Professioni Sanitarie, tre anni tra teoria e pratica

Non solo medici. Il sistema sanitario nazionale è composto da diverse figure professionali che svolgono, ognuna, un proprio ruolo specifico. I Dipartimenti medici della Federico II formano questi professionisti attraverso i sedici Corsi di Laurea Triennali in Professioni sanitarie. Da un lato ci sono percorsi incentrati sulle discipline infermieristiche, su quelle riabilitative e su ostetricia. Dall’altro, c’è un iter di studio atto a preparare i laureati a forme di supporto tecnico per la sanità, per l’assistenza o per la prevenzione.
L’accesso è a numero programmato. Il test, predisposto dalle singole università, è unico per tutti i Corsi di Laurea. All’atto dell’iscrizione alla prova, lo studente deve scegliere e indicare tre Corsi di Laurea, specificandone l’ordine di preferenza personale. Sulla base del risultato conseguito nella prova, ogni Ateneo stila una graduatoria generale di merito. In seguito, partendo da chi ha realizzato il punteggio più elevato, i posti a disposizione vengono assegnati seguendo l’ordine di scelte del candidato.
L’anno scorso a garantire il maggior numero di iscrizioni è stato il Corso di Infermieristica, con 340 immatricolazioni. Più ridotte le possibilità per gli altri indirizzi (si andava dai cento per Fisioterapia ai dieci per i Corsi delle Professioni sanitarie tecniche). Quest’anno la prova verrà svolta il 4 settembre. I candidati avranno a disposizione poco più di un’ora per rispondere a sessanta domande, divise equamente tra la sezione di Cultura generale e Ragionamento logico, e quella di Biologia, Chimica, Fisica e Matematica. 
Cento minuti per dare il massimo ed entrare a far parte di un vero e proprio team, come spiega il prof. Antonio Dello Russo, referente dei Corsi di Laurea in Professioni sanitarie: “con l’attuazione delle nuove leggi, si formano veri e propri professionisti della sanità che entreranno a far parte di un’equipe. La gestione infermieristica, come quella degli altri settori delle professioni sanitarie, è importante quanto quella medica. Il rapporto tra i professionisti della sanità e i pazienti è uguale per tutti coloro che lavorano. A prescindere dalla mansione, gli approcci sono identici”.
Prepararsi a queste professioni è molto più complesso rispetto a un passato neanche troppo lontano: “gli infermieri di una volta si preparavano in quindici giorni. Forse si preparavano bene solo quelli che si formavano alle scuole della Croce Rossa. Oggi è diverso. L’università deve dare una preparazione sia teorica che pratica, perché si tratta di Corsi professionalizzanti. Il carico di lavoro è distribuito tra i due tipi di formazione”. Gli studenti, quindi, si muovono fin da subito tra libri e pazienti: “si devono formare studenti che abbiano la capacità di sapere, saper fare e saper essere. Devono cioè essere preparati sugli aspetti teorici, sulle applicazioni concrete nei casi presentati durante il tirocinio e, aspetto fondamentale, devono imparare a gestire il rapporto con il paziente anche da un punto di vista umano, sociale e psicologico”.
Chi porta a termine questo percorso deve tenere pronta la valigia: “i giovani laureati trovano occupazione abbastanza facilmente, nel giro di uno o due anni, ma non al Sud. Altrove, invece, è possibile trovare un impiego sia in una struttura pubblica che in una privata”.
Medicina è a cura di
Ciro Baldini
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