Professionalizzanti i Corsi in Ingegneria Meccatronica e Conduzione dei Mezzi Navali

Due anni di teoria e uno, il terzo, trascorso in studi professionali o in impresa. È il percorso che prevedono le lauree triennali professionalizzanti che debutteranno il prossimo anno accademico in vari Atenei italiani. Nascono dalla collaborazione delle Università con Ordini professionali ed associazioni di categoria e si propongono l’obiettivo ambizioso di offrire agli studenti una laurea immediatamente spendibile, magari presso le stesse realtà che li hanno ospitati nel terzo anno di corso. Materie e lezioni in laboratorio, non è un caso, sono concordate dagli Atenei con Ordini e Collegi professionali, per rispondere alle esigenze di un mercato, quello delle professioni tecniche, che, a partire dal 2020, secondo quanto prevede l’Unione Europea, potranno essere esercitate solo da chi sia in possesso almeno di una Laurea Triennale. I Corsi di Laurea professionalizzanti in rampa di lancio sono 15 in Italia. Tre in Campania. Due di questi ultimi, salvo imprevisti, saranno attivati sin dal prossimo anno accademico. Un altro partirà nel 2019 – 2020. Alla Federico II è in cantiere il Corso di Laurea in Ingegneria meccatronica. “La Meccatronica – spiega il prof. Piero Salatino, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di base – è una disciplina innovativa a metà tra Elettronica e Meccanica. Il nostro obiettivo è di proporre il nuovo Corso di Laurea sin dal prossimo autunno. La proposta è stata presentata. Ora siamo in attesa del vaglio del Consiglio universitario nazionale e poi dell’Agenzia nazionale per la valutazione, l’Anvur. Mi auguro che l’iter si concluda in tempi utili per partire con l’anno accademico 2018/2019. Il Cun dovrebbe esprimersi entro aprile. L’Anvur prima dell’estate”. Sono in corso già da alcuni mesi contatti e discussioni con l’Unione industriali “per capire insieme quale possa essere la migliore proposta didattica, quali discipline inserire nel percorso formativo e quali realtà imprenditoriali possano essere disponibili ad accogliere gli studenti nel terzo anno del Corso di Laurea”. Ingegneria meccatronica sarà a numero chiuso. “Prevediamo – anticipa il prof. Salatino – di stabilire il tetto delle immatricolazioni a quota cinquanta”. Ingegneria, peraltro, non è nuova a proposte di percorsi didattici più brevi della laurea quinquennale che, almeno in teoria, dovrebbero risultare immediatamente spendibili nell’ambito di professioni tecniche. Chi segue da anni le vicende universitarie ricorda bene l’esperienza dei diplomi triennali, che una quindicina di anni fa furono varati proprio con l’intento di dare a chi li avrebbe frequentati un titolo intermedio tra il semplice diploma di scuola e la laurea, da far valere sul mercato del lavoro. Fu un fallimento perché i diplomati universitari non trovarono un mercato corrispondente al loro percorso. Se assunti, si ritrovarono spesso a svolgere le stesse mansioni che avrebbero potuto affrontare come geometri. La stessa laurea junior, che si consegue dopo tre anni, non ha suscitato finora particolari interessi da parte del mercato del lavoro. Inevitabile chiedere al prof. Salatino se i precedenti non proprio entusia- smanti siano stati considerati, prima di varare questa nuova proposta didattica, che nasce in collaborazione con l’Ateneo di Bologna. “Sono ben consapevole – risponde – di quanto accaduto in passato. Rispetto ai diplomi universitari, però, il Corso in Ingegneria meccatronica presenta due importanti novità. La prima: il coinvolgimento delle realtà imprenditoriali e degli industriali anche nella fase della elaborazione dei curricula. La seconda: il fatto che gli studenti spenderanno interamente il terzo anno di corso in attività presso aziende ed imprese. Ciò detto, naturalmente la proposta che presentiamo è un progetto pilota. Sarà il tempo a farci capire se è giusta e funziona”. La sede delle lezioni sarà definita entro l’estate. È probabile che la scelta cadrà sul complesso di San Giovanni a Teduccio. È stato proposto dall’Università Parthenope il secondo Corso di Laurea Triennale professionalizzante che sarà attivato il prossimo anno accademico. Si chiama Conduzione dei mezzi navali e rinverdisce la tradizione della Parthenope – un tempo Istituto universitario navale – nelle discipline relative al mare. “È un Corso – sottolinea il prof. Giorgio Budillon, che dirige il Dipartimento di Scienze e Tecnologie – destinato in particolare alla formazione degli Ufficiali di Coperta e degli Ufficiali di Macchina. Matematica, Fisica, Meteorologia, Informatica, Oceanografia, alcuni degli insegnamenti nell’arco del triennio. Poiché è una proposta didattica che abbiamo concordato con le associazioni di rappresentanza degli armatori, gli studenti trascorreranno il terzo anno del corso a bordo delle navi”. Il prof. Budillon sottolinea: “Gli organismi internazionali ormai chiedono che sia sempre più qualificato il personale navigante. Credo, dunque, che il Corso in Conduzione dei mezzi navali, anche in virtù della circostanza che abbiamo coinvolto gli armatori, possa rappresentare una carta vincente per coloro i quali desiderino lavorare sulle navi ed avere una carriera che li porti fino ai più alti ruoli di bordo”. 20 gli studenti che saranno ammessi al primo anno il prossimo autunno. Propone un Corso di Laurea Triennale professionalizzante anche l’Ateneo Vanvitelli. A differenza di quelli varati dalla Federico II e dalla Parthenope, dovrebbe essere attivato a partire dall’anno accademico 2019/2020. Si chiama Gestione del territorio.
Fabrizio Geremicca
- Advertisement -




Articoli Correlati