“Sono contenta della mia scelta perché quando si parla di certi argomenti non si può fare a meno di restare a bocca aperta. Ma le delusioni sono dietro l’angolo, come essere bocciati ad una semplice idoneità di lingua inglese o trovare un ambiente in cui socializzare non è semplicissimo neppure per persone molto aperte come me: non so se si tratti di snobismo o altro”, racconta Simona Nozzolillo, studentessa al secondo anno di Psicologia. Rosa, iscritta al quarto anno, rincara la dose: “chi decida di iscriversi a Psicologia deve considerare la presenza di esami, come Psicologia Generale, che vanno seguiti con assiduità”. Poi, come sempre, ritorna la questione della carenza di spazi. Ne parla Rosa ma anche Maria Gaudiano: “il primo anno seguivamo spesso nell’Aula Magna, quest’anno utilizziamo aule diverse e ci tocca andare dalla palazzina C all’aula D nella zona di Psicologia, quindi avvertiamo maggiore disagio anche perché le aule sono piccole”. Conferma Ciro, iscritto anch’egli al secondo anno: “molte persone durante i corsi che si tengono in aula D sono costrette a sedersi per terra”. Riguardo gli esami, ammette: “ho avuto problemi con l’esame di Psicologia dello Sviluppo, ma mi sono prontamente riscattato con quello di Psicometria”. Diversa la storia di Elisabetta Violante, terzo anno, che studia e lavora ed è riuscita “a mantenermi al passo con gli esami, questo perché studiare diventa quasi un piacere quando gli argomenti non sono noiosi e i professori riescono a trasmetterti l’amore per una disciplina”. Tuttavia, aggiunge, i problemi non mancano: “ci sono sessioni che prevedono 5 o 6 esami a distanza di pochissimi giorni l’uno dall’altro, quindi diventa praticamente impossibile darne anche 3 perché le date sono troppo ravvicinate”. Anche Elisabetta fa notare: “Le aule, invece, sono piccole e spesso si è costretti a seguire seduti a terra o vicino alle finestre”. Le lagnanze di Marina Dell’Aversana: “dopo il primo anno, non ci sono più riservate le aule grandi, ci sono problemi di spazio; la segreteria è del tutto inefficiente; spesso ci troviamo a dover affrontare tre esami in 2 settimane, anche alcuni difficili come Psicofisiologia”. Rosanna Formisano, matricola, afferma: “mi trovo di fronte ad una disciplina nuova che sto scoprendo giorno dopo giorno, non ho granché di cui lamentarmi, anche se capita a volte di fare le corse per i posti, dal momento che non ce ne sono per tutti”. Lorenza, secondo anno, la pensa diversamente: “noi studenti di Psicologia possiamo considerarci molto fortunati per i servizi e le aule offerte dalla Facoltà”. Rita Di Paola, iscritta al quarto anno, è della stessa opinione: “il problema aule non è cosi insopportabile quando a fare da contraltare ci sono lezioni appassionanti in cui nessun contenuto risulta completamente astratto, perché, a dispetto di quel che si possa credere, la Psicologia è ricerca ed è proprio questo che me l’ha fatta amare ancora di più. Non in tutte le Facoltà capita di essere fermati per i corridoi dai tesisti che ti propongono un esperimento e allora ci si ritrova a fare da cavie”. L’unico neo sembra essere un altro: “la mancanza totale di certezze per il futuro: con una laurea in Psicologia è difficile trovare lavoro e questo timore all’Università si sente…”.