Quale esame conviene dare prima?

Affollamento, corse tra i banchi per assicurarsi il tanto agognato posto a sedere in aula: la vita delle matricole procede così, fra alti e bassi. A quattro settimane dall’inizio delle lezioni, c’è, però, un’altra preoccupazione che comincia a serpeggiare tra gli studenti: la scelta del primo esame. Gennaio incombe: due mesi sono relativamente pochi per preparare delle discipline che impongono lo studio di manuali da 600 e passa pagine. E’ arrivato, dunque, il momento di decidere su quale materia concentrare le proprie energie. Ma dopo appena un mese si hanno già gli elementi per scegliere? “Assolutamente no – dice Gina Paciullo, matricola – Un mese non è sufficiente per avere dimestichezza con il linguaggio giuridico, figuriamoci se si riesce ad individuare quale esame sostenere. I docenti in aula ci consigliano di concentrarci su tutte le discipline, o almeno su quella che ci piace di più”. Essere a secco d’esperienze è la prima reale difficoltà delle matricole. “A volte si sceglie per sentito dire – ammette Martino Valenti – Si chiede consiglio ai ragazzi più grandi che abbiano maturato un’esperienza sul campo. Ad esempio, a me piacciono tutte e tre le discipline del primo semestre. Mi hanno consigliato, però, di iniziare con quella più facile, per non avere problemi. Credo che Storia del diritto romano sarà il mio primo esame”. A differenza di quanto consigliano i docenti, si è da sempre orientati verso quelle discipline ritenute ‘fattibili’. “Di facile non vi è proprio nulla – dichiara Lucia – Forse esami come Storia hanno meno nozioni giuridiche da sviscerare e, a primo acchito, appaiono più semplici. Ma, in realtà, sono da studiare sempre almeno 500-600, cosa non semplice per chi come me al liceo si limitava all’assegno giornaliero”. “E poi chi dice che iniziare da Storia sia la scelta giusta? Mettere da parte Diritto Costituzionale significherà, poi, riprenderlo nel secondo semestre accanto a Privato. Il tempo a nostra disposizione sarà ancora meno e le difficoltà aumenteranno invece di diminuire”, aggiunge Marzia Giordano. Seguire una strada o l’altra porta sempre a delle conseguenze. Basta non scoraggiarsi se poi il sentiero intrapreso risulta più difficile da come lo si era immaginato. “Ho scelto di dare Costituzionale come unico esame – afferma Tonia – perché è il più difficile e non voglio trascinarmelo fino al secondo semestre. So che se dovesse andare male mi ritroverò con un pugno di mosche e il morale a terra. Ma preferisco rischiare in vista di Privato”. Mario rivela: “Non riuscirei a sopportare una sconfitta al primo esame”. Così ha intenzione di iniziare con il piede giusto: “preparare Storia e Istituzioni insieme non è così impossibile. In questo modo, mi ritroverei con due prove sostenute. E si sa che iniziare spediti comporta un bel vantaggio in futuro”. 
Le regole d’oro 
degli studenti 
più anziani
Gli studenti degli anni successivi al primo consigliano di adottare alcuni accorgimenti per evitare battute d’arresto. Le regole d’oro dettate da Valerio Auriemma, iscritto al quinto anno, sono due. La prima “concerne il docente con cui sostenere l’esame: le discipline, prima o poi, andranno superate tutte, ma un professore o un altro può fare la differenza in sede d’esame. In termini di voto, di approccio alla materia, di lunghezza dei manuali. Quindi è bene sostenere l’esame con il docente che assicura maggiori vantaggi”. La seconda: “Quando si decide di affrontare una disciplina occorre seguire non solo il corso, ma anche il Dipartimento e i seminari. Solo così si può sapere cosa realmente ci si dovrà aspettare all’esame. Inoltre, è utile privilegiare le lezioni che prevedono la certificazione della frequenza, il pre-appello e le prove intercorso”. Sottolinea Giorgio, prossimo alla laurea: “un bel voto al primo esame fa la differenza. So che sembra assurdo, ma nel corso della mia carriera tutti i docenti hanno buttato l’occhio sugli esami precedenti. Per questo, la prima volta occorre scegliere con cognizione di causa”. Non è d’accordo Patrizia, studentessa all’ultimo anno: “Battute d’arresto ci saranno sempre ed è impensabile aspettare che ruoti la cattedra per dover sostenere l’esame con un determinato docente. L’unico consiglio utile è quello di sostenere la disciplina più semplice e cercare di portare a casa un voto decente. Come primo esame io diedi Istituzioni e, nonostante avessi studiato per tre mesi, ebbi un misero 23. Se avessi provato Costituzionale, emozionata e spaventata com’ero, sarei stata bocciata di sicuro”. “Consiglio di puntare tutto su Costituzionale – suggerisce, invece, Annamaria – la disciplina è propedeutica e non sostenerla bloccherebbe alcuni esami. Meglio soffermarsi sulla qualità e non sulla quantità. L’esame di Storia lo si può tranquillamente dare più in là. Il tutto poi sta anche in come si vivono i primi mesi”. Perché: “Alla lunghezza e alle sorprese riservate dai manuali di diritto non ci si abituerà mai. Quanto più si va avanti, tante più saranno le difficoltà con cui scontrarsi. Soffermarsi dapprima sugli esami difficili permetterà di guadagnare tempo in futuro, quando il tempo sarà l’unico lusso che non ci si potrà concedere”, conclude la studentessa.
Susy Lubrano
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