Docenti, ricercatori e studenti del Dipartimento di Lettere (Dilbec) impegnati in un progetto sul cibo tra archeologia, arte, cinema e letteratura.
Hanno partecipato allo G.N.A.M. Village, acronimo di gusto e natura dell’alimentazione mediterranea, che si è tenuto a Città della Scienza
il 24, 25 e 26 marzo. “Abbiamo scelto di organizzare un discorso compiuto sul cibo dal punto di vista della produzione, della trasformazione,
ma anche della cultura, perché riteniamo che il cibo sia una delle massime espressioni della capacità di un popolo di produrre cultura”, spiega Gianfranco Nappi, organizzatore dell’evento insieme a Rosanna Cioffi, Prorettrice alla Cultura dell’Università “Luigi Vanvitelli”. All’interno di questo percorso “un momento dedicato appunto alla scrittura del cibo, alla narrazione scritta del cibo, e da qui nasce ‘Scrivere di cibo’ e l’incontro con l’Università degli Studi della Campania per la partenza del nostro lavoro di costruzione della narrazione, grazie alla competenza acquisita nel Dipartimento di Lettere”. Una prima giornata è stata dedicata al cibo nel cinema italiano, con le analisi di scene gastronomiche riprese nei film di Fellini, De Sica e Leone, che sono stati posti a confronto fra loro. Questo l’argomento del seminario curato dal dott. Giulio Brevetti, che ha condotto un lavoro di ricerca filologica delle immagini conclusosi nella riproduzione di esse durante una cena felliniana. Nelle successive giornate si è poi dato ampio spazio ai docenti, ai laureati e ai laureandi del Dilbec con ‘Archeogastronomia’ a cura dei professori Nicola Busino, per la parte medievale, e Carlo Rescigno, per il periodo classico: sono stati posti all’attenzione del pubblico – costituito da semplici visitatori e studenti medi degli istituti presenti sul territorio – dei reperti su cui vi erano evidenti tracce di cibo, a cui hanno poi fatto seguito talks e laboratori. Di grande attrattiva anche il seminario proposto da Luca Palermo, ricercatore di Storia dell’arte contemporanea, dal titolo ‘Il cibo come materia’, che ha avuto al centro il tema del cibo in quanto strumento dell’arte del Novecento. “Ho descritto esempi di arte che fossero strumento di denuncia sociale – spiega Palermo – Si pensi a Vanessa Beecroft, che rappresentò artisticamente disturbi quali l’anoressia, o a Marta Rosler, che usa il cibo come denuncia della condizione femminile. Lo stesso femminismo, nella sua battaglia, ha ampiamente usato lo strumento culinario e gastronomico. Straordinario il coinvolgimento da parte del pubblico nell’interpretazione delle opere e nella comunicazione artistica”. Infine, le attivitàsi sono concluse con gli studenti del Dilbec – Rocco Cipriano, Carmela D’Angelo, Maria Di Puorto, Iolanda Donnarumma, Maria Pia Dragone, Giulia Francavilla, Gaetana Liuzzi, Salvatore Napolitano, Emilio Pezzella, Rosa Rossi, Valentina Sannino e Margherita Tamburro – che hanno curato l’intervento ‘Ricette di libri e non libri di ricette’, un’iniziativa che ha riscosso uno straordinario interesse da parte degli allievi della scuola secondaria. “Gli studenti del nostro Dipartimento – spiega Palermo – hanno scelto dei romanzi, soffermandosi sulle ricette che venivano presentate in essi. La stessa saga di Harry Potter è stata tratta in esame, proprio per avvicinare quanto più possibile il pubblico all’argomento. Gli studenti hanno riprodotto fotograficamente le ricette che venivano narrate e descritte nei testi, un approccio laboratoriale che è piaciuto molto ai partecipanti, in quanto non strettamente didattico né scientifico come è solito delle Università o delle scuole. Sono state giornate contraddistinte da un approccio al cibo molto innovativo ed unico nel suo genere, che speriamo possa ripetersi”.
