“Il film più terrificante che abbiate mai visto”, ecco una delle frasi con cui è stato pubblicizzato il film-documentario ‘Una scomoda verità’ (‘An inconvenient truth’), proiettato il 21 aprile nell’ambito di una giornata-dibattito promossa dalla Facoltà di Scienze Ambientali. “Il progetto, presentato l’anno scorso nell’ambito delle attività culturali di Ateneo e poi bocciato, è stato voluto comunque dal Preside Pedone, che ha considerato l’importanza del tema trattato. Il progetto, di Luigi Nappa e mio, prevedeva due proiezioni, entrambe legate al tema dell’ambiente, che siamo riusciti ad organizzare grazie anche al contributo di alcuni docenti”, spiega Giancarlo Licciardo, rappresentante degli studenti e promotore dell’iniziativa.
Così, a marzo è stato proiettato il documentario sull’emergenza rifiuti in Campania ‘Biutiful cauntri’ alla presenza di Raffaele Del Giudice e Roberta Arena, ed il 21 aprile, nell’Aula Magna della Facoltà, si è tenuto il secondo appuntamento. Al saluto del Preside Paolo Pedone, è seguita la presentazione dei temi trattati con i professori Simona Castaldi e Mario De Stefano; si è quindi giunti alla proiezione del film con un dibattito finale al quale ha partecipato il pubblico di studenti e docenti presente in aula. “L’importanza di questo documentario è incontestabile perché – dichiara il Preside – ha portato la tematica legata all’inquinamento da gas serra ad una valenza politica che ha posto in una luce nuova tutta la questione”. ‘Una scomoda verità’ è un documentario che ha fatto molto parlare e ha smosso le acque: diretto da Davis Guggenheim, ha come protagonista l’ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America, Al Gore. La pellicola si basa in larga parte su una presentazione multimediale che Gore crea e sviluppa durante molti anni come parte della sua campagna di informazione sui cambiamenti climatici. Presentato per la prima volta al Sundance Film Festival del 2006 e proiettato a New York e Los Angeles il 24 maggio dello stesso anno, il film ha vinto il premio Oscar 2007 come miglior documentario e per la migliore canzone originale e ha portato ad Al Gore il Premio Nobel per la Pace. “Al Gore – spiega la prof.ssa Castaldi – ha portato alla ribalta il tema in una maniera visibile e comprensibile anche ai non addetti ai lavori, rendendo l’argomento fruibile a tutti: in questo modo ha dato spunto alla presenza della tematica su larga scala”. Il dibattito si è, dunque, basato sui temi affrontati nel documentario come i cambiamenti climatici ed il surriscaldamento “basandosi sulla considerazione che le concentrazioni dei gas serra stanno aumentando oltre qualunque misura mai registrata e che di questo è responsabile l’uomo. Quindi si è discusso dell’impatto di questi gas sull’atmosfera: a riguardo la comunità scientifica è divisa perché, se una parte considera i gas serra e quindi l’uomo responsabili al 100% delle attuali trasformazioni climatiche, c’è una parte di scienziati che, invece, ritiene queste come rientranti nei normali cicli del pianeta. Nonostante questa divisione sia ancora aperta – continua la docente – l’importanza di ‘Una scomoda verità’ sta nell’aver diffuso questi concetti alle masse aprendo nuovi scenari di intervento e di discussione. Oggi, l’amministrazione Obama ha capito che lo scenario dell’abbattimento delle emissioni non è antieconomico, come credeva Bush, ma che proprio dall’applicazione e dalla riconversione nelle nuove tecnologie pulite si può produrre una grande quantità di reddito, aprendo la strada ad una nuova economia”.
Valentina Orellana
Così, a marzo è stato proiettato il documentario sull’emergenza rifiuti in Campania ‘Biutiful cauntri’ alla presenza di Raffaele Del Giudice e Roberta Arena, ed il 21 aprile, nell’Aula Magna della Facoltà, si è tenuto il secondo appuntamento. Al saluto del Preside Paolo Pedone, è seguita la presentazione dei temi trattati con i professori Simona Castaldi e Mario De Stefano; si è quindi giunti alla proiezione del film con un dibattito finale al quale ha partecipato il pubblico di studenti e docenti presente in aula. “L’importanza di questo documentario è incontestabile perché – dichiara il Preside – ha portato la tematica legata all’inquinamento da gas serra ad una valenza politica che ha posto in una luce nuova tutta la questione”. ‘Una scomoda verità’ è un documentario che ha fatto molto parlare e ha smosso le acque: diretto da Davis Guggenheim, ha come protagonista l’ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America, Al Gore. La pellicola si basa in larga parte su una presentazione multimediale che Gore crea e sviluppa durante molti anni come parte della sua campagna di informazione sui cambiamenti climatici. Presentato per la prima volta al Sundance Film Festival del 2006 e proiettato a New York e Los Angeles il 24 maggio dello stesso anno, il film ha vinto il premio Oscar 2007 come miglior documentario e per la migliore canzone originale e ha portato ad Al Gore il Premio Nobel per la Pace. “Al Gore – spiega la prof.ssa Castaldi – ha portato alla ribalta il tema in una maniera visibile e comprensibile anche ai non addetti ai lavori, rendendo l’argomento fruibile a tutti: in questo modo ha dato spunto alla presenza della tematica su larga scala”. Il dibattito si è, dunque, basato sui temi affrontati nel documentario come i cambiamenti climatici ed il surriscaldamento “basandosi sulla considerazione che le concentrazioni dei gas serra stanno aumentando oltre qualunque misura mai registrata e che di questo è responsabile l’uomo. Quindi si è discusso dell’impatto di questi gas sull’atmosfera: a riguardo la comunità scientifica è divisa perché, se una parte considera i gas serra e quindi l’uomo responsabili al 100% delle attuali trasformazioni climatiche, c’è una parte di scienziati che, invece, ritiene queste come rientranti nei normali cicli del pianeta. Nonostante questa divisione sia ancora aperta – continua la docente – l’importanza di ‘Una scomoda verità’ sta nell’aver diffuso questi concetti alle masse aprendo nuovi scenari di intervento e di discussione. Oggi, l’amministrazione Obama ha capito che lo scenario dell’abbattimento delle emissioni non è antieconomico, come credeva Bush, ma che proprio dall’applicazione e dalla riconversione nelle nuove tecnologie pulite si può produrre una grande quantità di reddito, aprendo la strada ad una nuova economia”.
Valentina Orellana