Il Suor Orsola Benincasa, Ateneo che dalla sua sede storica del corso Vittorio Emanuele domina dall’alto la città, scende nel cuore di Napoli attraverso l’assegnazione ad attività didattiche e scientifiche di due strutture del centro storico. “Tra le nostre missioni, come Ateneo, c’è quella di mettere al servizio della comunità le nostre competenze, compito che il Suor Orsola assolve già da tempo offrendo i suoi servizi ad enti ed istituzioni locali, e che vuole rendere ancora più visibile attraverso una sua presenza nel centro cittadino”, dichiara il Rettore Lucio d’Alessandro.
E’ in fase di elaborazione, dunque, un progetto che vede la riappropriazione da parte dell’Ateneo di un suo edificio di via Chiaia attualmente dato in locazione e che dovrebbe in futuro essere assegnato alla didattica. Già avanzato, invece, l’altro progetto di riapertura della Cappella di Santa Maria dei Pignatelli, in possesso del Suor Orsola già dagli anni ’90 e che presto tutti i cittadini napoletani potranno ammirare. Di origini trecentesche, testimoniate da una antica lapide, la Cappella fu ristrutturata a partire dal 1477 per volere di Ettore Pignatelli, duca di Monteleone e di Borrello e futuro viceré di Sicilia, affiancando il palazzo di famiglia e incorporando la fabbrica del Sedile di Nido, uno dei seggi nobili della città di Napoli cui anche i Pignatelli appartenevano. A questi anni risale la costruzione dei due importanti complessi funerari che fanno della Cappella uno dei gioielli dell’arte napoletana del Rinascimento maturo: il sepolcro di Carlo Pignatelli, sulla parete sinistra, opera della bottega di Tommaso Malvito verso il 1506-07, e la piccola cappella di Caterina Pignatelli, opera del grande scultore spagnolo Diego de Silóe attorno al 1513-14, ricca di decori tratti dall’Antico e vicina alla cultura della Roma papale di Raffaello, Michelangelo e Sansovino. A partire dal 1736 la Cappella fu restaurata ed assunse forme barocche, dotata di un nuovo altare progettato da Gaetano Buonocore e di una cupola a scodella affrescata nel 1772 da Fedele Fischetti.
“Seguono poi – come spiega il prof. Pierluigi Leone De Castris, delegato del Rettore alla Cappella Pignatelli e docente di Storia dell’arte moderna – lunghi anni di degrado. La Cappella fu utilizzata per scopi vari, tra cui quello di deposito, nonché vandalizzata più volte e derubata di alcune sue opere. Quando negli anni ’90 è stata donata dalla Famiglia Pignatelli al nostro Ateneo versava in condizioni di conservazione molto gravi”.
Con fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Soprintendenza per i Beni Architettonici di Napoli, nonché dalla stessa Università, la Cappella è stata oggetto di un primo restauro, tra il 1999 e il 2007: “lavori di consolidamento statico”, spiega De Castris.
Oggi si riparte, invece, finalmente con la seconda fase di restauro, che interessa i marmi, le opere pittoriche, le statue. “Questa Cappella si trova nell’ombelico della città, proprio a Largo Corpo di Napoli, in una delle aree più densamente frequentate da turisti, studenti e cittadini. Questo la rende il luogo deputato per eccellenza a promuovere su scala le attività dell’Università Suor Orsola Benincasa, specialmente nel campo della storia dell’arte e della conservazione e restauro del patrimonio artistico, e la sua vocazione fortemente radicata sul territorio. Noi siamo tra le prime Università italiane nel settore dei beni culturali, e questa Cappella può diventare un dono alla cittadinanza e ai turisti, frutto del lavoro dei nostri restauratori, e una ‘vetrina’ per l’Ateneo nel centro storico”, sottolinea il professore.
Se il Rettore sta già lavorando al reperimento dei fondi che dovrebbero arrivare dalle amministrazioni preposte ai beni culturali e dagli enti locali, il prof. De Castris si augura di poter aprire il cantiere durante quest’estate, “questo ci consentirebbe di completare i lavori entro il 2013, anno del Forum delle Culture”.