Maria Antonietta Perrotta
Hanno partecipato allo G.N.A.M. Village, acronimo di gusto e natura dell’alimentazione mediterranea, che si è tenuto a Città della Scienza
il 24, 25 e 26 marzo. “Abbiamo scelto di organizzare un discorso compiuto sul cibo dal punto di vista della produzione, della trasformazione,
ma anche della cultura, perché riteniamo che il cibo sia una delle massime espressioni della capacità di un popolo di produrre cultura”, spiega Gianfranco Nappi, organizzatore dell’evento insieme a Rosanna Cioffi, Prorettrice alla Cultura dell’Università “Luigi Vanvitelli”. All’interno di questo percorso “un momento dedicato appunto alla scrittura del cibo, alla narrazione scritta del cibo, e da qui nasce ‘Scrivere di cibo’ e l’incontro con l’Università degli Studi della Campania per la partenza del nostro lavoro di costruzione della narrazione, grazie alla competenza acquisita nel Dipartimento di Lettere”. Una prima giornata è stata dedicata al cibo nel cinema italiano, con le analisi di scene gastronomiche riprese nei film di Fellini, De Sica e Leone, che sono stati posti a confronto fra loro. Questo l’argomento del seminario curato dal dott. Giulio Brevetti, che ha condotto un lavoro di ricerca filologica delle immagini conclusosi nella riproduzione di esse durante una cena felliniana. Nelle successive giornate si è poi dato ampio spazio ai docenti, ai laureati e ai laureandi del Dilbec con ‘Archeogastronomia’ a cura dei professori Nicola Busino, per la parte medievale, e Carlo Rescigno, per il periodo classico: sono stati posti all’attenzione del pubblico – costituito da semplici visitatori e studenti medi degli istituti presenti sul territorio – dei reperti su cui vi erano evidenti tracce di cibo, a cui hanno poi fatto seguito talks e laboratori. Di grande attrattiva anche il seminario proposto da Luca Palermo, ricercatore di Storia dell’arte contemporanea, dal titolo ‘Il cibo come materia’, che ha avuto al centro il tema del cibo in quanto strumento dell’arte del Novecento. “Ho descritto esempi di arte che fossero strumento di denuncia sociale – spiega Palermo – Si pensi a Vanessa Beecroft, che rappresentò artisticamente disturbi quali l’anoressia, o a Marta Rosler, che usa il cibo come denuncia della condizione femminile. Lo stesso femminismo, nella sua battaglia, ha ampiamente usato lo strumento culinario e gastronomico. Straordinario il coinvolgimento da parte del pubblico nell’interpretazione delle opere e nella comunicazione artistica”. Infine, le attivitàsi sono concluse con gli studenti del Dilbec – Rocco Cipriano, Carmela D’Angelo, Maria Di Puorto, Iolanda Donnarumma, Maria Pia Dragone, Giulia Francavilla, Gaetana Liuzzi, Salvatore Napolitano, Emilio Pezzella, Rosa Rossi, Valentina Sannino e Margherita Tamburro – che hanno curato l’intervento ‘Ricette di libri e non libri di ricette’, un’iniziativa che ha riscosso uno straordinario interesse da parte degli allievi della scuola secondaria. “Gli studenti del nostro Dipartimento – spiega Palermo – hanno scelto dei romanzi, soffermandosi sulle ricette che venivano presentate in essi. La stessa saga di Harry Potter è stata tratta in esame, proprio per avvicinare quanto più possibile il pubblico all’argomento. Gli studenti hanno riprodotto fotograficamente le ricette che venivano narrate e descritte nei testi, un approccio laboratoriale che è piaciuto molto ai partecipanti, in quanto non strettamente didattico né scientifico come è solito delle Università o delle scuole. Sono state giornate contraddistinte da un approccio al cibo molto innovativo ed unico nel suo genere, che speriamo possa ripetersi”.
Maria Antonietta Perrotta