Si chiama “Architettura – Restauro” ed è la nuova Laurea Specialistica attivata nella Facoltà di Architettura del Federico II. “L’obiettivo – spiega il prof. Aldo Aveta, Presidente del neonato Corso di Laurea – è formare un buon progettista del restauro architettonico”. Insomma, nulla a che vedere con il restauro dei mobili, come erroneamente si potrebbe pensare, ma “si affronta il restauro dell’architettura, del paesaggio e dell’ambiente”.
Unico in Campania, il corso nasce sulla base di una duplice considerazione. “A Napoli – riferisce il docente – c’è una tradizione accademica radicata nel settore del restauro. Inoltre, riteniamo che sia questo un campo a forte vocazione occupazionale”. E infatti, recessione economica a parte, “dopo decenni di letargo, la Regione Campania si è svegliata e ha deciso di puntare molto sulla valorizzazione del patrimonio architettonico”. La realtà è sotto gli occhi di tutti: la legge regionale 26/02 sul restauro dei centri storici; il concorso internazionale per il restauro del tempio Duomo nel rione Terra di Pozzuoli; il potenziamento di grossi complessi monumentali come quello di Largo Donnaregina o del Palazzo Fuga, ex Albergo dei Poveri. Insomma, “considerata la ricchezza architettonica della città di Napoli e dei suoi 540 comuni, ci sarà un bel da fare per i nostri laureati”. Pertanto, oltre alla libera professione, “i laureati in Restauro possono svolgere funzioni di elevata responsabilità in istituzioni ed enti pubblici e privati che operano nel campo della tutela, del restauro e della valorizzazione del patrimonio architettonico ed ambientale”.
Storia dell’architettura, Storia del restauro, Estimo, Scienza e tecnica delle costruzioni, Impianti tecnici in materie di restauro, gli esami caratterizzanti il percorso specialistico, “vale a dire cardini dell’architettura, già trattati nella laurea di primo livello ed approfonditi in quella di secondo”. Grande attenzione sarà data agli aspetti applicativi. “Nei crediti a scelta, consigliamo agli studenti di seguire stage in laboratori e cantieri di restauro per accompagnare la formazione teorica ad esperienze sul campo”. Un percorso alquanto impegnativo, dunque, “che richiede molta passione e un nutrito bagaglio culturale di conoscenze, dati i continui avanzamenti tecnologici e teorici nel settore”.
Il laureato specialistico in Restauro si potrà iscrivere nell’albo professionale dell’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori col titolo di Architetto, “il che dà la possibilità di operare all’interno dell’Unione Europea”. E per chi volesse approfondire ulteriormente la propria formazione, “la Federico II ha attivato la Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti, di cui ci sono pochi esempi in Italia, e il dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici”.
La Specialistica in Restauro è a numero chiuso. Cinquanta i posti disponibili cui possono accedere – a debito zero – tutti i laureati triennali in Scienze dell’architettura della Facoltà di Architettura della Federico II. Per tutti gli altri, compresi gli studenti provenienti da altri Atenei, saranno valutati eventuali debiti formativi. Il bando d’ammissione uscirà all’inizio di settembre; le lezioni dovrebbero cominciare il primo dicembre. “Per dare la possibilità di accedere anche ai laureati della sessione autunnale, si sta discutendo se posticipare i termini delle iscrizioni”, fa sapere il prof. Aveta.
Metà ottobre, invece, la data di inizio dei cinque corsi triennali – Architettura, Scienze dell’architettura, Edilizia, Urbanistica, Arredamento – attivati dalla Facoltà, tutti a numero chiuso e le cui prove di selezione si stanno tenendo mentre andiamo in stampa.
Tra le altre novità del prossimo anno accademico, buone notizie per gli studenti. Finalmente aperte due delle quattro aule studio del complesso dello Spirito Santo. Ad annunciarlo, i rappresentanti degli studenti che fanno capo a Confederazione. “Il nostro collega Licurgo, delegato del gruppo alla sede, ha dovuto fare una caccia all’uomo per ottenere questo risultato”, riferiscono i ragazzi. Intenzione della Facoltà, infatti, era consegnare contemporaneamente le quattro aule, ma a settembre e non prima dell’estate come invece è accaduto. “Non volevamo aspettare perché studiare nel cortile di Palazzo Gravina durante i mesi estivi è davvero impossibile”, spiegano gli studenti di Confederazione.
