Il prof. Claudio Quintano è stato riconfermato Preside della Facoltà di Economia. Alle elezioni del 7 maggio, su 89 aventi diritto al voto, si sono recati alle urne in 87. 67 voti per il prof. Quintano, 14 per il prof. Francesco Calza, 6 per il prof. Giovanni Quadri. Il giovane Calza a fine marzo si era dichiarato disponibile ad assumere la guida della Facoltà, cioè a vestire di fatto (alla Parthenope la presentazione delle candidature non è regolamentata) i panni del candidato alla presidenza, primo antagonista di Quintano dopo 18 anni di candidatura unica. Il risultato elettorale, però, parla chiaro: si è preferita l’uomo di esperienza alla giovane proposta. Il prof. Alessandro Scaletti, segretario della Commissione elettorale, si è detto “affascinato dalla prova di democrazia fornita da queste elezioni, il quorum di votanti così alto è di buon auspicio per il futuro”. Il Preside Quintano afferma che il risultato elettorale non ha scalfito minimamente l’unità della Facoltà, e che la situazione pre-elettorale era espressione di un fermento del tutto naturale. “E’ normale che in un’organizzazione grande, come è diventata la nostra Facoltà, ci siano delle percentuali di non condivisione”, dice da buon statistico, “i tentativi di sperimentare il nuovo ci devono essere. Per questo non bisogna pensare che l’assenza di unanimità significhi spaccatura”. Dunque, a fronte delle 67 preferenze attribuite a Quintano, la manciata di voti confluiti su altri nomi non appare significativa. Tra l’altro, era prevedibile che una Facoltà economica puntasse sulla continuità con un passato che ha portato buoni frutti. “Noi stessi dobbiamo applicare i principi che insegnamo. In un’azienda si manda forse a casa l’amministratore delegato che ha lavorato bene? Per questo l’azione di disturbo rispetto alla continuità della presidenza non è stata proprio presa in considerazione: le azioni vanno collegate ai risultati. Non basta avere dei progetti, tutti ne abbiamo. Si deve anche vedere se ci sono le capacità realizzative. In questo momento storico c’è ancora bisogno di una guida di esperienza”. Il problema del rinnovamento della governance resta, ma il Preside ne fa più una questione di uomini che di strutture. “Certamente si lavorerà alla creazione di una Giunta o Consiglio di presidenza, ma già adesso c’è tanto da fare per chi ha la volontà di impegnarsi. E’ già possibile un decentramento in strutture diverse da Senato, CdA e Dipartimenti. Esistono i Consigli di Coordinamento Didattico, ne abbiamo 3 e aspettiamo che decollino. Prima di individuare settori astratti nei quali collocare le persone, sarebbe preferibile vedere quali sono le singole vocazioni. Il prossimo triennio diventerebbe una palestra in cui far ruotare le persone che potrebbero cimentarsi con la guida della Facoltà in futuro”. Di temi su cui lavorare ce ne sono tanti. Anzitutto, c’è da studiare proprio il sistema cui nuovo modello di governance dovrà essere ispirato. Poi ci sono tanti punti che riguardano la didattica. Affiancamento sull’orientamento, sul placement, sull’Erasmus. Si deve curare il progetto di e-learning e l’organizzazione dei test facoltativi in ingresso, che sono alcune delle novità che caratterizzeranno i prossimi anni. Tutto l’Ateneo dovrà fare i conti con il problema della qualità formativa, e la Facoltà di Economia, che è la più grande, pensa di utilizzare anche questi strumenti per raggiungere l’obiettivo di un livello qualitativo sempre più alto. Le lezioni tradizionali saranno coadiuvate da un supporto di e-learning specifico, maggiormente spinto rispetto a quello sperimentato finora. Il test di ingresso ai corsi di laurea triennali, non obbligatorio, permetterà di individuare meglio l’orientamento vocazionale e di sondare la preparazione di base delle aspiranti matricole. Il prossimo triennio sarà anche quello del trasferimento della Facoltà nella nuova sede a Monte di Dio, previsto per il mese di novembre o dicembre 2009. Nel 2010/11 sarà attivo il corso interfacoltà con Giurisprudenza, una nuova sfida basata su una sinergia che si annuncia proficua. Ancora, bisognerà garantire il progressivo ricambio del corpo docente facendo spazio ad altri giovani (in tre anni non mancheranno i pensionamenti). “Ci troveremo davanti a un panorama di restrizioni finanziarie”, dice il Preside, “e dovremo lavorare molto per utilizzare al meglio tutte le risorse disponibili, cercando di trovare quelle necessarie per i giovani ricercatori che devono andare avanti nel loro percorso”. Sarà un triennio impegnativo su più fronti, e il prof. Quintano si dice convinto di poter contare sulla collaborazione e l’impegno dei colleghi, per i quali “la porta della presidenza è sempre aperta”.
Sara Pepe
Sara Pepe