Si forma la classe docente ma la facoltà è attenta alle nuove professioni

Una sede da far invidia –S. Pietro Martire- con prato inglese e uno splendido chiostro che invita alla sosta, occasione che non si lasciano sfuggire gli studenti nelle belle giornate di sole. Avrebbero del resto poche alternative per studiare in facoltà:  la sede è un po’ strettina per diecimila iscritti. Dovrebbe andare meglio quest’anno con i nuovi spazi nel palazzo di vetro in via Marina. Quattro Corsi di Laurea di indubbio fascino (Lettere, Filosofia, Lingue e, ultimo nato, Storia),  1.600 matricole e 630 laureati lo scorso anno, 249 docenti (53 ordinari, 57 associati, 139 ricercatori): la Facoltà di Lettere in pillole.  Una vivace vita culturale, clima abbastanza disteso tra docenti e studenti  (tranne, ovviamente, le dovute eccezioni), pregevoli progetti  promossi dalla componente studentesca (un esempio, il laboratorio teatrale), iniziative di socialità (il Coro polifonico, ne riferiamo in queste pagine); ne è da dimenticare l’attenzione che la facoltà riserva ai nuovi iscritti, tant’è che  si può dire a ragione che Lettere sia pioniera nel campo dell’orientamento –gli incontri di presentazione e le fasce propedeutiche di dipartimento si tengono da anni-. Tradizione confermata anche quest’anno. “I quattro Corsi di laurea hanno già preparato i progetti per l’orientamento degli studenti immatricolandi che consistono in cicli di lezioni, presentazioni dei vari settori disciplinari e altre idonee iniziative didattiche che avranno luogo tra settembre e ottobre e si concluderanno con l’autovalutazione degli studenti”, anticipa il Preside Antonio V.Nazzaro, da un anno alla guida della Facoltà. 
Tutte rose e fiori, dunque? Certo che no. I dati riferiscono che meno del cinque per cento dei laureati ha concluso gli studi negli anni previsti e ben il 45 per cento degli studenti è fuoricorso. E poi c’è la preoccupazione per il futuro. Scegliere Lettere equivale ad un destino di disoccupazione? Confortano le parole del Preside. L’offerta didattica della Facoltà –che quest’anno si arricchisce di nuovi insegnamenti, conferiti mediante contratto, ad esempio Glottodidattica, “lungi dall’essere frutto di una frammentazione dei saperi fornisce ai giovani le necessarie competenze richieste in specifici e innovativi settori produttivi”.  Gli sbocchi: accanto all’insegnamento, sentieri meno battuti. “Fermo restante che l’obiettivo primario di una Facoltà di Lettere e Filosofia e’ ancora quello di formare una classe di docenti all’altezza delle sue antiche tradizioni e delle giuste attese del Paese, la nostra Facoltà non tralascia occasioni per aprirsi al mondo  produttivo e delle libere professioni- puntualizza il Preside- In tutte le attività didattiche che fanno capo alla Facoltà e’ costante l’attenzione verso una formazione culturale e professionale, ampia e nel contempo duttile, che consenta  ai giovani  opportunità di inserimento  in realtà lavorative  a essi tradizionalmente estranee. Si pensi al campo delle pubbliche relazioni, della didattica delle lingue e dell’informatica. A tal proposito ricordo che a partire da settembre sarà attivato il Laboratorio per le Attività Scientifiche e Didattiche assistite dalle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, riservato prioritariamente agli studenti della Facoltà. In tale direzione vanno altresì i Laboratori didattici (come quello fotografico, informatico per l’archeologia, di discipline musicali etc.)”.
Possibilità di specializzarsi anche dopo la laurea. “Ai laureati la Facoltà continua a offrire possibilità di studi post lauream attraverso tre Scuole di specializzazione a numero chiuso (Archeologia, Psicologia del ciclo di vita, Storia dell’arte), che forniscono competenze finalizzate all’inserimento nei livelli dirigenziali dei diversi settori professionali; numerosi Dottorati di ricerca; cinque Corsi di perfezionamento, che garantiscono la qualificazione e l’aggiornamento richiesti dai Ministeri per la formazione del personale in servizio o da assumere; vari Corsi di perfezionamento. Tra questi mi piace segnalare quello in “Scienze umane e Nuove Tecnologie”, che offre competenze adeguate ai laureati  che vogliano aprirsi a professioni nuove e diverse, utilizzando in modo creativo e originale i contenuti assimilati nel percorso formativo universitario e il Master  in “Agente del trasferimento delle nuove tecnologie nelle piccole e medie imprese del settore dei beni culturali”, finanziato  con fondi dell’UE per la creazione di nuove professionalità. Non si tratta di formare tecnici, ma professionisti capaci di svolgere consulenza e mediazione tra il mondo della tecnologia e quello dei beni culturali, di aggiornare le piccole e medie imprese suggerendo quelle tecnologie che possano migliorare in termini quantitativi e qualitativi, la loro organizzazione, la loro produzione, la loro presenza sul mercato”.
E veniamo alla novità strutturale di quest’anno:  “i nuovi spazi messi a disposizione della Facoltà nel Nuovo Edificio di Via Marina, se   utilizzati a pieno ritmo, dovrebbero darci una boccata d’ossigeno. C’è naturalmente bisogno dello spirito di collaborazione di docenti e ricercatori, che, mi auguro, sapranno anteporre alle loro pur legittime esigenze di orari gli interessi della Facoltà e degli studenti. Riparliamone a novembre-dicembre. Solo allora sapremo se la Facoltà ha bisogno o meno di altri spazi; l’esperienza insegna che il calendario delle lezioni sulla carta e’ cosa ben diversa da quello effettivo”.
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