Rossana e Francesco, i tutor capilista di Farmacia

Bravi, con medie alte ed esami in regola, pronti a dare una mano ai colleghi più giovani affinché non si perdano tra i corridoi del Dipartimento di Farmacia. Sono i tutor che, dopo aver risposto presente al bando dell’Ateneo, saranno impegnati per cinquanta ore come supporto di fronte a difficoltà didattiche e non. Sei le unità impiegate a via Montesano che, salvo indicazioni diverse, dovrebbero far capire come si affrontano e si studiano quelle discipline scientifiche di base che danno il benvenuto ai neodiplomati, ovvero Matematica, Fisica, Biologia e Chimica. Tra le candidate in rosa, ad essere ammessa con il punteggio più alto, un 23, è stata Rossana Fortunato, iscritta al quarto anno di Farmacia. Per lei media del 28 e nessun esame arretrato. Vivere l’università sotto nuove prospettive è stata la molla che l’ha spinta a partecipare al bando: “mi interessava parecchio poter collaborare con i professori e mettermi alla prova”. Cosa può dare? “Spesso al primo anno si è disorientati e ci si perde tra materie mai studiate prima. Il mio obiettivo è rassicurare e cercare di trasferire un metodo di studio. È proprio questo che avrei chiesto io a un tutor”. L’importante, a suo avviso, è capire che con discipline come Chimica e Fisica “non si ha a che fare semplicemente con teoria da imparare. Ci sono dei meccanismi che vanno compresi step by step, altrimenti ci si perde andando avanti”. Una consapevolezza che lei ha acquisito con il tempo: “nei primi anni imparavo e ripetevo tanto. Dal terzo anno in poi, invece, ho cominciato a lavorare di schemi e di ragionamenti. È fondamentale procedere attraverso la logica”. In tal modo: “il mio studio si è ridotto di ore. Il tempo sui libri è minore, ma ha una maggiore qualità”. Libri a parte, come si affronta la vita universitaria? “Essere svegli è la cosa più importante. Consiglio di guardarsi sempre intorno e di sfruttare le tante opportunità che il Dipartimento offre, come corsi di lingua o seminari”. Consigli importanti, da lei che è partita anni fa dalla Basilicata, possono arrivare anche a chi studia lontano da casa: “ai fuorisede dico di reggere l’impatto, perché è traumatico. Però poi si vive un’esperienza altamente formativa che rende più sicuri di sé. Io, ad esempio, ero molto più timida prima di trasferirmi. Adesso è diverso. Ho dovuto imparare a gestire l’organizzazione di una casa e la convivenza con persone sempre diverse”. A guidare la classifica dei candidati ammessi è Francesco Mauro, aspirante farmacista da cinque anni, che ha totalizzato un punteggio di 29, come la sua media. A un tutor lui avrebbe chiesto “informazioni generali su come si comportano i professori agli esami e sulle fonti da adottare per lo studio. Inoltre, chiarimenti sugli argomenti più ostici”. Per la nuova mansione non gli è stato ancora attribuito un compito preciso. Quello che sa di poter dare è “il mio tempo e le conoscenze acquisite in questi anni, considerato che probabilmente andremo ad affrontare materie molto vaste”. Che nascondono un’insidia: “non è detto che chi si iscrive a Farmacia abbia studiato le materie di base, quindi parte svantaggiato rispetto ai colleghi. Si recupera solo studiando”. I suoi metodi: “ripeto continuamente gli argomenti. Altro aspetto importante è informarsi sugli appelli d’esame per capire quali sono le domande più gettonate”. Consiglio principale: “non scoraggiarsi. Ottenere buoni voti non è un’impresa impossibile”. 
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