“Sarò l’economo fino al 31 luglio. Poi ci sarà qualcun altro. Voglio che ci si ricordi di Bruno Mirabile come qualcuno che ha dato qualcosa a questo Ateneo che, nato con 1200 iscritti come Istituto Universitario Navale, è arrivato a quasi ventimila immatricolati come Parthenope”. Quella del dottor Bruno Mirabile è la storia di “un ottimo praticone” – così lo definisce il Direttore dell’Ufficio Affari Generali Livia Mauro – che ha fatto della Parthenope casa sua. È la storia del Presidente del Cral che ha il teatro e la musica nel cuore: “voglio sottolineare che a 65 anni canto ancora Massimo Ranieri e Fausto Leali, e lo faccio quasi con le stesse tonalità. ‘Mi manchi’, ‘A chi’ e ‘Perdere l’amore’ sono i miei cavalli di battaglia”. È la storia di un quasi pensionato – suo malgrado – che si prepara ad una nuova missione, badare ai nipotini: “qualcuno mi dice che devo essere contento perché, con la pensione, vado a fare il nonno. Io ho due gioiellini. C’è Aurora e c’è anche Bruno, che ha tre mesi e si chiama come me. La cosiddetta ‘supponta’ non poteva mancare”. Nonno a tempo pieno? No. “Questa è casa mia. C’è tutta la mia disponibilità a dare un ulteriore contributo. Se gli organi accademici lo ritengono opportuno, io sono qui”. Per proseguire una lunga cavalcata nel mondo accademico che ha avuto inizio nel ’74, quando “ebbi il piacere di conoscere il professore De Maio e, da perito chimico, ho partecipato a una ventina di campagne oceanografiche che ricordo con molto affetto, perché il primo amore non si scorda mai. In un anno si andava a bordo per circa quattro volte con gli studenti e con i professori Sansone e Spezie, che sono rimasti nel mio cuore perché sono stati i primi a darmi spazio in questo campo lavorativo. Nello stesso tempo c’erano dei concorsi ed ebbi un incarico a tempo indeterminato presso la cattedra di Chimica dell’Istituto di Mineralogia e Oceanografia”. È andata così fino all’aprile del ’95 quando, dopo qualche scaramuccia con la prof.ssa Scherillo, “con la quale non c’è stato mai un buon rapporto perché avevamo modi diversi di vedere la chimica”, decise di cambiare aria. “L’ex Rettore, il professore Ferrara, sposò la mia causa. Così mi diedero l’incarico di caposezione del personale ausiliario, nonché di vice economo. Sono entrato in un mondo, quello dell’amministrazione, che mi era anche un po’ sconosciuto. Lo prendevo sottogamba, invece ancora oggi mi devo ricredere”. Guardando a vent’anni fa, però, rifarebbe le stesse scelte: “non ho nessun pentimento. Ho fatto tante esperienze. In particolar modo quella di organizzatore di eventi. Devo dire grazie ancora al professor Ferrara con il quale curai la prima inaugurazione dell’anno accademico. Per me fu importante perché c’era il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. In quell’occasione ho conosciuto anche il dottor Sciarretta, capo del cerimoniale del Quirinale. In due giorni con lui ho capito come organizzare un evento. Avere il capo dello Stato a un metro è stata una bella emozione”. Con un aneddoto: “c’erano delle bottiglie d’acqua. Quella di Scalfaro non era stata aperta. Feci dei gesti, ma servirono solo a insospettire la scorta del Presidente. Alla fine sono dovuto salire sul palco mostrando il cavatappi”. Tanti i momenti di vita accademica che ricorda: “abbiamo avuto il piacere della visita di Romano Prodi, del Presidente del Senato Mancino, di Ortensio Zecchino, al tempo Ministro della Pubblica Istruzione. Ho avuto modo di costruirmi un bagaglio tecnico”. I momenti importanti, però, non sono solo associati ai nomi di personaggi famosi: “altri ricordi belli riguardano l’acquisto di Villa Doria d’Angri, il fiore all’occhiello dell’Ateneo, e quello del Palazzo Pacanowski”. Tra successi e tanto lavoro, il suo racconto arriva presto al 2010: “quando l’economo andò in pensione e, ovviamente, toccò a me raccoglierne il testimone. Sono fiero di una cosa. Dal 1995 come vice economo e dal 2010 come economo, io sto ancora qua. In altre università questa figura può durare anche solo tre mesi”. Nel frattempo, l’università è cambiata tanto, a volte anche in peggio: “dico che noi siamo una famiglia fatta di persone che lavorano fianco a fianco per otto ore al giorno. Ma mi illudo. Purtroppo quella famiglia non c’è più, o almeno si è ristretta a poche persone che si vogliono ancora bene”. Stima e affetto lo portano anche a esprimere la propria preferenza in merito al suo possibile successore: “ho un vice economo con gli attributi –la dottoressa Anna Meneghini – Mi auguro che, quando andrò via io, l’amministrazione promuova lei come economo”. Un pensiero è rivolto anche a un amico: “in questo periodo ho conosciuto il fondatore di Ateneapoli, Paolo Iannotti. Lo ricordo con molta gioia, ha fatto tanto per l’università”, dice mentre mostra il Premio Iannotti 2011 riconosciutogli per le iniziative sociali e spettacolari organizzate con il Cral. Iniziative che hanno coinvolto anche Mario e Dario, suoi figli e impiegati al Dipartimento di Agraria e di Scienze Motorie. Entrambi chiedono qualche consiglio al Mirabile senior, a loro rischio e pericolo: “Mario mi chiama, ma il più delle volte si becca rimproveri. Dario, che si occupa di acquisti, mi chiede dei suggerimenti. Sono entrambi ragazzi in gamba”. Per un Mirabile che va, ci sono Mirabile che restano, quindi. E adesso? “Andate via… voglio restare solo – canticchia ‘Perdere l’amore’ e sorride – Se vorranno una mano io sono a completa disposizione”. Parola di “un ottimo praticone”.
Ciro Baldini
Ciro Baldini