Scienza delle Costruzioni e Teoria dei Segnali, due esami “tosti”

Discipline ‘insormontabili’. In base allo specifico indirizzo, sono due le materie che gli studenti citano con maggiore ricorrenza: Scienza delle Costruzioni per il ramo industriale e Teoria dei Segnali per quello dell’informazione. “Sicuramente la materia più difficile è Scienza delle Costruzioni – dice Raffaella, terzo anno d’Ingegneria Edile – Se da un certo punto di vista si entra finalmente nel vivo della laurea, dall’altro occorre cominciare ad affrontare i ragionamenti ed i calcoli più complessi legati alle strutture ed alle sollecitazioni che queste subiscono. La disciplina è interessante ma richiede tempo, molto tempo, difficile da trovare durante i corsi, che per noi finiscono tardi, perché restiamo fino a sera all’università per fare i progetti”. “A Scienza delle Costruzioni studi le leggi fisiche applicate alle strutture, prosegui il lavoro iniziato con la Fisica Matematica, ma ad un livello molto più alto di complessità e di difficoltà, con tempi universitari proibitivi. Per quanto si possa studiare, non ci si sente mai abbastanza preparati”, dice Dario Perisano, iscritto ad Ingegneria Meccanica.
“Al momento, per me, la maggiore preoccupazione è rappresentata da Teoria dei Segnali”, sostiene, invece, Vincenzo Verrone, iscritto ad Ingegneria Informatica, alle prese con lo studio intenso di questa materia prima dello scritto di metà febbraio. “Sebbene abbia seguito il corso e mi sia recato a ricevimento dai professori, sono molto teso. Prima di tutto, mi preoccupa quello che si dice sui docenti, che sono molto severi. Credo di essere preparato, ma il pensiero di non farcela e l’ansia sono costanti, è anche una questione mentale”, conclude lo studente che si chiede se non potrebbe essere d’aiuto avere qualche data in più durante la sessione. “Abbiamo due appelli a materia, se potessimo averne tre, credo sarebbe d’aiuto”, dice. “Teoria dei Segnali rappresenta una disciplina di passaggio che richiede prerequisiti di Analisi, Statistica e Probabilità. Chi ha fatto male qualcuna di queste discipline, finisce con l’avere problemi – spiega Andrea Scappetrone, studente di Ingegneria Informatica. Andrea parla anche di un altro esame tosto per il suo indirizzo: “Fisica Tecnica è particolare perché abbraccia la trasmissione del calore ed altri argomenti mai affrontati prima”.
Antonio Barberio che studia Ingegneria Elettronica è preoccupato dall’esame di Metodi Matematici per l’Ingegneria: “si tratta di argomenti astratti, non riconducibili a cose reali e con forti legami con la Fisica Matematica. Sarebbe stato bello avere qualche prova intercorso, per capire gli argomenti un po’ alla volta”.
Ci siamo imbattuti in diversi studenti di Ingegneria iscritti al Vecchio Ordinamento, o, secondo la loro stessa definizione, ‘molto fuori corso’. “Siamo ancora in tanti – riferiscono due studentesse di Ingegneria Chimica – Abbiamo il problema di avere programmi diversi dai ragazzi iscritti al Nuovo Ordinamento. Non riusciamo a conciliare i programmi dei nostri esami, nominalmente quasi tutti da 6 crediti, ma che di fatto richiedono un carico maggiore, con quelli dei nostri colleghi più giovani che affrontano un percorso costituito da discipline quasi tutte da 9 crediti. Inoltre, gestire trenta esami è un problema non indifferente”. “Io, ad un certo punto, ho deciso di lavorare e studiare, una scelta sbagliata avendo davanti trenta esami, ma era un modo per non avvilirsi”, conclude Davide, studente Vecchio ordinamento di Ingegneria Informatica.
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