Tesori negati a Mezzocannone

“Qui alla Federico II, nell’edificio di via Mezzocannone 8, abbiamo strutture didattiche di grandissimo
valore che sono completamente inutilizzate. Rappresentano un patrimonio che gli allievi di Biologia potrebbero sfruttare, che potrebbe contribuire al meglio alla loro formazione, perché si impara guardando e toccando, oltre che studiando, ma sono praticamente dismesse”. Parole del prof. Gaetano Ciarcia, docente di Anatomia Comparata e Citologia, che accompagna, il 24 febbraio, Ateneapoli in un percorsotra i tesori dimenticati dell’Ateneo federiciano
in una delle sedi del centro storico. “Ecco, vede, – racconta mentre apre una porta che immette in un ampio spazio corredato da vetrinette e bacheche – questa che può ammirare è la Collezione Elmintologica Centrale Italiana, comprendente un notevole numero di esemplari di Platelminti, Nematodi, Nematomorfi ed Acantocefali provenienti dalle collezioni di Monticelli, Parona e Stossich. Parliamo di una struttura che ha più di un secolo di vita e che non ha solo un valore storico. Qui dentro, fino a qualche tempo fa, gli studenti venivano a vedere gli esemplari conservati nei vasetti, a capire come fossero fatti. Oggiquesto spazio è sostanzialmente abbandonato, non lo frequenta più nessuno. Sta sempre chiuso”. Pochi passi oltre, ecco il Museo Didattico di Zoologia, adibito anche a sala studio ed annessa Biblioteca. Esemplari di animali e libri depositati negli scaffali, alcuni dei quali risalgono addirittura al ‘600. “Il Museo – racconta il prof. Ciarcia – è stato concepito per fornire agli studenti di Scienze Naturali e di Scienze Biologiche un servizio didattico che permetta loro una consultazione diretta di collezioni naturalistiche e di materiale didattico sugli argomenti trattati durante le lezioni teoriche. La Biblioteca dispone di alcune migliaia di libri e riviste. In un’apposita sezione è conservata una raccolta di alcune centinaia di libri antichi, tra cui alcuni stampati quattro o cinque secoli fa. La biblioteca è abbellita da alcune cere dell’800, conservate in bacheche moderne, che ripercorrono le tappe dell’evoluzione animale attraverso mirabili sezioni di esemplari rappresentativi dei diversi phyla. Queste opere della Scuola napoletana sono pari in bellezza solo a quelle esposte alla Specola di Firenze”. La biblioteca ed il Museo didattico, però, non sono aperti da ormai alcuni anni agli studenti. “Lo vede lei stesso – prosegue il professore – che  oggi per accompagnarla qui ho dovuto chiedere le chiavi ad un addetto alle pulizie. Prima di noi, chissà da quanto non era entrato nessuno. Eppure, dico io, questo Museo e questa biblioteca rappresentano un tesoro per chi studia Zoologia, una disciplina prevista da vari Corsi di Laurea”. S’infervora: “Per comprendere meglio fino a che punto questi tesori didattici siano stati posti in soffitta, dimenticati, le basterà sapere che non se ne fa cenno neppure nel sito web del Dipartimento da poco rinnovato. Alle mie rimostranze si è risposto che non possiamo inserire  nel sito web musei e biblioteche che non sono parte del Dipartimento perché a breve confluiranno nel Polo museale di Ateneo. Ebbene, non è una scelta coerente con la storia di queste strutture. I Musei di Zoologia, Paleontologia e Mineralogia hanno finalità divulgative, sono aperti alla città. Li visitano gli studenti dalle elementari ai licei. Cosa diversa sono il Museo didattico e la biblioteca di Zoologia oppure la Collezione Elmintologica Centrale Italiana. Parliamo, per questi ultimi, di centri che da sempre sono stati legati alla viva didattica, alla formazione delle ragazze e dei ragazzi che frequentano le lezioni universitarie. Dovrebbero essere recuperati a questa funzione”. Anche perché “le aule di Mezzocannone 8, nonostante il trasferimento di buona parte di Biologia nella struttura universitaria di Monte Sant’Angelo, continuano ad essere frequentate”. Mentre parla, si sposta, per rafforzare il concetto, in un’aula dove si svolgono i corsi di Zoologia al I anno: “Se verrà tra qualche giorno, quando riprenderanno le lezioni del II semestre, vedrà che qui dentro siedono centinaia di allievi. Non si comprende davvero perché non si consenta loro, mantenendoli aperti, di accedere al Museo ed alla biblioteca di Zoologia ed alla Collezione Elmintologica”.
Continua la sosta selvaggia nel Cortile
Il viaggio a Mezzocannone 8 si conclude nello spazio impropriamente utilizzato come parcheggio. Un cortile con accesso da via Paladino e protetto da un cancello elettronico azionabile da un telecomando che, in teoria, dovrebbe essere nelle mani dei pochi davvero autorizzati a parcheggiare lì, o per esigenze di carico e scarico dei materiali, o perché disabili o per qualche altro motivo. “Sono le 12.00 – sottolinea il professore – e ci sono decine e decine di vetture in sosta. Già in passato ho sollevato il tema e voi di Ateneapoli interpellaste gli uffici amministrativi di Ateneo. Risposero che in questo cortile non potrebbe parcheggiare nessuno, o quasi. Sono pochissimi quelli autorizzati. Ebbene, mi chiedo come sia possibile consentire un tale abuso e come sia accaduto che il telecomando che aziona il cancello elettrico sia finito nelle mani di tante persone. L’invadenza delle auto sottrae spazio agli studenti, perché questo cortile potrebbe essere attrezzato con gazebo e panchine dove studiare, mangiare un panino o chiacchierare, e crea una situazione di potenziale pericolo. Il parcheggio, infatti, oltre che abusivo non è a norma. C’è un’unica via di accesso. In caso di emergenza, inoltre, le auto in sosta selvaggia impediscono l’ingresso ai mezzi di soccorso”.
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