Prime settimane di lezione ad Economia e primissimi contatti con l’università per le matricole. Le impressioni sono buone ma è difficile abituarsi all’affollamento delle aule. “Il primo giorno sono arrivato tardi ed ho seguito il corso dalla porta d’ingresso. C’è moltissima gente qui, alcuni interessati, altri meno. C’è anche chi viene solo a perdere tempo”, racconta Fabio Semonella. “L’approccio è stato buono, però seguiamo alle aule T distanti dagli uffici e dai dipartimenti. Per qualunque informazione, possiamo solo collegarci alla rete” aggiunge il suo collega Angelo Orefice. Entrambi pensano di proseguire con la specialistica: “perché la laurea triennale non basta. Lo dicono anche i professori”. “I corsi sono interessanti, soprattutto Economia, Diritto meno. Molti vanno via quando comincia la lezione. Anche gli studenti del secondo anno sostengono che sia preferibile studiarlo a casa”, l’opinione di Luca Lombardi. “Ho scelto Economia Aziendale perché vorrei occuparmi di imprenditoria”, dice Fabrizio De Petrillo. Bilancio positivo per Maria Flora Maturo anche se l’affollamento è un problema: “vengo da Arzano, esco di casa alle 6:30 del mattino e quando arrivo qui alle 8, trovo già i posti tutti occupati. Chi arriva prima prende posto per sé e per gli amici”. Commenti sui professori “alcuni ci hanno spiegato un po’ il contesto in cui ci troviamo e soprattutto ci hanno anticipato programma ed argomenti da affrontare. Altri invece hanno iniziato a fare esercizi fin dal primo giorno”, afferma Martina Pappalardo. “Ci si deve abituare all’assenza di un rapporto diretto con l’insegnante. Si è una matricola, non più un nome ed un cognome, ma solo un numero. E i professori ti danno del lei. Questo è il mondo degli adulti vero e proprio”, afferma Flavia Monti. E dopo? “Vediamo come andranno questi tre anni per poi decidere anche se è logico che si punti al meglio” interviene Carmela Valentino. “Non credo che dopo tre anni così avrò ancora voglia di studiare. Hanno approvato la riforma per non avere più fuoricorso, ma poi hanno previsto ben 28 esami in tre anni, con semestri in cui sono previsti, addirittura, sei esami. I ritmi sono terribili, laurearsi in tre anni è impossibile”, conclude Antonella Pierri.
(Si.Pa.)
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