Nel progetto coinvolti anche gli studenti, “attualmente nostri tirocinanti stanno già provvedendo al lavoro di inventarizzazione e censimento delle opere presenti nella Cappella. Per quanto riguarda il vero e proprio restauro, bisognerà vedere se i tempi ci consentiranno di far partecipare anche gli studenti: si tratta di un lavoro molto delicato. Di sicuro, una volta completato il restauro, la Cappella sarà destinata ad attività didattico-scientifico, come laboratori-scuola, seminari, convegni”.
E’ in fase di elaborazione, dunque, un progetto che vede la riappropriazione da parte dell’Ateneo di un suo edificio di via Chiaia attualmente dato in locazione e che dovrebbe in futuro essere assegnato alla didattica. Già avanzato, invece, l’altro progetto di riapertura della Cappella di Santa Maria dei Pignatelli, in possesso del Suor Orsola già dagli anni ’90 e che presto tutti i cittadini napoletani potranno ammirare. Di origini trecentesche, testimoniate da una antica lapide, la Cappella fu ristrutturata a partire dal 1477 per volere di Ettore Pignatelli, duca di Monteleone e di Borrello e futuro viceré di Sicilia, affiancando il palazzo di famiglia e incorporando la fabbrica del Sedile di Nido, uno dei seggi nobili della città di Napoli cui anche i Pignatelli appartenevano. A questi anni risale la costruzione dei due importanti complessi funerari che fanno della Cappella uno dei gioielli dell’arte napoletana del Rinascimento maturo: il sepolcro di Carlo Pignatelli, sulla parete sinistra, opera della bottega di Tommaso Malvito verso il 1506-07, e la piccola cappella di Caterina Pignatelli, opera del grande scultore spagnolo Diego de Silóe attorno al 1513-14, ricca di decori tratti dall’Antico e vicina alla cultura della Roma papale di Raffaello, Michelangelo e Sansovino. A partire dal 1736 la Cappella fu restaurata ed assunse forme barocche, dotata di un nuovo altare progettato da Gaetano Buonocore e di una cupola a scodella affrescata nel 1772 da Fedele Fischetti.
“Seguono poi – come spiega il prof. Pierluigi Leone De Castris, delegato del Rettore alla Cappella Pignatelli e docente di Storia dell’arte moderna – lunghi anni di degrado. La Cappella fu utilizzata per scopi vari, tra cui quello di deposito, nonché vandalizzata più volte e derubata di alcune sue opere. Quando negli anni ’90 è stata donata dalla Famiglia Pignatelli al nostro Ateneo versava in condizioni di conservazione molto gravi”.
Con fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Soprintendenza per i Beni Architettonici di Napoli, nonché dalla stessa Università, la Cappella è stata oggetto di un primo restauro, tra il 1999 e il 2007: “lavori di consolidamento statico”, spiega De Castris.
Oggi si riparte, invece, finalmente con la seconda fase di restauro, che interessa i marmi, le opere pittoriche, le statue. “Questa Cappella si trova nell’ombelico della città, proprio a Largo Corpo di Napoli, in una delle aree più densamente frequentate da turisti, studenti e cittadini. Questo la rende il luogo deputato per eccellenza a promuovere su scala le attività dell’Università Suor Orsola Benincasa, specialmente nel campo della storia dell’arte e della conservazione e restauro del patrimonio artistico, e la sua vocazione fortemente radicata sul territorio. Noi siamo tra le prime Università italiane nel settore dei beni culturali, e questa Cappella può diventare un dono alla cittadinanza e ai turisti, frutto del lavoro dei nostri restauratori, e una ‘vetrina’ per l’Ateneo nel centro storico”, sottolinea il professore.
Se il Rettore sta già lavorando al reperimento dei fondi che dovrebbero arrivare dalle amministrazioni preposte ai beni culturali e dagli enti locali, il prof. De Castris si augura di poter aprire il cantiere durante quest’estate, “questo ci consentirebbe di completare i lavori entro il 2013, anno del Forum delle Culture”.
Nel progetto coinvolti anche gli studenti, “attualmente nostri tirocinanti stanno già provvedendo al lavoro di inventarizzazione e censimento delle opere presenti nella Cappella. Per quanto riguarda il vero e proprio restauro, bisognerà vedere se i tempi ci consentiranno di far partecipare anche gli studenti: si tratta di un lavoro molto delicato. Di sicuro, una volta completato il restauro, la Cappella sarà destinata ad attività didattico-scientifico, come laboratori-scuola, seminari, convegni”.