competizione vera non è fra chi riesce ad accaparrarsi il posto in prima fila, ma fra chi arriva prima nel mondo delle professioni”.
Susy Lubrano
ad iscrivermi”. C’è anche qualcuno che, indeciso sul da farsi, frequenta i corsi alla ricerca di un’ispirazione. “Prima di compiere il passo definitivo mi sono dato 15 giorni di frequenza – spiega Antonio Fiore – Sono indeciso tra gli studi giuridici e quelli economici che mi sembrano più concreti. Non ho mai studiato diritto. Se quello a cui assisterò in questi giorni non dovesse piacermi, rivolgerò il mio interesse altrove. D’altronde, non essendoci iniziative di orientamento mirate, dovrò fare un po’ da me”. Parole di conforto arrivano dagli studenti di anni successivi. “Giurisprudenza è molto meglio di come appare – dice Giulia Baronti, studentessa al IV anno – Le settimane più brutte sono le prime, poi ci si abitua al movimento, alla folla, si inizia a conoscere l’ambiente e si dimentica tutto. I nuovi iscritti sono fortunati, troveranno un Dipartimento in trasformazione. Rispetto a quando mi sono iscritta io, il Corso di Laurea è diventato più moderno e ci sono tantissime iniziative pratiche. L’importante è non scoraggiarsi mai, se la folla spinge per entrare ad occupare il primo posto, occorre imparare a seguire anche nell’ultima fila, nonostante le avversità”. “Quest’anno ho la sensazione che ci siano più iscritti – commenta Danila Barbato, studentessa al V anno – Era da un po’ di tempo che non vedevo un tale sovraffollamento. Però a lezione ci sono anche molti studenti degli anni successivi. Per fortuna sono all’ultimo anno, ad un certo punto non sopporti più le prime settimane d’accoglienza”. Un consiglio da esperta: “I primi giorni trovate un amico, un alleato, qualcuno con cui condividere prima paure ed ansie e poi il percorso – suggerisce Nadia Scotto di Tella, studentessa al V anno – Gettate le basi per il futuro le prime settimane, gennaio arriverà prestissimo, non vale la pena perdere tempo. Chi inizia da subito a studiare, avrà
maggiori possibilità di non restare indietro. Da matricola, dopo la prima lezione, comprai subito i libri di testo. A fine sessione d’esame, a marzo, ero una dei pochi ad averne sostenuti due su tre”. Questi dati però non devono scoraggiare: “ogni percorso è diverso – conclude la studentessa – ed ognuno, a suo
modo, trova una strada. Però ho visto tanti ragazzi perdersi al primo anno, solo perché hanno sbagliato approccio allo studio. Per questo mi sento di consigliare di studiare già dal secondo giorno, non c’è tempo per adattarsi all’ambiente e al diritto. Giurisprudenza è una corsa, se si parte con il giusto impegno, il traguardo lo si raggiunge”. Così è stato per Vincenzo Guida: “Oggi mi sono sentito per la prima volta vecchio – ammette lo studente al V anno – Tante matricole mi chiedevano informazioni su corsi, docenti e difficoltà delle discipline. Ad un certo punto, mi sono trovato anche ad accompagnare qualcuno che si era perso. Ho ricordato le mie ansie da matricola, a giugno mi laureo e ho rivisto il mio percorso, fatto solo ed esclusivamente di sacrifici”. Il diritto non è rock ma un lento… dove “piano piano si arriva alla meta ma prima occorre imparare a ballare. Meglio farlo da subito. Il rischio? Perdere gli anni migliori della formazione ed iniziare a lavorare tardi. La competizione vera non è fra chi riesce ad accaparrarsi il posto in prima fila, ma fra chi arriva prima nel mondo delle professioni”.
Susy Lubrano