Prove d’esame diversificate per gli studenti con Dsa: “non una concessione” ma una norma di legge

Lo scorso 21 febbraio nella Sala Convegni del Palazzo degli Uffici dell’Università Federico II si è riunita
la Conferenza dei Referenti di Dipartimento per l’inclusione attiva e partecipata degli studenti. Si tratta di un organismo che opera all’interno del Centro SinAPSi. “Il referente di Dipartimento è una figura molto
importante per realizzare pienamente le attività del Centro – dice il prof. Paolo Valerio, Direttore di SInAPSi – e siamo stati molto contenti della consistente partecipazione. Accanto a storici compagni di viaggio di SinAPSi c’erano, all’ultima riunione, anche molti volti nuovi e questo ha portato sicuramente una ventata di entusiasmo e quasi un’atmosfera di nuovo inizio”. I referenti sono individuati dai Direttori dei Dipartimenti fra i docenti afferenti alle loro strutture e ne rappresentano una sorta di interfaccia con i professionisti che lavorano a SinAPSi. “Il significato della figura dei referenti è proprio in questo ruolo di cerniera – dichiara il prof. Valerio – Infatti, gli operatori del Centro hanno maturato, in più di un decennio, una grande expertise per sviluppare progetti di inclusione degli studenti ma, ovviamente, non sempre hanno, né possono avere, la conoscenza della vita dei Dipartimenti che hanno i referenti. Per questo un confronto con loro è spesso essenziale. Inoltre, ci siamo accorti che possono rappresentare una specie di primo approccio a SInAPSi, poiché sono docenti che gli studenti incontrano frequentando i Dipartimenti per i corsi o per il ricevimento”. Nonostante l’inclusione sia vista da SInAPSi a 360 gradi, e quindi anche i referenti possano agire in relazione a tutte le quattro aree di intervento del Centro -servizi: per la disabilità e per i disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa); per il successo formativo; antidiscriminazione e cultura delle differenze; sostegno all’occupabilità -, la riunione, svoltasi alla presenza di tutti gli operatori di SInAPSi, si è focalizzata sul tema degli studenti con DSA. Col termine ‘disturbi specifici dell’apprendimento’ ci si riferisce a un gruppo eterogeneo di disturbi – quali dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia – consistenti in difficoltà più o meno gravi nell’acquisizione e nell’uso dell’abilità della lettura, della scrittura e del calcolo, dovute a un’atipia del funzionamento neurocognitivo. Difficoltà che non precludono le possibilità di apprendere, ma semplicemente richiedono l’utilizzo di misure compensative come, ad esempio, la possibilità di usufruire di tempi aggiuntivi durante le prove (circa il 30% in più), di utilizzare calcolatrici, formulari, misure dispensative (ad esempio, agli studenti che esibiscono specifica documentazione con profilo funzionale viene concesso l’esonero dalle prove scritte in favore di quelle orali). “La questione degli studenti con DSA è strategica – nota il prof. Alessandro Pepino, Responsabile della Sezione per i Servizi per la Disabilità e per i DSA
– Si tratta di una popolazione in costante aumento e sappiamo che se i numeri sono ancora relativamente
bassi ciò è dovuto a un ritardo nelle attività di screening e di diagnosi, soprattutto al Sud. Le statistiche ci dicono che l’incidenza dei DSA è del 3-4% sulla popolazione totale. In un Ateneo come la Federico II parliamo di cifre potenziali intorno ai 2.000-2.500 studenti. Non siamo ancora a questi livelli, ma, se pensiamo che all’Università di Torino ve ne sono già oltre 800, capiamo che non si tratta di proiezioni inverosimili sul medio-lungo periodo”. Le sfide poste dall’inclusione degli studenti con DSA derivano dalle caratteristiche di questi disturbi. La loro invisibilità può portare i docenti a sottovalutare il problema e a essere restii alla concessione di misure compensative o dispensative, quasi fossero delle indebite facilitazioni. “In realtà dobbiamo essere consapevoli che non si tratta
di concessioni arbitrarie ma di qualcosa stabilito dalle legge – continua il prof. Pepino – E i professionisti del Centro hanno proprio il compito di collaborare con i docenti per consentire agli studenti di fruire, nel proprio percorso di studi, delle misure dispensative e compensative, di norma riportate nella diagnosi, nel rispetto della legge 170/2010. Dobbiamo essere chiari su questo punto: una prova equipollente non è una prova semplificata. E l’uso di strategie dispensative e compensative non rappresenta una corsia privilegiata, ma solo un modo per eliminare delle barriere. Negare a uno studente con DSA l’accesso a queste misure è come chiedere a una persona che ha l’obbligo di guida con lenti di guidare senza occhiali”. Al momento della promulgazione della legge 170, la governance della Federico II ha assegnato al Centro SInAPSi la missione di organizzare le azioni per la sua attuazione. “Questo va anche a tutela dei nostri colleghi – osserva il prof. Valerio – Benché rarissimo, è capitato qualche caso di studente che, diagnosi alla mano, si sia rivolto direttamente al professore per chiedere strumenti compensativi o tempi aggiuntivi sulla base della 170. Molti docenti ovviamente non hanno le competenze per leggere una diagnosi e per stabilire se la certificazione presentata sia adeguata. In questo senso, i nostri collaboratori a SInAPSi non solo elaborano con lo studente e il docente un progetto individualizzato di inclusione, sulla base della diagnosi, ma garantiscono tutti gli attori del processo circa l’attuazione rigorosa della legge”. Pertanto, il docente si può ritenere libero dalla responsabilità di valutare nel merito una eventuale diagnosi esibita dallo studente, in quanto a norma di legge lo studente stesso è tenuto ad avvalersi dei Servizi per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ai quali, quindi, dovrà, per tempo, produrre una documentazione clinica,
corredata, oltre che dalla diagnosi di DSA, anche dal profilo funzionale realizzato da una struttura del Sistema Sanitario Nazionale o da un centro clinico accreditato. Gli studenti con DSA che vogliano avere ulteriori informazioni su come accedere ai servizi possono contattare il Punto Accoglienza di SInAPSi, inviando una email ad accoglienza. sinapsi@unina.it. I docenti che desiderino delucidazioni su come procedere per l’inclusione degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento possono riferirsi ai pedagogisti ei Servizi per i DSA (pedagogia.
sinapsi@unina.it).
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