Sei anni alla guida de L’Orientale: intervista alla Rettrice Elda Morlicchio

Tra meno di un mese, a partire dal 1° novembre, giungerà al termine il mandato rettorale della prof.ssa Elda Morlicchio, cui succederà l’islamista Roberto Tottoli visto l’esito compatto delle elezioni tenutesi a L’Orientale il 23 settembre scorso. Una scadenza che si avvicina, dunque, per la docente, dopo sei anni di lavoro al vertice dell’Ateneo e che cade in un momento non semplice, in un contesto generale che complica la gestione complessiva della macchina universitaria ponendo così la governance in primo piano rispetto a questioni di assoluta urgenza. “Questo passaggio di testimone ci coglie in un periodo rivelatosi più difficile delle aspettative, perché ci troviamo ancora in piena emergenza Covid. Si sperava all’inizio che in autunno avremmo ripreso con dei ritmi più agevoli. Invece, occorre ancora tenere alta la guardia. La preoccupazione legata alla situazione presente e a quella futura resta il sentimento che prevale su tutto il resto nel mentre in cui mi accingo a lasciare la guida dell’Ateneo”, sono le parole della Rettrice Morlicchio. L’autorevole germanista, che presso L’Orientale si è occupata dell’insegnamento di Lingua e Linguistica Tedesca, ha più volte ribadito che la pandemia è stata senza alcun dubbio la circostanza più difficile da affrontare lungo l’esperienza al Rettorato, “per una questione di responsabilità, certo, ma anche perché si è trattato di una situazione assolutamente nuova e imprevista per tutto il sistema universitario italiano”. La pandemia si è, infatti, “riversata su ogni settore dell’educazione attivando problematiche di varia tipologia che hanno negli scorsi mesi assorbito tutte le nostre energie”. Da questo massimo impegno, profuso con l’aiuto di tutto il corpo docente e l’assistenza del comparto amministrativo, è emerso comunque un dato molto positivo: “siamo riusciti a consentire agli studenti di proseguire il proprio percorso senza gravosi rallentamenti o ostacoli che ne danneggiassero in maniera evidente la carriera”. Questo è stato, sin dalla circolazione delle prime notizie sul virus verso la fi ne di gennaio, “un obiettivo imposto. Non volevamo assolutamente che, oltre al disagio collettivo per una società di fare i conti con un’emergenza sanitaria mai vista prima, i nostri studenti potessero subire da un giorno all’altro uno stop al loro percorso di formazione”.
“Continuate a lavorare sul vostro futuro”
Esempio di questa capacità di resistenza di tutto il settore universitario “è stata questa notizia che ho ricevuto qualche settimana fa: la nostra prima dottoranda del periodo Covid, che ha discusso la propria tesi in una seduta a distanza nel mese di marzo, ha appena firmato un contratto di insegnamento con un’Università tedesca”. Una storia che, secondo la Rettrice ancora in carica, “deve rappresentare un simbolo per tutti coloro che stanno vivendo questo periodo con angoscia e tristezza. Continuate a lavorare sul vostro futuro sapendo che tutti i vostri sacrifici verranno ripagati”. La didattica a distanza è stata, in effetti, “l’unica soluzione di cui disponevamo per non interrompere bruscamente la prosecuzione dei percorsi. Quello che abbiamo perso, è vero, non possiamo più recuperarlo. Non va veicolato il messaggio che gli incontri a distanza possano sostituire la necessità di interazione tra docente e studente, ma anche tra gli studenti stessi. È un mezzo che adoperiamo per tamponare l’organizzazione didattica nel tempo in cui risulta una nostra priorità assicurare prima di tutto una linea di prudenza”. L’ipotesi di una riapertura, infatti, dovrà attendere le indicazioni che vengono dalla Regione e dal Governo, “ma soprattutto vanno tenute presente le disponibilità dell’Ateneo nel garantire attività ed erogare servizi”. Da porre in risalto un altro dato che sembra andare in controtendenza rispetto a quanto si prospettava qualche mese fa, ossia “l’incremento delle richieste di iscrizione alle Lauree Magistrali. Siamo ancora alle prime settimane, per cui cercheremo adesso di quantificare bene questi dati per ragionare sull’affluenza alle lezioni e organizzare efficacemente una didattica per piccoli gruppi”. Dalla seconda settimana di ottobre riprenderanno, inoltre, anche le sedute di laurea per gli studenti della Magistrale. “Ci è sembrato davvero importante garantire agli studenti l’importanza di questo traguardo, perché va sì a coronare la conclusione di un percorso e anche perché, rispetto alla Triennale, richiede da parte di ciascun candidato una più attenta capacità di argomentazione e discussione, di cui peraltro il lavoro di tesi risulta frutto”.
