Probabile una nuova Conferenza Didattica in primavera

La riforma ad ‘y’ non è stata, per ora, tradotta in un decreto attuativo ma già fa immancabilmente parlare di se. Inutile dire che il dibattito, pur in embrione, è già partito a Giurisprudenza, una facoltà che si sta leccando ancora le ferite lasciate dal 3+2 (ci riferiamo soprattutto ai numeri sconfortanti di laureati della triennale e ad alcuni meccanismi dell’impianto didattico, che si sarebbe dovuto procedere a modificare comunque, ‘y’ o non ‘y’), che ancora avverte forte il peso della ingombrante massa dei fuoricorso del vecchio ordinamento ma è già costretta a guardare oltre. 
Per queste ragioni abbiamo voluto sentire il parere del presidente della Commissione Didattica della Facoltà, il prof. Mario Rusciano, reduce da un importante incontro all’Accademia dei Lincei che lo ha consacrato come uno dei massimi esponenti del diritto del lavoro italiano.
Professore, come vive la facoltà questa attesa per l’ulteriore, riforma ad ‘y’? E’ già decollata la discussione sulle prospettive future? “A livello di Commissione Didattica no. Anche perché si tratta di una Commissione composta da docenti e studenti ed aspettiamo per riunirci che entrino in carica i neo eletti rappresentanti degli studenti. Sicuramente, il primo punto all’ordine del giorno della prossima riunione sarà una riflessione sul nuovo decreto che dovrebbe entrare in vigore a breve e col quale dovremo confrontarci”.
La discussione sulla y non è stata affrontata neppure in Consiglio di Facoltà ma si fa strada l’ipotesi che il Preside convochi in primavera, come già accaduto in passato, una nuova Conferenza Didattica. “Prima, ovviamente, per un mese-un mese e mezzo, la Commissione deve riunirsi allo scopo di capire esattamente cosa vuole la riforma e, di seguito, prendere le decisioni utili a mantenere intatta l’originalità del marchio della nostra facoltà. Contrariamente ad altri, noi non possiamo permetterci di fare scelte avventate o superficiali”.
Però l’effetto di scelte non felicissime si è fatto sentire anche con il 3+2. Pensiamo all’unica laureata triennale in regola…“Nel  giro di uno o due mesi, però, ci saranno altri iscritti alla specialistica, seppur con ritardo. Inoltre, noto un maggior impegno degli studenti agli esmi. Proprio stamattina (abbiamo incontrato il professore a metà dicembre) ho dato molti 30, 28 e 27, segno che hanno imparato a studiare bene. Credo sia merito della riforma. Forse non concluderanno gli studi in tre anni ma in 3 anni e mezzo. Non è un grosso problema…”.
Lei è favorevole o contrario alla ‘y’? “Direi favorevole al ‘5-2’, come preferirei chiamare la nuova riforma”.
Ultime due domande sullo stato attuale della facoltà. Nel calendario di esami della sessione straordinaria appena pubblicato è presente l’appello di marzo. Ricordiamo il coro di proteste dei docenti del secondo semestre: il primo mese di lezione le aule erano praticamente vuote per la concomitanza degli esami. Alcuni, dunque, avevano chiesto la soppressione dell’appello di marzo. Una decisione temuta dagli studenti. “Credo che solo quando l’assetto didattico sarà assestato potremo eliminare l’appello di marzo, ossia non prima di uno o due anni”, riferisce il prof. Rusciano. Fuoricorso: “stiamo producendo tutti il massimo sforzo possibile. Anch’io sto pensando di organizzare con i miei assistenti delle lezioni recupero in Diritto del lavoro nei mesi in cui non si svolge il corso ufficiale”.
Marco Merola
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