Ubicate al pian terreno del Palazzo dello Spirito Santo, nel corpo dell’edificio tra il cortile di via Roma e quello di via Forno Vecchio, le due aule studio hanno una capienza di quaranta posti a sedere ciascuna, sono dotate di area condizionata, prese per i computer e di scivolo per l’accesso degli studenti disabili.
Paola Mantovano
Unico in Campania, il corso nasce sulla base di una duplice considerazione. “A Napoli – riferisce il docente – c’è una tradizione accademica radicata nel settore del restauro. Inoltre, riteniamo che sia questo un campo a forte vocazione occupazionale”. E infatti, recessione economica a parte, “dopo decenni di letargo, la Regione Campania si è svegliata e ha deciso di puntare molto sulla valorizzazione del patrimonio architettonico”. La realtà è sotto gli occhi di tutti: la legge regionale 26/02 sul restauro dei centri storici; il concorso internazionale per il restauro del tempio Duomo nel rione Terra di Pozzuoli; il potenziamento di grossi complessi monumentali come quello di Largo Donnaregina o del Palazzo Fuga, ex Albergo dei Poveri. Insomma, “considerata la ricchezza architettonica della città di Napoli e dei suoi 540 comuni, ci sarà un bel da fare per i nostri laureati”. Pertanto, oltre alla libera professione, “i laureati in Restauro possono svolgere funzioni di elevata responsabilità in istituzioni ed enti pubblici e privati che operano nel campo della tutela, del restauro e della valorizzazione del patrimonio architettonico ed ambientale”.
Storia dell’architettura, Storia del restauro, Estimo, Scienza e tecnica delle costruzioni, Impianti tecnici in materie di restauro, gli esami caratterizzanti il percorso specialistico, “vale a dire cardini dell’architettura, già trattati nella laurea di primo livello ed approfonditi in quella di secondo”. Grande attenzione sarà data agli aspetti applicativi. “Nei crediti a scelta, consigliamo agli studenti di seguire stage in laboratori e cantieri di restauro per accompagnare la formazione teorica ad esperienze sul campo”. Un percorso alquanto impegnativo, dunque, “che richiede molta passione e un nutrito bagaglio culturale di conoscenze, dati i continui avanzamenti tecnologici e teorici nel settore”.
Il laureato specialistico in Restauro si potrà iscrivere nell’albo professionale dell’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori col titolo di Architetto, “il che dà la possibilità di operare all’interno dell’Unione Europea”. E per chi volesse approfondire ulteriormente la propria formazione, “la Federico II ha attivato la Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti, di cui ci sono pochi esempi in Italia, e il dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici”.
La Specialistica in Restauro è a numero chiuso. Cinquanta i posti disponibili cui possono accedere – a debito zero – tutti i laureati triennali in Scienze dell’architettura della Facoltà di Architettura della Federico II. Per tutti gli altri, compresi gli studenti provenienti da altri Atenei, saranno valutati eventuali debiti formativi. Il bando d’ammissione uscirà all’inizio di settembre; le lezioni dovrebbero cominciare il primo dicembre. “Per dare la possibilità di accedere anche ai laureati della sessione autunnale, si sta discutendo se posticipare i termini delle iscrizioni”, fa sapere il prof. Aveta.
Metà ottobre, invece, la data di inizio dei cinque corsi triennali – Architettura, Scienze dell’architettura, Edilizia, Urbanistica, Arredamento – attivati dalla Facoltà, tutti a numero chiuso e le cui prove di selezione si stanno tenendo mentre andiamo in stampa.
Tra le altre novità del prossimo anno accademico, buone notizie per gli studenti. Finalmente aperte due delle quattro aule studio del complesso dello Spirito Santo. Ad annunciarlo, i rappresentanti degli studenti che fanno capo a Confederazione. “Il nostro collega Licurgo, delegato del gruppo alla sede, ha dovuto fare una caccia all’uomo per ottenere questo risultato”, riferiscono i ragazzi. Intenzione della Facoltà, infatti, era consegnare contemporaneamente le quattro aule, ma a settembre e non prima dell’estate come invece è accaduto. “Non volevamo aspettare perché studiare nel cortile di Palazzo Gravina durante i mesi estivi è davvero impossibile”, spiegano gli studenti di Confederazione.
Ubicate al pian terreno del Palazzo dello Spirito Santo, nel corpo dell’edificio tra il cortile di via Roma e quello di via Forno Vecchio, le due aule studio hanno una capienza di quaranta posti a sedere ciascuna, sono dotate di area condizionata, prese per i computer e di scivolo per l’accesso degli studenti disabili.
Paola Mantovano