Sedute di laurea: un momento di festa ma anche di bilanci sul percorso di studio

Dieci giorni di lauree ad Ingegneria. Una teoria ininterrotta di sedute (dal 10 al 21 maggio) che occupano le aule convegni dalla mattina al pomeriggio. Confetti rossi per oltre duecento ragazzi tra triennali e specialistici di tutti gli indirizzi. L’emozione è palpabile ed invade lo spazio tutto intorno. Tensione, euforia, fiori, abbracci e baci di amici e familiari si susseguono prima e dopo le discussioni. C’è spazio anche per qualche lacrima, alcuni hanno gli occhi lucidi anche prima di entrare in aula e quando parlano la voce trema un po’, ma sono tutti contenti di raccontare la propria storia, il proprio successo. Questo è un giorno di festa e comunque vada, il peggio è passato. 
– Lorenzo Moscariello ha 27 anni e sta per discutere la tesi triennale in Ingegneria Informatica su un sistema di autenticazione per smart card. È impeccabile nel suo abito scuro, ma gli orecchini ad entrambi i lati tradiscono un certa ‘alternatività’ dello stile. È uno dei primi iscritti con la riforma, uno dei tanti che senza mezzi termini si definisce una ‘cavia’ del nuovo sistema. “Sono da parecchi anni in Facoltà, fondamentalmente perché lavoro. Però all’inizio c’è stata molta confusione, abbiamo sostenuto esami con le modalità del vecchio ordinamento e i tempi del nuovo”, dice. Ha sempre nutrito forte interesse per il settore di studi, “ma ho impiegato tempo a digerire alcune cose”. Sottolinea: “L’università non offre sempre servizi adeguati; io ho sentito la mancanza di un vero laboratorio di Informatica”. Lorenzo lavora come sviluppatore software e definisce ‘innata’ la sua passione per l’informatica. A chi pensa di intraprendere la stessa strada suggerisce di seguire sempre i corsi, “cosa che io non ho fatto sempre”. Non pensa di proseguire gli studi con la Specialistica. In futuro spera di riuscire a dar vita ad una propria attività nel settore informatico. “Intanto domani andrò a lavorare come tutti i giorni”. 
La triennale è
“come un diploma”
– Daniele Fioretto è in attesa di discutere la tesi triennale in Informatica su un rivelatore GPS, sviluppata presso un’azienda elettronica. Un’esperienza che gli ha dato consapevolezza dei suoi mezzi. “Avevo paura di non esserne in grado, invece ho appurato che le mie basi sono buone. Sono riuscito subito a svolgere due compiti che mi avevano assegnato, uno dei quali usando un programma che non conoscevo ancora. Anche il tutor è stato contento. Forse la tesi universitaria è un po’ più elaborata, ma si tratta di un lavoro che ho svolto da solo e questo vale molto”. Ha 27 anni ed il suo è stato un cammino sulle montagne russe, fatto di salite e discese. “Il primo semestre del primo anno è andato bene, ho dato subito quattro esami anche con voti alti. Poi mi sono perso, ho cominciato a non studiare più come prima, a coltivare altri interessi. Non ero molto serio. È stata la chiamata per il militare a farmi svegliare, perché credevo di avere esami sufficienti”. Ha scelto il servizio civile per continuare a studiare, mantenendo una media di cinque esami l’anno. “Ho svolto dei lavoretti, soprattutto durante le vacanze, ma la mia attività principale è sempre stata lo studio. Sono affascinato dalla tecnologia, forse non proprio dall’Informatica, ma non sono pentito, credo di aver fatto una bella scelta”. Proseguirà gli studi perché: “oggi la laurea triennale è come il diploma”. Vorrebbe lavorare in azienda, “ma questo è un momento di crisi”. Consigli? “Concentrarsi sugli studi”.
– “La mia passione per le imbarcazioni è innata ma la mia iscrizione ad Ingegneria Navale è stata quasi casuale”, dice Pasquale Letterese prima di discutere la tesi di primo livello in Ingegneria Navale sul dimensionamento strutturale del ponte di una nave per trasportare insieme materiali diversi. Il primo approccio con l’università non è stato semplice. “Venivo dall’istituto tecnico e non avevo la preparazione dei liceali. Ma con lo studio sono riuscito a superare le carenze di base. Mi sono accontentato di qualche voto basso, ma sono contento di esserci riuscito grazie alla perseveranza e alla volontà. Ho anche pensato di lasciare gli studi, ma grazie alle persone che mi stavano vicino sono riuscito ad andare avanti”. Ha impiegato sei anni per completare il suo percorso, lavorando al tempo stesso, alla direzione dei lavori in un’azienda di meccanica a strutture pesanti. “Ho capito che con il solo studio non sarei riuscito a coltivare le mie passioni”. Tra le difficoltà incontrate, anche inghippi burocratici. “Ho dovuto preparare due volte l’esame di Informatica perchè il nome del docente che mi avevano dato all’inizio era sbagliato”. Ha molte passioni, in particolare l’elettronica e la grafica, e spera di aprire uno studio all’avanguardia. Non pensa di proseguire gli studi ma, se dovesse, lo farebbe solo ‘nel tempo libero’. Consiglia di seguire i corsi, “io non l’ho fatto e mi sono trovato in difficoltà”. 