Studenti in crescita, turnover docenti
Il suo bilancio, trascorsi sei anni da quando fu eletta, nel novembre 2014, quand’era già vice dell’allora Rettrice Lida Viganoni, si può considerare positivo da più punti di vista. “L’Ateneo ha visto un incremento delle immatricolazioni sulle Triennali, accompagnato da una crescita ancora più significativa sulle Magistrali, verso cui si proiettano abitualmente anche studenti da altre Università o da fuori regione. Non abbiamo quindi mai subito un calo di immatricolati su nessuno dei due cicli”. In secondo luogo, tra gli elementi più significativi di questa valutazione, rientra un attivo turnover. “Molti docenti, che hanno rappresentato un pezzo della storia di questo Ateneo, sono andati in quiescenza, consentendo così una radicale trasformazione del corpo docente”. In genere, “i docenti che vanno in pensione continuano a svolgere attività di ricerca e a tenere vivo il dialogo con la comunità scientifica, per cui l’ingresso di studiosi più giovani, professori e ricercatori, che portano un bagaglio nuovo di esperienze e conoscenze, dà vita a una contaminazione che non può essere che fonte di arricchimento per l’Ateneo tutto”. Infine, altro motivo di soddisfazione, la “riapertura di settori di insegnamento che in passato erano stati disattivati a causa del pensionamento dei docenti che li impartivano e che abbiamo potuto riavviare grazie al reclutamento di nuove risorse”. Alcuni di questi corsi, come georgiano e altri corsi di africanistica, costituiscono “tradizioni di studio e di ricerca presso questo Ateneo che avevamo il dovere morale di recuperare malgrado i limiti imposti dal turnover”. Ha rappresentato un momento fondamentale per la crescita dell’Ateneo, in particolare, la visita dei Cev nel novembre dello scorso anno, grazie alla quale “abbiamo preso consapevolezza dei processi di assicurazione della qualità”. Effetto secondario, “ma non meno importante, di questa visita è stata la risposta di coesione da parte di tutte le componenti della comunità universitaria: vi hanno partecipato il personale tecnico-amministrativo, docenti e studenti”. Una notizia, questa della valutazione di livello B, peraltro giunta in pieno lockdown, nel mese di marzo, “di cui non abbiamo potuto gioire come avremmo voluto, ma che ci fa guardare al futuro con serenità”.
Laureati apprezzati in ogni parte del mondo
Così come l’avvenuto riconoscimento per Asia, Africa e Mediterraneo, giudicato Dipartimento di eccellenza. “Sono riconoscimenti certo importanti ma le soddisfazioni più grandi restano quelle quotidiane: quando mi capita di incontrare qualcuno che mi dice di aver collaborato con nostri studenti in ogni parte del mondo e aver ricevuto un’ottima impressione dal loro lavoro, dalla loro preparazione e bravura, ad esempio. Questo mi fa dimenticare tutto il duro lavoro, l’angoscia e la fatica nel gestire questo Ateneo. Penso davvero, allora, che ne sia valsa la pena, considerato anche che i nostri laureati sfoggiano curricula internazionali”. Cosa vuol dire appunto essere Rettori oggi? “È un lavoro che richiede, oltre a un assiduo impegno, uno spettro di competenze variegate. Una volta, essere a capo dell’Università significava assicurare che le attività didattiche procedessero in parallelo alla ricerca scientifica, adesso si sono aggiunte altre finalità che all’inizio non rientravano nel computo degli obiettivi universitari”, come la terza missione, “l’importanza ovvero di allacciare contatti con il territorio, o il placement, per accompagnare gli studenti verso il mondo il lavoro”. Missioni rese sempre più difficili dal fatto che “il sistema universitario tutto sia stato pesantemente sottofinanziato nell’ultimo decennio”. Ostacoli che hanno determinato “una battuta d’arresto allo sviluppo di nuove progettualità e permesso il blocco del turnover, in stallo per alcuni anni”. Sembra, tuttavia, che “l’ultima Finanziaria abbia riposto maggiore attenzione sull’Università. Speriamo, dunque, che l’intero sistema possa godere di un sostegno più cospicuo da parte delle istituzioni. Vorrei sottolineare anche che l’attuale Ministro, che è stato fi no ad ora anch’egli Rettore, conosce molto da vicino i problemi dell’Università, e sono perciò sicura che sarà in grado di rappresentare in futuro una voce autorevole presso il governo”.
