Sbarramenti meno opprimenti, quarto anno più leggero

Era da un po’, ormai, che ad Architettura si discuteva del progetto di ridurre i crediti indispensabili a transitare da un anno al successivo. Tema al quale sono molto sensibili gli studenti, talora costretti a ripetere un anno per un solo esame mancante. Ora c’è il provvedimento di modifica del regolamento didattico. Dal prossimo anno accademico, dunque, si cambia. “Siamo partiti – dice la professoressa Valeria Pezza, Presidente del Corso di Studi – da un dato obiettivo: gli studenti incappano negli sbarramenti soprattutto tra il terzo ed il quarto anno e tra il quarto ed il quinto anno. Abbiamo, perciò, valutato che fosse utile ridurre il numero di crediti necessario in quella fase specifica del percorso formativo”. La nuova tabella è questa: 30 crediti su un totale di 60 sono indispensabili per passare al secondo anno (invariato); 90 – su 120 – è la quota minima per transitare dal secondo al terzo anno (invariato); 140, su un totale di 180, i crediti in mancanza dei quali non si ottiene l’ammissione dal terzo al quarto anno (fino ad oggi erano 150); 190, su un totale di 240, i crediti che lo studente deve avere in carniere per iscriversi dal quarto al quinto anno (finora erano 210). “Non è l’unica novità – prosegue la professoressa Pezza – Abbiamo posticipato dal terzo al quarto anno l’insegnamento di Teoria e storia del restauro. Il laboratorio di Restauro passa, a sua volta, dal quarto al quinto anno. L’ottica nella quale abbiamo adottato queste modifiche, che partiranno anch’esse dal prossimo anno accademico, è rendere meno pesante il quarto anno. Prevede, infatti, già tre laboratori: Progettazione, Urbanistica, Teoria delle costruzioni”. Novità anche per quanto concerne gli insegnamenti di Storia. Non radicali, certo, ma significative. Sono state, infatti, limate alcune specificazioni che orientavano in maniera decisiva i corsi allo studio della contemporaneità e della modernità. In maniera forse un po’ squilibrata, queste almeno le riflessioni di alcuni studenti e docenti, rispetto alla necessità di uno sguardo complessivo sulla storia dell’architettura dall’età classica in poi. Teoria della ricerca architettonica contemporanea, insegnamento previsto al secondo semestre del primo anno, diventa dunque Teoria della ricerca architettonica. Analogamente, Storia dell’architettura e dell’arte contemporanea diviene Storia dell’architettura e dell’arte. Come i nuovi sbarramenti e le modifiche nella distribuzione degli insegnamenti tra terzo e quinto anno, le novità relative alle discipline storiche scatteranno sin dal 2014–2015. Architettura, insomma, si rifà il look, con piccoli accorgimenti i quali, nei desiderata della Presidente del Corso di Studi e dei colleghi della Commissione Didattica che l’hanno sostenuta, dovrebbero eliminare incongruenze ed irrazionalità del percorso formativo. “Ci siamo mossi – prosegue la professoressa Pezza – anche con un occhio nei confronti delle discipline scientifiche. Lì i problemi riguardano, in particolare, Fondamenti di scienza delle costruzioni e Scienza delle costruzioni. Il sistema prevede che il docente il quale insegni Fondamenta al secondo anno poi sia titolare del corso di Scienza, al terzo. Ha una sua logica. Accade, però, che se lo studente al secondo anno non supera Fondamenta entro febbraio, poi si trova a sostenere l’esame con un nuovo professore: colui il quale, nell’anno successivo a quello in cui lo studente ha seguito, è subentrato al precedente titolare dell’insegnamento. Per evitare disagi, saranno previste commissioni di esame che ‘seguiranno’ il titolare del corso anche dopo che l’insegnamento sia stato attribuito ad un altro professore. In questo modo i ragazzi che non abbiano superato l’esame entro febbraio potranno sostenere la prova in ogni caso col docente di riferimento dell’anno nel quale hanno frequentato”. 
Altra novità, i corsi integrati ai laboratori di progettazione saranno assegnati ai titolari stessi del corso di progettazione: “È una iniziativa questa finalizzata a razionalizzare le risorse disponibili, perché ogni docente deve coprire insegnamenti per dodici crediti formativi. Punta, inoltre, a garantire omogeneità tra il laboratorio ed il corso integrato che ad esso fa riferimento”. 
Sul versante dei tirocini, è stata avviata una corrispondenza con l’Ordine degli Architetti, finalizzata alla redazione di una lista di studi professionali disponibili ad accogliere i tirocinanti. Particolarmente quelli in Progettazione, perché per i laureandi in Restauro puntano soprattutto agli uffici delle Soprintendenze. “Ogni tirocinio si svolgerà sotto la supervisione di un tutor universitario e di un tutor dello studio professionale che ospiterà lo studente”, sottolinea la docente. 
Ci si prepara, intanto, all’anticipo dei test di selezione delle aspiranti matricole. Quest’anno dovrebbe svolgersi ad aprile e non a settembre. L’innovazione sarebbe in realtà dovuta scattare già dodici mesi fa, ma fu poi rinviata dal ministro dell’Università. Stavolta non dovrebbero più esserci rimandi. “Può essere propositivo – commenta la professoressa Pezza – per evitare che accada quel che si verifica adesso. Ci ritroviamo ancora alle prese con gli scorrimenti di graduatoria del test che si è svolto a settembre e ci sono studenti che potrebbero immatricolarsi quando il primo semestre si è già concluso. Un meccanismo farraginoso ed inefficiente. D’altronde, l’anticipo dei test ad aprile può rappresentare anche un problema, perché coincide con la fase nella quale i giovani sono con la testa all’imminente esame di maturità e li priva dell’opportunità di prepararsi al meglio per la prova universitaria durante i mesi estivi”. 
Fabrizio Geremicca
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