“Per l’Università la priorità della prossima legislatura, quella che comincerà dopo le elezioni del 4 marzo, è la liberazione dall’incubo della burocrazia. Si è venuto a creare un meccanismo mostruoso di controlli e verifiche continue sulla qualità che, alla fine, sottrae energie ai docenti e peggiora, piuttosto che migliorare, la didattica. Se hai passato ore a compilare cervellotiche schede, la lezione ne risente. Siamo ormai tutti vittime di questa situazione: chi, come me, dirige un Dipartimento e chi ha un ruolo di semplice docenza. Bisogna che si rivedano le norme che hanno determinato un esito così negativo”. Il prof. Ugo Grassi, 53 anni, ordinario di Diritto civile e Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza all’Università Parthenope, parte dalla situazione degli Atenei per spiegare quali siano stati i motivi che lo hanno indotto a candidarsi. Corre con il Movimento 5 Stelle per un posto al Senato. Lei critica i meccanismi di valutazione. Non crede che possano contribuire a migliorare i servizi offerti dagli Atenei agli studenti ed al territorio? “Schede di autovalutazione, riesame ciclico ed annuale, adesso hanno partorito pure l’algoritmo di eccellenza che dovrebbe misurare oggettivamente chi è bravo e chi no, ma si basa su indicatori costruiti a monte per determinare chi vince. Questa non è una politica seria di valutazione, ma una alluvione di burocrazia”. Perché ritiene che l’algoritmo sia truccato? “Se mettiamo come indicatore la dispersione scolastica, già introduciamo un elemento distorsivo, perché quell’indice è strettamente correlato al contesto territoriale, al luogo nel quale si trova una certa Università. È un algoritmo pensato per favorire gli Atenei del Nord ed infatti ad essi va l’87% del fondo premiale ministeriale”. Quando e perché si è avvicinato ai grillini? “Sono iscritto ai 5 Stelle da cinque o sei anni. Ci siamo ulteriormente avvicinati durante la campagna referendaria per illustrare le ragioni del no e con loro ho vissuto un mese bellissimo. Ho conosciuto una bella realtà fatta di persone sane, oneste e piene di slancio. Sono felice di essere di nuovo con loro”. Lei è di destra o di sinistra? “Sono per animo un moderato, perché sono abituato al ragionamento sui contenuti e detesto gli slogan. È importante confrontarsi sui programmi con gli avversari senza identificarli come nemici”. Come si è ambientato uno così nel Movimento del Vaffaday? “Conosco i 5 Stelle dall’interno e per questo so fino a che punto abbiano goduto immeritatamente di pessima stampa e di una insistente campagna denigratoria. Nei Meet Up ho lavorato politicamente con persone equilibrate, che non hanno mai ostentato atteggiamenti aggressivi e sono state sempre desiderose di approfondire”. Come è stata accolta la sua scelta di candidarsi con i 5 Stelle nell’Ateneo che ebbe come Rettore il professore Gennaro Ferrara, assessore e vicepresidente in Provincia nella giunta di Luigi Cesaro? “Devo dire che tutti sono stati sereni ed hanno rispettato la mia scelta”. I suoi studenti cosa le hanno detto quando hanno saputo che si candidava al Senato con i 5 Stelle? “Con loro ho un rapporto di reciproca stima e di affetto. Si fidano delle mie scelte ed hanno apprezzato la mia decisione di mettere in gioco la mia persona. Riconoscono la mia onestà intellettuale. Tutto ciò, la prego di sottolinearlo, non significa che abbiano preso una posizione politica a mio favore. Ciascuno di essi la pensa in un certo modo, ma tutti mi riconoscono, ripeto, onestà intellettuale e trasparenza”. Come si svolge la sua campagna elettorale? “Incontro le persone del Collegio nel quale mi sono candidato, in Irpinia. È lì che vivo da alcuni anni, nonostante sia nato a Napoli”. A chi si rivolge la sua candidatura? “Mi auguro di convincere ad andare alle urne e di recuperare le persone che hanno perso fiducia. Le leggi sono un fatto umano e possono cambiare. La frase ‘tanto non cambia mai nulla’ è l’esito tra gli elettori di una continua persecuzione di interessi di bottega a danno di quelli della collettività da parte di chi ha occupato finora ruoli decisionali al governo ed in Parlamento. Se un politico si basa su clientele, dovrà sempre dare conto agli interessi di quelli che sono i suoi clientes. Moltiplichi per i parlamentari e per gli anni nei quali siamo stati governati finora ed avrà idea del perché si è diffusa una tale disaffezione verso la politica”. Da tecnico del diritto, quale ritiene che sia oggi la prima questione da affrontare in Italia? “Recuperare un ruolo al Parlamento. Dal primo Berlusconi ad oggi si è consolidato un abuso dei decreti legge”.
Fabrizio Geremicca