Agli studenti “considerate la rete il filo che ci tiene uniti”
Quali saranno le sfi de per quest’Università all’indomani della ripartenza in sede? “Occorrerà prima di tutto recuperare una serie di progetti rimasti in sospeso, tra cui la valutazione di maggiori spazi per l’Ateneo”. In stand-by, per il momento, resta l’acquisizione di una nuova sede. “La nostra Università ha compiuto anni fa la scelta di rimanere collocata nel centro storico e paga pertanto lo scotto di non disporre di strutture adeguate. Sono sicura che questo punto sarà in cima all’agenda del prossimo Rettore”. Quanto all’interruzione dei soggiorni di studi all’estero, argomento che preoccupa non poco gli studenti, la Rettrice afferma: “ho bloccato la mobilità perché ho ritenuto necessario anteporre la sicurezza degli studenti a tutto. Credo che l’Erasmus, come ogni altro percorso fuori porta, rappresenti un valore aggiunto nel curriculum dei nostri studenti. A fronte di tali rischi sanitari, però, aprire le frontiere verso l’estero avrebbe comportato enormi difficoltà”. In piena pandemia, “mi è capitato di ricevere telefonate da parte di genitori preoccupati per i figli che non riuscivano a rientrare in Italia. I dati relativi al numero di contagi nei Paesi a noi confinanti sono instabili e in alcuni casi allarmanti, per cui invito gli studenti che avevano in programma un soggiorno fuori dall’Italia a rinviarlo in tempi più sicuri”. Del resto, “partire per un Paese che sta osservando il lockdown significherebbe rinunciare alla parte più positiva che accresce il valore di questa esperienza, il contatto interpersonale”. Unica raccomandazione rivolta agli studenti, “di contro a ciò che abbiamo sempre detto loro, ovvero di non attaccarsi troppo al pc, è invece proprio quella di considerare la rete il filo che ci tiene uniti. Se saprete affrontare con coraggio e determinazione questa esperienza, la strada che vi aspetta sarà tutta in discesa”. Resta da tenere duro ancora un po’, nel mentre in cui non riprenderà a pieno regime l’attività degli uffi ci. Se l’organizzazione didattica è soggetta a direttive stabilite dal singolo Ateneo e disciplinata all’interno dei differenti Corsi di Laurea, “le normative per la ripartenza ufficiale della pubblica amministrazione dovranno attendere le prossime disposizioni ministeriali”. In ogni caso, “è appena iniziato il nuovo anno accademico, che ci auguriamo di proseguire in presenza, e anche se sono ormai prossima alla scadenza del mio mandato, continuerò fi no all’ultimo giorno a tenere acceso il dialogo con dirigenti, colleghi, prorettori e coordinatori dei Corsi in vista dei prossimi appuntamenti, in stretto contatto con il futuro Rettore per garantire un avvicendamento lineare”. Tra questi, vi è la prossima valutazione della qualità della ricerca, la VQR. E aggiunge: “mi dispiace, ecco, che il prof. Tottoli erediterà la gestione dell’Ateneo in un momento di piena emergenza, perché cominciare un mandato rettorale in questa fase aggrava un lavoro di per sé già molto complesso. Ho cercato, dunque, in questi mesi finali di provvedere alla risoluzione effettiva di iniziative avviate già dallo scorso anno e il mio auspicio è che nel mese di novembre, ad anno accademico già partito, la macchina sia già rodata e si possa tornare a condizioni di assoluta normalità”.
L’Ateneo “resterà in buone mani”
Tra non molto, dunque, la docente tornerà alla didattica. “A partire dalla metà di novembre riprenderò le mie lezioni di Lingua e Linguistica Tedesca. Nei primi quattro anni di mandato, nonostante gli impegni rettorali, ho tenuto a conservare l’insegnamento, che ho poi lasciato solo in questi ultimi due anni. Proprio in questo periodo, ho ripreso i contatti con i colleghi della cattedra per restare aggiornata sulle varie novità. Forse mi toccherà fare qualche lezione di recupero ma non vedo l’ora di ricominciare con profitto la mia attività di insegnamento”. Il passaggio di testimone, invece, non preoccupa minimamente la professoressa che infatti confida a pieno nella scelta del candidato Tottoli. “Il risultato delle elezioni, con una così alta percentuale di elettori, ha messo in evidenza l’unitarietà del nostro Ateneo, attivamente partecipe all’appuntamento elettorale: dato da non sottovalutare se consideriamo le limitazioni imposte alla mobilità sul territorio e alle restrizioni per il Covid tuttora vigenti”. Una decisione unanime che lascia ben sperare. “L’Orientale resterà in buone mani”: la conclusione. Certo, dopo più di dieci anni, “ci sarà un cambio di genere”, dice col sorriso. “L’augurio finale è che il futuro Rettore possa essere capace quanto le donne che lo hanno preceduto”.
Sabrina Sabatino

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