Una carriera sprint
– Alessandro Mancinelli, 22 anni, sta per laurearsi in Ingegneria Navale, con una tesi sulle inerzie in vasca, un argomento mai affrontato in Dipartimento. “Tre anni e cinque mesi per completare gli studi”, sottolinea all’inizio dell’intervista. “Il percorso è stato formativo e difficile, soprattutto per me che ho fatto il pendolare. Cento chilometri in treno tutti i giorni dal basso Lazio. Però mi sono trovato sempre bene”. Uno dei segreti per andare avanti così in fretta? “Ho accettato tutto, anche i voti bassi, per migliorare nella Specialistica. Però ho raggiunto il traguardo con un discreto risultato. Non conta quello che c’è scritto sul pezzo di carta, ma quello che sai fare”. Anche lui ha incontrato degli scogli: gli esami di Chimica e Materiali, “difficili per tutti, ma per il resto ho preparato gli esami in tempi relativamente brevi”. Ha scelto gli studi per proseguire la formazione scolastica. “Ho frequentato l’istituto nautico. Lì è nata la passione per il mare. Mi sembrava che Ingegneria Navale fosse il Corso più attinente. E devo dire che è stata una bella esperienza”. È un po’ preoccupato per il prosieguo degli studi, perché a settembre si iscriverà con il nuovissimo ordinamento e non sa ancora molto sull’organizzazione futura. Non ha ancora progetti definiti, “mi sono informato sull’iscrizione nei registri nautici, per lavorare nei cantieri, però è ancora tutto da vedere”.
Esami ripetuti 
anche 4-5 volte
– Raffaele Scognamiglio, 27 anni, è un laureando triennale in Ingegneria Informatica. Racconta: “il mio percorso universitario è stato lungo. Lavoro con mio padre nella azienda di famiglia. Però le difficoltà le ho incontrate nell’organizzazione. Per esempio, ho dovuto integrare il programma di alcuni esami con altre conoscenze, dopo averli già sostenuti, perché erano stati ampliati. Uno di questi è Geometria. E la cosa sta per ripetersi alla Laurea Magistrale. Quando i  professori non sanno come deve andare il percorso, è inevitabile che ci siano dei problemi”, dice. Coltiva la sua passione per l’informatica fin da piccolo quando “programmavo già in basic”. Non ha mai pensato, nemmeno per un istante, di fermarsi alla Triennale perché vuole un titolo di rilevanza maggiore: “come tutti quelli che si laureano, voglio diventare una persona di spessore. Avere una carriera di rilievo e diventare qualcuno nel campo informatico”. Il consiglio spassionato: “In questo campo non si inventa niente. Chi si iscrive deve essere appassionato perché può diventare molto pesante”.
– Francesco Morra è il primo della sessione di laurea riservata agli studenti di Ingegneria Meccanica. Scuola tecnica nel settore e padre che lavora nel campo, si definisce ‘parecchi anni fuori corso’, “perché ho anche lavorato, sempre nel settore, disegno meccanico e cose simili. Il percorso è stato difficile, ma interessante”. Tesi di laurea su una macchina per le prove su alluminio sottoposto a tensocorrosione, “la cui progettazione investe diversi campi”. Studiare e lavorare non è semplice: “devi ripartire il tempo. Anche l’organizzazione non mi ha aiutato. A referto ho trentasei esami, perchè nel tempo hanno accorpato alcune discipline ed abbiamo dovuto ripetere due volte lo stesso esame”. Spera di aprire uno studio di progettazione e non crede di intraprendere il biennio magistrale.
– Antonio Castiello, 25 anni, sta per laurearsi in Ingegneria Meccanica. Ha avuto un percorso universitario pieno di momenti bui dovuti alla difficoltà di superare alcuni esami “ripetuti alcuni anche quattro o cinque volte. Non molti, in realtà, ma esami come Analisi I ed Elettrotecnica si sono dimostrati più complicati di quanto non fossero. Ci sono persone che ti bloccano il percorso”. È perito meccanico ed ha voluto approfondire le conoscenze scolastiche. In futuro vorrebbe occuparsi di linee di produzione. “Ho già avuto esperienze lavorative, presso una casa automobilistica ed anche in settori che esulano dal percorso di studio. Adesso voglio proseguire anche con la Laurea Magistrale. Se ci saranno delle occasioni di lavoro valuterò, sempre però in relazione allo studio”.
Simona Pasquale 
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