“Sarebbe bello sperimentare quello che studiamo”

Si stringono intorno ai loro Corsi e Dipartimenti i ragazzi della Scuola di Medicina e Chirurgia. Attività didattiche in presenza, prima della collocazione della Campania in zona rossa per l’emergenza Covid, molti studenti dei primi anni intervistati. Intanto, si continua a sperare di poter tornare presto a passeggiare sui verdi prati della Scuola e di godere pienamente di tutti i servizi e gli spazi che questa offre. Annalisa Buono è una matricola di Biotecnologie per la Salute. “Abito ad un’ora dal Policlinico, ogni giorno devo prendere la Circumvesuviana e poi la Metro linea 1. Cerco di tenermi distanziata anche se i mezzi sono sempre alquanto pieni – racconta – Ma voglio essere in sede, è il primo anno all’università e sto cercando di vivere questa esperienza nel modo più positivo e propositivo possibile”. Ben organizzata “la nostra sede in via De Amicis, è molto pulita, ci sono sanificatori per le mani in molti punti, le aule sono belle e spaziose e il personale è sempre molto gentile”. Poi prosegue parlando della didattica: “Sto seguendo con piacere tutti i corsi anche se, purtroppo, quest’anno siamo stati un po’ sfortunati come a volte ci dice la professoressa di Chimica perché non possiamo studiare in laboratorio”. Proprio in Chimica, “ad esempio, sarebbe bello sperimentare quello che studiamo. Ma siamo troppi per poterlo fare e chi ha scelto di seguire da casa resterebbe penalizzato. A lezione, comunque, guardiamo dei video con la LIM che arricchiscono la nostra esperienza”. C’è giusto “un pochino di tristezza perché siamo in un bel posto che non possiamo vivere pienamente ed è un po’ limitante far gruppo e studiare insieme dovendo prestare attenzione a tutte le norme di sicurezza. Ma sono contenta, anzi, le mie aspettative erano inferiori”. Racconta un’esperienza positiva anche Roberta Farnese, quinto anno di Farmacia. “La didattica a distanza ha sicuramente dei pro e dei contro – comincia – Tra i pro la possibilità di organizzarti un po’ più liberamente nello studio. Per i contro, sicuramente la mancanza di contatto con colleghi e docenti e la difficoltà di avere un confronto diretto”. È consentita la frequenza “dei laboratori. Se uno studente ha bisogno di praticarli, per esami o tesi, con la certificazione può farlo ed è seguito dal docente e dal personale preposto. Questo per noi è davvero importante. È adesso che dobbiamo acquisire dimestichezza con quelle attività che dovremo svolgere in futuro sul lavoro”. Quanto agli esami, “a settembre eravamo tornati anche in presenza. In attesa della prossima sessione bisognerà valutare la situazione, ma con la piattaforma Teams non abbiamo avuto problemi. Il nostro Dipartimento è ben organizzato e ha gestito la situazione venendo incontro alle nostre esigenze e necessità”. “So che altri Corsi e Atenei, per gli esami, hanno impiegato piattaforme un pochino più complesse. Noi, invece, siamo rimasti con Teams e questo ci ha aiutati”, conferma Magda Chianese, quinto anno di CTF (Chimica e Tecnologia Farmaceutiche) e rappresentante, non eletta, subentrata ad una collega laureatasi. “Il nostro punto di forza – continua – sono i numeri contenuti, il che ci permette di essere seguiti bene dai professori anche a distanza. Purtroppo, con le lezioni online una parte delle attività pratiche è stata tramutata in parte teorica; può usufruire comunque del laboratorio chi sta preparando la tesi sperimentale”. È al primo anno di Medicina Giusy Petti, referente degli studenti non eletta: “La mia esperienza è buona, ma attualmente sto seguendo da casa, preferisco così – spiega – Lo studio, al momento, non è eccessivamente pesante, infatti riesco a conciliarlo con altre attività”. Un po’ di rammarico nel non aver vissuto la struttura c’è: “anche quando seguivo in presenza, venendo da Salerno, prima e dopo la lezione ero sempre di corsa perché gli orari dei mezzi di trasporto erano alquanto serrati. Ma l’atmosfera del Policlinico mi è sembrata bella, un vero ambiente da medico”. Nello studio teorico che sta affrontando vorrebbe, “forse, attività pratica in più, su Chimica e Propedeutica Biochimica, ad esempio, si potrebbe fare”. È stata positiva “l’introduzione di Basi della Medicina ed Etica Clinica anche se alcuni concetti sono un po’ difficili non avendo certe conoscenze pregresse. Quando si parla, ad esempio, di dolore o di come trattare il paziente chirurgico, sarebbe più semplice se ci fosse già qualche nozione di anatomia o patologia. Ma affrontare già questi argomenti è una buona cosa, chimica e fisica sono materie che abbiamo studiato a scuola”. Un commento simile lo esprime Lena Cantalupo, anche lei studentessa di Medicina, secondo anno, e referente non eletta: “Ci aspettavamo che il nuovo insegnamento ci avvicinasse alla professione, magari ai reparti, in senso più applicativo. Ma ci rendiamo conto che siamo ancora alle prime armi”. Anche per lei, “c’è un po’ di dispiacere nel non essere ancora riuscita a conoscere bene il Policlinico, la scorsa primavera, come questo semestre”. Concludono il discorso sull’area medica alcuni studenti più grandi. C’è un po’ di perplessità “in merito ai tirocini – spiega Rosa Rullo, quarto anno e rappresentante nel Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia – che avremmo dovuto cominciare già da questo semestre e ancora non sappiamo come recuperare. La situazione è critica, ma questo momento è delicato anche per noi, sotto il profilo dello studio. È importante cominciare a vivere il reparto anche perché è arrivato il momento di pensare a dove internarci”. “Le condizioni per mandarci in sicurezza nei reparti al momento non ci sono – è quanto dice anche Pasquale Bufalino, sesto anno di Medicina e Chirurgia e membro del Consiglio di Ateneo – Portare degli studenti all’interno di un ospedale è una criticità. Alcuni docenti hanno posticipato, laddove possibile, e altre cose le stiamo seguendo online. Quanto ai tirocini abilitanti, immagino si opterà per farli online come nella prima fase della pandemia”. Andare in ospedale “in condizioni normali significa effettivamente imparare. Andarci nel mezzo di questa crisi equivarrebbe a trovarsi allo sbaraglio, con dei rischi, anche perché noi non siamo dei medici e non sappiamo muoverci come tali. A breve, poi, incontreremo i docenti anche per capire come comportarsi per i prossimi esami”.
Carol Simeoli

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